Moebius a Torino Comics
Maggio 6, 2007 in Medley da Cinzia Modena
Nel corso di Torino Comics, sarà data la possibilità ai visitaotir, come già nelle edizioni passate, di conoscere un artista di calibro internazionale. Per gli appassionati è l’occasione giusta per poter vedere dal vivo le tavole originali di un gran de autore.
Giraud, noto come Moebius, è dominio dell’assurdo e del fantastico dove l’illogicità delle cose diventa logica e si gonfia fino alla vertigine. [Moliterni]
Quest’anno saranno ospitate 40 tavole di Moebius, la cui esposizione è stata curata da Claude Moliterni e Bernard Mahe.
Chi è Moebius? Seppur difficile da “catturare”, ce ne parla Claude Moliterni.
Contrariamente alle apparenze, Moebius esiste prima di Gir. In effetti è nato prima di Jean Giraud.
Incomincia a farsi vedere in Hara Kiri prima del debutto di “Blueberry” in Pilote. In questo momento è solo; il cerchio in qualche modo si è chiuso. Forse Giraud ha finito per trovare la sua giusta maschera o il suo vero viso; è la stessa cosa.
La firma Moebius ha illustrato il Club del Livre d’Anticipation per Opta, poi l’abbiamo vista in Pilote (dove altre storie firmate Gir o Gyr sono puro Moebius) prima di attaccarsi a L’Echo des Savanes, Metal Hurlant, ecc.
L’origine di un tale pseudonimo non ha bisogno di commenti: il nastro di Moebius è letteralmente una striscia storta e siccome Giraud voleva fare delle “strisce” storte, questo si adattava perfettamente…
Moebius stesso aggiunge che a quell’epoca, in Fiction ou Galaxie, venne apportata qualche novità a questo nastro magico e questo lo rese positivamente strano.
La spiegazione del mistero, per logica che sia, non toglie nulla al fascino esercitato dalla suddetta striscia storta. Ne conosciamo l’uso esacerbato che ne fece il geniale Escher nei suoi quadri.
È probabile che la scelta dello pseudonimo abbia un po’ determinato l’orientamento di Giraud in questo dominio dell’assurdo e del fantastico dove l’illogicità delle cose diventa logica e si gonfia fino alla vertigine.
Naturalmente ci sono altre influenze allo stile di Moebius, influenze disegnate e soprattutto letterarie. Dato che Moebius è uno stato dello spirito più che una forma, un modo di concepire il mondo più che un modo di visualizzarlo.
Principalmente e più di ogni altra cosa, si impone il riferimento a Boris Vian; vedremo più avanti come Giraud raggiunge i migliori testi dei poeti e quello che esprimono di indefinibile.
Altre influenze evidenti: Julien Gracq e il suo surrealismo straniante, romantico-umoristico.
Possiamo evocare a pieno titolo “Le rivage des Syrtes” o anche “Un balcon en forêt”, quando Moebius anima le sue creature semi-libere, semi-determinate, sullo sfondo di un mondo irreale, sonnolento ma ricco di avventure o di esseri bizzarri.
Per Gracq come per Moebius, l’essenziale non è raccontare un aneddoto ma di suggerire un universo a parte, un po’ sfocato, chiaro-scuro, nell’attesa perpetua di qualcosa che non arriva mai.
Quanto a Raymond Roussel, con la sua follia equivoca, surrealista, ha giocato un ruolo di traumatismo rivelatore di cui Moebius riconosce che ha “profondamente modificato i (suoi) circuiti di reazione. ” Forse ce ne sono altri.
Questi, in ogni caso, sono i più evidenti.
Non potremmo parlare delle influenze di Moebius senza aggiungere che i testi di fantascienza e fantasy di cui si rimpinza fin dall’adolescenza, sono tutti dei catalizzatori, degli stimoli.
E non dimentichiamo l’altro aspetto capitale, quello dello humor grafico, con l’eredità onnipresente del grande antenato Mad.
Come molti altri disegnatori francesi della sua generazione – tra gli altri, Gotlib, Alexis, Fred, Mandryka o Wolinski –, Jean Giraud è un figlio della follia americana così fortemente incarnata nei Kurzman, Davis, Elder della belle epoque.
Soprattutto quest’ultimo l’ha particolarmente influenzato, nonostante le tracce di Jack Davis siano ugualmente percettibili.
Jean riconosce che Davis gli piaceva per la sua esuberanza, la sua abilità tecnica mentre Elder gli pareva veramente straordinario; uno era brillante, l’altro geniale… La nascita di Moebius ebbe luogo nella culla Hara Kiri.
Buona esperienza, sfortunatamente corta (dieci numeri) e sulla quale ritornerò presto.
Poi ci fu un lungo periodo sperimentale nel corso del quale mise a punto il suo stile: quello delle illustrazioni per Opta. Una specie di laboratorio parallelo e perpetuo, il C.L.A. permise a Mister Moebius di esistere e di progredire, in un’epoca in cui il Dottor Gir aveva preso il posto migliore nella vita dell’autore.
Infine, possiamo dire che ogni piccola striscia prodotta fino ad ora deriva dallo stesso universo – o dallo stesso falso universo – ma bisogna distinguerne due correnti: l’una, con le strisce dell’Annuario Pilote e certe storie di Pilote, come “L’homme est-il bon?”, e l’altra corrente, più virulenta, più acuta, con “Le Bandard fou” o “La déviation”, che sono la continuità diretta della produzione harakiriana.
È talmente vero che la sceneggiatura de “La déviation” è stata trovata all’epoca Hara Kiri.
È un peccato solo che questa storia non sia stata firmata Moebius.
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di Cinzia Modena