A teatro con il Festival delle Colline Torinesi
Giugno 11, 2007 in Spettacoli da Roberto Canavesi
TORINO – Partenza con il botto per la dodicesima edizione del “Festival delle Colline Torinesi” almeno a giudicare dal successo registrato da Un anno con 13 lune, l’adattamento teatrale della celebre pellicola di Rainer Werner Fassbinder datata 1978: su progetto del toscano Egumteatro e di Michele Di Mauro, protagonista insieme ad un cast tutto torinese tra cui segnaliamo anche Simona Nasi, Gisella Bein e Pasquale Buonarota, lo spettacolo ripercorre la sofferta esistenza di Elwin Weishaupt, un transessuale divenuto Elvira in seguito a un’operazione subita a Casablanca. Abbandonato da bambino in un orfanotrofio, Elwin era diventato macellaio nel mattatoio di Francoforte, prendendo moglie e diventando padre di Marie-Anne. Decisivo per lui l’incontro con Anton Seitz, un ebreo sopravvissuto ai lager e divenuto potente con la speculazione edilizia e con la prostituzione organizzata, ora però lontano e del tutto ignaro della sorte di Elvira.
Tra rimpianti, ricordi e sofferti flashback alla protagonista non resta che cercare il conforto nella sua famiglia, la moglie Irene e la figlia, un microcosmo che però ormai gli ha chiuso definitivamente le porte, ponendolo di fronte all’ultimo di tanti rifiuti, ed al contempo spalancandogli quale unico estremo rifugio il baratro del suicidio. Fin qui la celebre vicenda che Annalisa Bianco e Virginio Liberti ambientano nella casa di Elvira, lo spazio nel quale si consuma il dramma di un’intera esistenza che è al tempo stesso emblema di una disillusione collettiva in cui l’individuo, provato da differenti esperienze di vita, si trova a perdere i riferimenti più elementari per sprofondare in una sempre più desolante e, soprattutto, consapevole solitudine.
Uno spettacolo di grande impatto emotivo in cui lo spettatore, come da prassi di fronte all’istinto creativo di Fassbinder, è testimone ed al tempo stesso vittima di un’indagine psicanalitica su di un sentimento amoroso che diventa nella realtà dei fatti un morbo destinanto a condurre all’annientamento finale: nel cast di assoluto livello, spicca lo straordinario Michele Di Mauro commovente nei panni di Elwin/Elvira per una pagina di grande teatro che il folto pubblico ha ripagato con numerose chiamate finali.
Di diversa natura Opera, l’interessante performance dell’Officina Valdoca che Vincenzo Schino dirige ed interpreta insieme a Marta Bichisao, Riccardo Camozza e Gaetano Liberti: poche parole e tanta musica per una serie di azioni teatrali ispirate alla figura del clown, creatura per definizione nata per far ridere ma di cui si vuol mostrare l’aspetto forse più nascosto e, per certi aspetti, inquietante. Sulle note di “Ridi pagliaccio ridi” di Ruggero Leoncavallo assistiamo all’umanizzazione di un clown che ride e che piange, che si esalta e che si dispera, che commuove e si commuove. La pista di un improvvisato circo è lo spazio in cui il clown diventa ora il fool shakespeariano come il buffone di corte, l’artista di strada o un semplice uomo con la faccia dipinta.
Quaranta minuti in cui la non riuscita dei numeri diventa il pretesto per escogitarne dei nuovi, secondo una logica di un tempo e di uno spazio, mentale prima che fisico, in cui il momentaneo fallimento della propria arte non è segno di resa, semmai sprone per una nuova sfida e reinvenzione artistica.
di Roberto Canavesi