Milestones di Gino Paoli ai Giardini Reali
Luglio 29, 2007 in Spettacoli da Cinzia Modena
Si chiude lunedì 30 luglio la XIII edizione del Torino International Jazz Festival. Guest star: Gino Paoli, eccezionalmente nel capoluogo piemontese in versione Jazz. Sarà accompagnato da un gruppo strepitoso: Flavio Boltro alla tromba, Danilo Rea al piano, Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Roberto Gatto alla batteria.
Lo spettacolo dal titolo “Un incontro in Jazz” ha segnato il tutto esaurito in pochissimo tempo.
Questo evento “live” è un album, Milestones, all’interno del quale i successi del cantautore genovese, da “La Gatta” a “Il cielo in una stanza”, sono stati rivisitati in chiave jazzistica.
Il quartetto che lo accompagna ha permesso di aggiungere alla scaletta dei brani più noti di Gino Paoli, tre classici del repertorio jazz: “Time after Time” e “I fall in love too easily” della coppia Sammy Cahn e Jule Styne e “Stardust”, la più famosa composizione di Hoagy Carmichael.
In “Milestones”, Gino Paoli rispolvera quegli evergreen che hanno segnato la sua carriera artistica, quei brani che si aspettano alla fine di ogni suo concerto.
Rivisitazioni della musica leggera italiana sono già avvenute con altri autori come Battisti, Vecchioni, Tenco. Gino Paoli forse più di altri sembra trovarsi a casa sua, ritorna a un grande amore.
“Sapore di sale” viene diluita dal piano dolce di Danilo Rea e dal ritmo di Roberto Gatto alla batteria,lasciando intatto quel senso di malinconia che il brano sempre trasmette. Non poteva amncare “La Gatta”: nell’intro il contrabbasso di Bonaccorso “si muove felino” come una gatto su un tetto. Poi nel gioco entrano la voce di Gino Paoli, la tromba di Flavio Boltro e il piano di Danilo Rea. Questo primo successo di Paoli appena pubblicato vendette solamente un centinaio di copie, ma poi si impose grazie ad un passaparola. Mogol dovette “prestargli” la firma per la SIAE così come per Il cielo in una stanza, brano proposto a Mina e che consacrò il Paoli autore.
“Il cielo in una stanza”, nella versione Milestones, regala velate pennellate di sentimento, quasi suggerito sottovoce o continuamente ripreso da un mix di suoni e talenti ben corroborato.
Nell’album troviamo anche una canzone di Luigi Tenco, “Quando”, incisa dal cantautore nel 1960 con lo pseudonimo di Dick Ventuno. Dello stesso anno è “Sassi”, che Paoli ricanta in maniera struggente.
Milestones rievoca immediatamente l’album di Miles Davis. Prima e unica prova in studio del sestetto di Miles Davis. Anche i nostri sono in sei …
di Cinzia Modena