Foo Fighters Rockando Tra Echoes, Silence, Patience & Grace.
Ottobre 9, 2007 in Musica da Gino Steiner Strippoli
Quando un album da il suo là con un brano come “ The Pretender” è indubbio che si debba pretendere molto dalle successive canzoni. Ci riescono molto bene i Foo Fighters nell’album Echoes, Silence, Patience & Grace” (Sony Bmg). La band capeggiata da un grande artista come Dave Grohl e prodotta insieme a quel Gil Norton, regista del loro migliore disco “The Color and the Shape”, sforna un lavoro davvero completo, riff a pieno volume, travolgenti cavalcate, ballad melodiche e il primis la voce roca di Dave che rende il tutto magnifico. “Echoes, Silente, Patience & Grace” è la sesta prova discografica per i Foo Fighters che , album dopo album, anellano miglioramenti sempre graduali ma intensi. Basti pensare che l’unplugged “Skin and Bones” e “ In Your Honor” , doppio album semi- acustico, dischi che hanno preceduto questo nuovo lavoro, sono risultati dischi magari meno graffianti per coloro che si trascinano i fasti dell’esordio di Dave Grohl, di Nate Mendel, di Chris Shiflett e di Taylor Hawkins, ma pur sempre molto intensi e soprattutto migliorativi dal punto di vista musicale. E’ giusto cambiare quando si hanno le necessità di sperimentare vie nuove. Oggi questo nuovo epilogo musicale riporta i “F.F.” in cima al mondo dei desideri musicali, basti pensare che negli States si è attestato al 3 posto nella Top Ten (1 Digital Albums chart, 1 Current Alternative Albums chart, 1 Top Current Rock Albums chart, 1 Top Hard Music Albums char, 1 Indy/Small Chain Core Stores chart ) mentre in Inghilterra ha toccato la vetta più alta delle classifiche e dopo la prima settimana era già disco di platino. Stessa cosa in Giappone , Canada, Belgio, mentre in Australia e Nuova Zelanda oltre alla vetta hanno conquistato anche il disco di platino. Secondo posto in Irlanda accompagnato dal disco di platino. Altri successi nel resto d’Europa con ottimi piazzamenti come in Italia con il 15° posto, debutto più alto in classifica dei Foo Fighters in questo mercato.
L’analisi del disco è presto fatta: l’alternarsi dei pezzi acustici da quelli elettrici è perfetta. Dopo la già citata travolgente “The Pretender” Grohl e C. si isolano in una deliziosa galoppata chitarristica realizzando “ Let It Die”, un pezzo che piacerà molto gli amanti del rock acustico che ha nel suo testo un significato particolare “ A simple man and his blushing bride – Intravenous, intertwined- Hearts gone cold your hands were tied – Whyid you have to go and let die?”. Proprio Grohl sulla canzone “Let It Die” da una sua risposta: “ Mi è capitato spesso di veder un amico perdere tutto a causa della droga o per via di una storia sentimentale finita. E’ quindi automatico che la gente – ascoltandola – pensi a Kurt Kobain e ai contrasti che avevo con Courtney Love”.
Ma non ce nemmeno il tempo per godersi una certa atmosfera che esplode l’elettrica “Erase/ Replace” , momento stupendo e travolgente, dove spruzzi di hard rock si mescolano con la rudezza del più puro grunge Dicevamo dell’alternarsi tra durezza musicale e rock in piena delicatezza. . “The Ballad of the Beaconsfield Miners” nè è la riprova. Una ballad vera , con tanto di guitars crescenti in una progressione unica, sentita, molto emozionante visto che è dedicata ai due minatori rimasti intrappolati un anno fa in una miniera australiana. Curiosità: uno dei minatori durante le operazioni di soccorso richiese un ipod con le canzoni dei Foo Fighters in attesa di essere liberato. Una notizia che arrivò a Dave il quale non ci penso nemmeno un minuto per scrivere una canzone dedicata a quei lavoratori.
Altro momento importante, condito dall’ingrediente principale dei Foo Fighters qual’è la voce di DaveGrohl, brilla nel pezzo intitolato “ Stranger Things Have Happening”. Senza dimenticare un’altra ballad da sentire a luci di candele come “ Come Alive”.Un album “Echoes, Silente, Patience & Grace” che è un concentrato di emozioni. Già solo il titolo da un ampia visione della maturità artistica di Grohl e company: “ Echi, Silenzi, Pazienza e Grazia, che trova risposta nell’ultimo meraviglioso brano intitolato “Home” con un pianoforte che si erge protagonista di una song memorabile. Ciò che rende importante quest’album è la riprova dopo 6 album che ci troviamo di fronte ad una band vera, che nonostante tutto mai ha sfruttato l’eco dei Nirvana, ma è cresciuta da sola nella sua originalità.
di Gino Steiner Strippoli