Centenario di Giuseppe Pellizza da Volpedo
Ottobre 17, 2007 in Medley da Gabriella Grea
La mostra ospitata nell’atelier del pittore a Volpedo “Luce, controluce, iridescenze. Pellizza e gli amici divisionisti” offre un confronto di alto livello tra i maestri divisionisti, iscrivendosi con orgoglio nell’empireo delle manifestazioni internazionali.
Contestualmente all’esposizione di Volpedo, la rivisitazione della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, ricca di opere pellizziane e di altri artisti tortonesi del primo Novecento, arricchita di opere messe a disposizione da enti pubblici e collezionisti privati, consente una vasta documentazione delle trasformazioni della tecnica pittorica divisionista.
Pelliza studia a Milano, Roma, Firenze, Bergamo e Parigi, tuttavia è l’incontro con Nomellini a Genova nel 1892 a spingerlo verso la sperimentazione divisionista, verso l’uso di colori puri accostati a tratti, rispettando le leggi della complementarietà e del contrasto per ottenere effetti più efficaci di verità luminosa. “Il fenomeno luminoso, meglio che con altro metodo, si può rendere con il divisionismo del quale sono un fedele, libero interprete e seguace” (Pellizza Lettera ad Olivero, 1904).
Già nei ritratti dei genitori, Pellizza non si serve più di stesure uniformi del colore, ma di piccole pennellate, accostate l’una all’altra, che progressivamente evolvono in “picchiettatura” (accostamento di piccoli punti e linee sottilissime). Abbandona il nero ottenendo gli effetti di oscurità e ombra affiancando rosso e giallo al blu di fondo, facendo in modo che si fondano nell’occhio dell’osservatore (Panni al Sole, 1894). Ne lo Specchio della vita (-E ciò che l’una fa e l’altre fanno-, 1898, olio su tela, 132×291 cm, Torino, Civica Galleria d’Arte Moderna) la fila di pecore non è una fila regolare e omogenea, ma un comporsi di animali diversi a diversi intervalli evidenziati dalle iridescenze sul profilo superiore, che rendono la vibrazione della luce attorno alle forme. L’effetto dell’allineamento è sottolineato dall’orizzontalità dell’argine, dalle linee ondulate delle colline e delle nuvole sullo sfondo. Un’ulteriore riaffermazione della line ondulata come elemento essenziale della composizione è la cornice dipinta costituita da una barra marrone con sottili striature rosse e blu, che rendono più dinamica la composizione.
Anche Nomellini ne Il Mare di Genova (1893, olio su tela, 59×96, collezione privata) ci restituisce le vibrazioni luminose prodotte dalle luce del cielo riflessa e rifratta dalle iridescenze dell’acqua, dividendo il colore, disponendolo a virgole, punti, lineette e lunghi tratti di colori puri affiancati: bianco azzurro e blu con contrasti di gialli rossi e verdi. La varietà di applicazione delle pennellate (a puntini pulviscolari all’orizzonte, in linee lunghe e circolari sottilissime in primo piani) prefigura la straordinaria capacità di Nomellini di suggerire non solo i diversi aspetti della natura , ma anche le declinazioni emotive dei soggetti dipinti. Un ulteriore esempio del rigore della tecnica divisionista è la tela di Morbelli Per 80 centesimi! (1895, olio su tela, 124,5×169, proveniente dalla mostra Divisionismo/neo-Impressionismo: Arcadia e Anarchia, Guggenheim Museum, Berlino – New York) ispirato alla monda del riso del Casalese. La preparazione della tela con l’azzurro nella parte bassa e il verde nella parte alta è diversificata per riproporre con maggior precisione la risaia a contrasto con la vegetazione sullo sfondo, mentre l a moltiplicazione e la stratificazione dei lunghi filetti di colori puri consente la riflessione colorata sulle vesti delle donne sullo specchio d’acqua e sulle piantine di riso.
Le piccole pennellate, gli accostamenti cromatici, associati alla scelta di operare nel rispetto delle diverse condizioni di luce e colore, impongono tempi di esecuzione molto lunghi: avvalersi di fotografie, trasferendo le tele negli atelier, “facendo di reminescenza”, attutisce la percezione del reale, alterando i rapporti tra luce ed ombra, è quindi fondamentale lavorare en plein air, oltreché utilizzare colori di cui si conoscono le caratteristiche chimiche e fisiche per garantire la miglior resa sulla tela.
Se la “conoscenza delle leggi che regolano ed equilibrano forme in un quadro bello è il mezzo più sicuro nel condurre a buon fine qualunque opera d’arte” (Pellizza da Volpedo), gli allestimenti a Volpedo e Tortona, con la visita al museo didattico uniti ad una passeggiata lungo l’itinerario dei Luoghi Pelliziani, garantiscono una panoramica accurata ed esaustiva sulla tecnica divisionista e sull’evoluzione artistica del Maestro di Volpedo.
Centenario della morte di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868 – 1907)
PELLIZZA 2007 – Biennale di arte cultura e spettacolo – IV edizione
Tortona, palazzo Guidobono
2 settembre – 21 ottobre
Da giovedì a domenica, ore 9.30-12.30 e 14.30-19.00
Mostra a cura di Aurora Scotti Volpedo, Studio di Pellizza e Tortona, Pinacoteca della Fondazione CRT
Mostra documentaria a cura della Biblioteca Civica e dell’Archivio Storico della città di Tortona;
Mostra documentaria a cura dell’Associazione Pellizza da Volpedo e dei Musei di Pellizza;
Film documentario a cura di Angelo Anètra, Gino Bartalena, Alfio Contarino, Amilcare Fossati.
21 ottobre – ore 17.0
Volpedo, Pieve di San Pietro
Recital pianistico di Robert Lehrbaumer (Austria)
2 Dicembre
Tortona, Sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona
Chiusura delle manifestazioni del Centenario
Via Rosano 3
Palazzo del Torraglio – Piazza Quarto Stato 1
Maggio – Settembre: Sabato e Festivi ore 16:00-19:00;
Ottobre – Aprile: Sabato e Festivi ore 15:00-17:00.
telefono e fax 0131/80318
[email protected]
Didascalie:
di Gabriella Grea