L’appetito vien viaggiando
Novembre 3, 2007 in Libri da Gustare da Claris
Titolo: | L’appetito vien viaggiando |
Autore: | Rai Eri |
Casa editrice: | Licia Colò |
Prezzo: | 12.00 |
Pagine: | 128 |
Ci sono tanti modi per conoscere luoghi lontani. Il più ovvio, che è anche il più intrigante, migliore, affascinante ed, ovviamente, costoso, è andarci di persona. Un’altra possibilità è documentarsi, leggere libri, guardare programmi, andare a conferenze relative al posto, stato, città, paese, del luogo che si vuole scoprire. Ed un altro ancora è conoscere per induzione un paese partendo dai suoi cibi, dalle sue tradizioni culinarie che lasciano intravedere la geografia del luogo (palese: in uno stato senza coste, ad es., difficilmente ci saranno specialità a base di pesce), la religione (impossibile mangiare una mucca in India!), la fantasia (in Italia ogni regione ha una cucina tipica), il clima (le spezie sono molto usate nei paesi caldi per conservare meglio gli alimenti), i gusti…
Licia Colò, che col programma “Alle falde del Kilimangiaro” ha aiutato milioni di telespettatori italiani a scoprire il mondo lasciandoli seduti in poltrona, ha deciso di proporre ai suoi fan un’altra via per conoscere le mete dei propri sogni scrivendo un libro di ricette.
Ecco, dunque, “L’appetito vien viaggiando”, la sua ultima fatica letteraria, un excursus di 70 ricette tipiche di stati differenti, di tutti i continenti. L’esito è buono, per più motivi. Intanto il prezzo: trovare un libro di ricette, ben 70 e per di più etniche, a soli 12 euro è impresa difficilissima. Poi per la completezza nella descrizione degli ingredienti, della preparazione e dei suggerimenti per rendere fattibili le ricette anche a casa nostra, dove, non sempre, è facile reperire tutti gli elementi costitutivi della ricetta stessa. Ed infine per i dettagli storico-geografici del paese d’origine della ricetta, un veloce quadro su ognuno dei 70 Stati d’origine con curiosità e particolarità.
Proviamo a costruire un paio di menù. Per antipasto partiamo dalla Siberia, quindi dal suo caviale o dall’insalata russa, per spostarci poi ala paella valenciana ed attraversare l’Oceano e gustare il Matambre letteralmente ‘uccidi la fame’, arrosto di manzo farcito tipico delle pampas argentine, per il quale è necessario almeno un kilo di prelibato sottofiletto.
Possiamo accompagnare la carne con la Sabat Urad, la purea di lenticchie nere speziata (fondamentale l’uso di zenzero e peperoncino) tipica dell’India. E poi, per concludere, se non vogliamo farci mancare nulla, cambiamo continente ed andiamo in Sudafrica per assaggiare le Koeksisters, le tipiche frittelline dolci alla cannella.
Altre idee? Ok, mettiamoci in viaggio per andare a fare la spesa e cercare le foglie di vite per preparare gli involtini Dolmadakia avgolemono della Grecia del sud, che accompagniamo con il soufflé di melanzane tipico della terra d’Israele. Retro front verso il mercato del pesce per preparare il caldo de peixe a la Cabo Verde, la zuppa di pesce dell’isole più ad ovest dell’Africa, ex colonia portoghese. Essenziali, per dare il giusto equilibrio, anche manioca e banana verde.
Come secondo, lasciamoci ancora tentare dal pesce e procuriamoci rombo, pesce bianco in abbondanza, peperoncino, coriandolo, cumino e soprattutto latte di cocco per mettere in tavola il Kirimalu, tipico piatto dello Sri Lanka, che accompagniamo con l’Imam bayldi, le melanzane farcite alla turca. Infine concludiamo con il Guinness cake, la torta alla birra. Provenienza? Ovviamente Irlanda, la patria della birra scura.
Non mancano certo i piatti unici, pensiamo alla Feijoada brasileira, la portata più consumata nelle domeniche brasiliane, da Rio de Janeiro a Salvador de Bahia, oppure l’agnello con frutta secca, Kabli palao, tipico del martoriato Afghanistan.
Insomma, tanti spunti per scoprire la gastronomia dei cinque continenti… e togliersi l’appetito, accompagnando le pietanze con qualche buon nettare, in verità non molto consigliati dal libro (ecco, forse, l’unica pecca).
di Claris