Presente Relativo
Dicembre 2, 2007 in Racconti da Redazione
Bello come i cento anni del Toro; brutto come la corruzione del calcio.
Geniale come internet; stupido come i reality show.
Incoraggiante come Valentino Rossi; deprimente come Bush.
Certo è che il nostro presente sia uno dei più contradditori di tutti i presenti da qui alla notte dei tempi. Ed è proprio nei nostri giorni che vive e si muove Gustavo, uno gnomo innamorato dei reality e delle chat-line.
Risolto il problema di collegamento alla rete grazie ad una parabola piazzata sul ramo più alto dell’albero che abitava, Gustavo prese ad appassionarsi al web e a tutto ciò che lo circonda. Dopo i primi incerti passi, si armò di web-cam e microfono per comunicare con le simpatiche donzelle (anche se gnomo, aveva gusti umani) che gli si spogliavano davanti agli occhi.
Gustavo prese a scambiarsi immagini e sensazioni con una gnocca di nome Sabrina, alta e invero molto carina. I due sembravano affiatarsi ogni giorno di più:lui ormai conosceva ogni centimetro di pelle della chat-friend e lei sembrava sempre più interessata a conoscere dal vivo quel tipo dalla faccia tanto buffa, che le regalava solo primi piani del suo volto.
Non fu facile convincerlo, ma grazie alle armi del suo corpo Sabrina spinse Gustavo ad accettare un incontro più reale di quanto non avessero fatto fino a quel giorno. Doveva essere la domenica successiva, dopo pranzo, al parco dove fa capolinea il 71.
Ora, Gustavo, come per altro il suo più antico avo, Mariano, soffriva di forti scariche di aerofagia, che lo imbarazzavano non poco, specie se al cospetto di una fanciulla, come potrete facilmente immaginare. Come ridurre l’imbarazzo se non spostando l’incontro in un posto più affollato e rumoroso di un parco? Lo gnomo inviò un sms alla bella Sabrina, avvisandola che avrebbe preferito offrirle un buon tea in un locale del centro città piuttosto che rischiare di bagnarsi di pioggia in mezzo al parco. Ma la giovane non ne voleva sapere: aveva già preso il 71 e non capiva tanta preoccupazione per due gocce d’acqua. Che si muovesse e non la facesse aspettare piuttosto! Accese il suo I-pod e si mise a sedere.
Rassegnato e affranto, Gustavo imposta il suo navigatore satellitare e parte meditando su come ovviare all’incombenza del suo culo stonato. Certo è che, se fosse stata vittima di uno di quegli attacchi proprio di fronte alla bella Sabrina, poche speranze di coltivare l’amicizia gli sarebbero rimaste. L’autoradio mandava l’ultimo successo delle Scissorsisters.
Trovato parcheggio, Gustavo abbandona l’auto recandosi, dita incrociate, al fatale incontro. La riconobbe subito, svestita con una minigonna mozzafiato e un top striminzito; anche lei non indugiò troppo nel riconoscere Gustavo, ma l’espressione del suo viso non celava la delusione nel dover abbassare tanto lo sguardo per inquadrarne il viso.
Piacere Gustavo _ e parte una scoreggia.
E io son Sabrina_ facendo finta di niente.
I due si prendono la mano e si avviano verso l’interno del parco, l’immagine sfuma e la coppia si fa sempre più piccola, fino a sparire come nel finale di un film anni ‘50.
Purtroppo non mi è dato sapere che ne sia stato di Gustavo e Sabrina, ma c’è chi narra siano rimasti insieme a lungo e, se si passa di fianco all’albero dello gnomo, non è raro sentire il rumore di una trombetta seguita dalla risata soffocata di una giovane fanciulla.
di Gianluca Ventura