Nevermore
Gennaio 14, 2008 in Spettacoli da Roberto Canavesi
“Mai più” grida, inquieto ed inquietante, il corvo di Edagr Allan Poe e “mai più” implora anche lo spettatore dell’ultima fatica dell’Accademia dei Folli, quel Nevermore che a sei mani Eric Minetto, Emiliano Poddi e il regista Carlo Roncaglia hanno ideato per la messinscena della Cavallerizza per la stagione della Fondazione del Teatro Stabile. In una non meglio precisata landa desolata i cui spazi sono percorsi da panche scorrevoli, ed invasi da sbruffi di fumo, quattro uomini e una donna attendono il loro appuntamento con la morte con gesti ripetuti e ripetitivi al pari di robot imprigionati nel proprio corpo: convocati da un pennuto corvo che li ha eletti prossime vittime della sua personalissima ambasciata, i cinque individui attendono la vista della nera signora in un ripetitivo alternarsi di gesti e comportamenti, quasi a voler scandire la reale natura di un’esistenza fatta di simboli ed abitudini che ancor oggi, nelle bianche valigie loro unico equipaggiamento, sembrano portare con sé.
Un anziano professore con il vizietto dell’evaporazione dal corpo al pari di un giovane tutto dedito al culto del corpo; una solitaria signorina, il cui unico cruccio è non aver con sé il proprio gatto, o un inetto padre di famiglia, neanche in grado di aggiustare una sedia a dondolo del figlio, dividono la scena in compagnia di un urticante quanto cinico quinto compagno, la coscienza morale dell’intero gruppo.
Bartoli-Dusio-Gambino-Nicosia-Porrini, per loro calorosi gli applausi di un rumoroso pubblico, fanno i salti mortali per tenere alta la tensione in uno spettacolo minato da una componente testuale (Arpino come Woody Allen, Pavese come Tobias Wolff) eccessivamente debole e poco organica, soprattutto se inserita in un contesto recitativo pressoché privo di azione, e dove a pesare non poco è proprio la meccanicità del gesto ripetuto.
Si replica fino a martedì 15.
Nevermore di Eric Minetto ed Emiliano Poddi: uno spettacolo dell’Accademia dei Folli, Compagnia di musica e teatro con il sostegno del Sistema Teatro Torino. Regia di Carlo Roncaglia.
di Roberto Canavesi