Il cavaliere di Sainte-Hermine
Febbraio 20, 2008 in Libri da Gabriella Grea
Titolo: | Il cavaliere di Sainte-Hermine |
Autore: | Alexandre Dumas |
Casa editrice: | Sellerio |
Prezzo: | € 26,00 |
Pagine: | 1536 |
“La nostra storia inizia ad un anno esatto dal 30 piovoso dell’anno VIII (19 febbraio 1800)”. Ad un anno esatto dall’insediamento di Napoleone alle Tuileries. “Fa seguito a due dei nostri libri Les Blancs et les Bleus e Les Compagnons de Jéhu. Cercheremo di tracciare un ritratto dell’uomo leggendario che sta meditando non solo di cambiare la Francia, ma di sconvolgere il mondo”(A. Dumas Il cavaliere di Sainte-Hermine).
Antagonista letterario, alter-ego culturale del generale Bonaparte è Hector de Sainte- Hermine, giovane aristocratico in velluto granata e pantaloni aderenti color camoscio, con due piccole fibbie di diamanti alle scarpe all’inizio del romanzo, disincantato e maturo al crepuscolo dell’opera. “Siamo delle nullità travolte dai cataclismi di una nazione, stritolate da un mondo che finisce ed uno che comincia”: Hector testimone della storia di Napoleone, ne diviene attore lui stesso.
Il passato merita di essere resuscitato solo come chiave di lettura del presente e prefigurazione dell’avvenire. I suoi personaggi sono esponenti di quelle classi sociali che costituiscono il fondamento della storia nazionale. La protagonista è sempre la meravigliosa Francia, di cui ogni eroe nel suo tempo e nel proprio ruolo rappresenta un’incarnazione.
Le chevalier de Sainte-Hermine ci introduce nell’età moderna che ha nel Conte di Montecristo il suo eroe; tuttavia non meno rocambolesca e affascinante sarà la vita di Hector: prigioniero, marinaio, soldato, cacciatore e bandito, raffinato commensale e ottimo musicista. Sfuggirà al boia, ma sarà condannato da Fouché a vivere come uno spettro, lanciato in avventurose peripezie al seguito di Bonaparte, come suo ammiratore e vittima nello stesso tempo.
Resta sempre vivo l’interesse del lettore, sempre rispettato l’aristotelico “istruire divertendo”, ma soprattutto risuona sardonicamente attuale l’ordine dato dal generale al suo segretario Bourienne, quando questi gli leggeva uno dei titoli dei giornali francesi che uscivano allora, ”Saltate, saltate, dicono solo quello che voglio io”.
Più che “passato e preistoria del presente “ appare un passato eternamente futuribile.
di Gabriella Grea