MANUfatto. Artigianato Comunità Design
Luglio 24, 2008 in Arte da Redazione
Chi pensa all’artigianato come a un insieme di oggetti vernacolari e oggettini dalle forme consunte, produzione destinata a turisti frettolosi o a nostalgici, cambi idea e vada a visitare “MANUfatto”, in quel di Saluzzo fino al 14 settembre, e si misurerà con due scoperte:
la singolare bellezza e potenza di una sede espositiva, quella dell’antica Castiglia restaurata, che pare nata apposta per accogliere importanti manifestazioni espositive, e una sequenza reale, innegabilmente interessante, di “manufatti”, oggetti d’artigianato che avrebbero – e in effetti hanno – pieno titolo per essere protagonisti in esposizioni del design.
Forse ancora più interessante è l’idea che sottende a ciò che “MANUfatto” presenta e rappresenta: la sintesi, per fatti, di un insieme di progetti che mette a valore la cultura materiale di un territorio nella modernità, in un equilibrio instabile, e proprio per questo stimolante, di originalità, difesa di radici e “glocalizzazione”, tra piccolo artigianato e industria. Una sintesi che, superando il concetto di distretto e di filiera territoriale, introduce una nuova visione, quella della commistione creativa tra saperi del passato e stimoli nuovi, siano essi tecnologici, stilistici o geografici.
Non è un caso se tra i Manufatti esposti come esempi di artigianato piemontese ci sono le creazioni di Bab Anmil – Hafa Decor che (re)interpretano, con il supporto di designer torinesi, le forme dell’abitare arabo, recuperando, grazie ad artigiani marocchini, le tecniche di lavorazione tipiche di Marrakesh. O esempi della produzione Alessi, realtà internazionale che diventa promotrice, con il marchio Twergi, di antiche forme dell’artigianato delle Valli Cusio-Verbano-Ossola: creazioni affidate ancora agli intagliatori e tornitori di quei territori, con legni dei loro boschi.
Design internazionale sommato a competitività locali anche per il distretto orafo di Valenza che sa produrre il 30% del gioiello mondiale ma che valorizza sapientemente le lavorazioni artigianali nella sua fascia più alta.
Gli esempi di ibridazioni, anche storiche, sono numerosi nell’artigianato piemontese esposto a Saluzzo. In Valle Varaita operano 65 aziende organizzate in filiera, dall’abbattimento delle piante al mobile finito, una realtà messa in crisi dall’esaurirsi del gusto per il “rustico”, che ha trovato nuova linfa vitale ripercorrendo la storia del mobile transalpino che dagli altipiani del Marocco ha attraversato l’Europa passando anche per queste valli, occitane e piemontesi.
Vecchi stilemi e nuove ritualità segnano la rinnovata vitalità delle ceramiche di Mondovì, prodotti artigianali che coniugano, utilmente, la propria immagine a quella, di successo, del comparto enogastronomico.
Valorizzando il “pregio del difetto” del legno non trattato, i falegnami della Comunità Montana delle Valli di Lanzo hanno saputo ricreare collezioni di arredi per interni ed esterni, utensili e accessori.
Le forme restano quelle del Settecento, ma le celebri stufe di Castellamonte hanno un’anima tutta nuova, tecnologica. Meravigliosi involucri in ceramica contengono un cuore che garantisce rendimenti termici altissimi e bassissime emissioni di monossido di carbonio. Tutto questo, e molto altro, è esposto a “MANUfatto_ArtigianatoComunitàDesign”, vetrina temporanea e spunto per un progetto regionale che punti a valorizzare i sistemi produttivi locali attraverso il design, l’innovazione, la visibilità.
Un progetto complesso finalizzato a risvegliare l’interesse per l’artigianato come forma di produzione tipica, in continuità con le azioni già in essere sul territorio quali l’istituzione del Marchio di Eccellenza Artigiana, l’iniziativa “Botteghe Aperte” e l’istituzione di “Centri Servizi” per supportare le comunità di artigiani nella formazione, aggiornamento, assistenza, marketing e promozione.
In mostra ancora Munlab, uno dei 25 Ecomusei regionali creato per la diffusione della cultura della lavorazione dell’argilla.
.Un’ultima annotazione sulla sede espositiva, La Castiglia di Saluzzo. Il monumentale complesso, di grande suggestione, era adibito a carcere sino al 1992. Il Castello inferiore dei Marchesi, detto “la Castiglia” (probabilmente da castella, ossia insieme di edifici), venne edificato come roccaforte dal marchese Tommaso I tra il 1270 e il 1286. La ristrutturazione curata da Marco Dezzi Bardeschi per conto della Città di Saluzzo, ha puntato alla conservazione delle tracce materiali della storia: da quelle risalenti al castello marchionale, a quelle recenti appartenenti alla fase carceraria, come il camminamento di ronda esterno con le garitte metalliche.
La mostra, curata da Claudia De Giorgi e Claudio Germak, è promossa e organizzata dall’Associazione Culturale Marcovaldo in collaborazione con la Regione Piemonte e grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo.
La mostra fa parte del Calendario di Torino 2008 World Design Capital
“MANUfatto. Artigianato.Comunità.Design”. Saluzzo, La Castiglia, dal 14 giugno al 14 settembre.
Orario: giovedì – sabato: 15.00 – 19.00; domenica: 10.00-19.00
Ingresso: biglietto intero € 5,00; ridotto € 3,00 (7-14 anni; maggiori 65 anni; soci Marcovaldo; soci ACLI; Unitre Savigliano e Racconigi; docenti di Lettere, Architettura e Belle Arti; gruppi con più di 15 persone su prenotazione; possessori Conti Correnti Genius e Re-Play di UniCredit Banca, soci Touring Club); ingresso gratuito: fino a 6 anni, giornalisti, residenti in Caraglio (domenica mattina), possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte in corso di validità, possessori di Tessera Artea.
di Redazione curiosa