Marmottinia e Stambeccopoli
Settembre 4, 2008 in Attualità da Gabriella Grea
Prosegue la rassegna de “Il Traspiratore” sui rifugi e sui sentieri montani più suggestivi del Piemonte; protagonista il Parco Val Troncea ed il suo omonimo rifugio, appena ristrutturato ed inaugurato nella stagione estiva. Prima di pensare alla polenta ed al relax in quota raggiungiamo la valle.
Si arriva in auto al comune di Pragelato sulla statale SS 23 del Colle del Sestrières si devia in prossimità dell’abitato di Traverses per le frazioni di Plan, Pattemouche e Laval, dove cessa il tratto di strada percorribile in auto ed inizia il Parco.
Istituito nel 1980 non solo per tutelare flora e fauna del territorio, ma anche per promuovere il lavoro delle popolazioni locali, migliorandone le condizioni di vita, occupa 3280 ettari di montagna incontaminata, nel tratto più a monte del bacino del Fiume Chisone.
Una splendida passeggiata di circa 3 ore consente di attraversare tutta la valle fino al raggiungimento delle sorgenti del Chisone.
Sentinelle del Parco, vedette instancabili, le marmotte scorribandano sulle distese erbose e i loro fischi accompagneranno i vostri passi come una musica costante.
Accanto alle simpatiche palle di pelo, inerpicandosi sulle pietraie incontrerete esemplari di Capra ibex, meglio conosciuto come stambecco, o famiglie di camosci che trotterellano di sperone in sperone. Più timido e riservato il cervo, animale elusivo, difficile da osservare a breve distanza. E’ più facile udirne, nel periodo degli amori (settembre –ottobre), il possente bramito, emesso dai maschi rivali in segno di sfida. La nostra passeggiata si fa via via più rumorosa… questo tamburellare mi sembra familiare… un Picchio Rosso Maggiore sta segnando il territorio battendo il becco contro ilt ronco, una sorta di recinto virtuale tra pini e larici. Se siete fortunati, salendo in quota farete la conoscenza con un suo parente alpinista, il Picchio Muraiolo, che ama nidificare tra le crepe delle pareti rocciose dove si arrampica con grande abilità. Ancora uno sguardo all’orizzonte perché da lassù –in cima al Ghinivert- il mondo vi sta tutto negli occhi: Castore e Polluce, le montagne del Delfinato francese, il Monviso, le Alpi marittime che degradano nell’Appennino ligure e la piana torinese. Inebriati dal senso di appartenenza all’aria, all’acqua, alla natura più incontaminata, rientriamo al Rifugio Troncea.
E’ situato a 1915 m slm nella borgata Troncea di Pragelato, raggiungibile a piedi (90 minuti seguendo il sentiero dall’ingresso del Parco), in mountain bike (5 km da Pattemouche) oppure –solo nel periodo estivo- con la navetta del parco su prenotazione. Le “Giovani Marmotte” che lavorano per voi al rifugio sono una miniera di idee: serate a tema con cene tipiche tenteranno i più pigri e spingeranno alla socialità anche gli alpinisti più “selvatici”.
L’ultimo appuntamento della stagione sarà uno stage di due giorni – sabato 6 e domenica 7 settembre- sulle danze occitane.
Non pensiate che l’inverno vi imprigioni nela plumbea città. Il rifugio è base per gite alpinistiche classiche come il Monte Pelato, il Colle del Beh e il Bric Ghinivert; inoltre si può raggiungere attraverso la pista da sci di fondo o il “sentiero delle Ciaspole”, con le racchette da neve, in circa due ore dal fondo valle.
Quando la natura si fa più ostile e gli animali più timidi e rintanati il Parco vi apre altre pagine della sua preziosa storia. Insieme al resto dell’Alta Val Chisone la Val Troncea fu al centro di eventi storici di grande rilevanza, teatro di persecuzioni religiose e di battaglie epiche. Purtroppo i pascoli del Parco fanno anche da cimitero naturale ai minatori delle miniere del Beth morti nella valanga del 19 aprile del 1904. Nella seconda metà dell’800 4 gallerie in quota tra i 2300 e i 2850 m consentivano l’estrazione di zolfo e rame; nonostante nel 1898 fosse stato approvato un ingegnoso progetto di teleferica, le condizioni ambientali rendevano insostenibili il lavoro dei minatori: gli operai permanevano in quota tutto l’anno, avversati dl freddo e dal pericolo di valanghe. Il 19 aprile 1904 in seguito a copiose nevicate tardive i minatori decisero di scendere a valle per l’elevato rischio di valanghe. Precauzione inutile o nefasto presagio: a mezzogiorno una valanga travolse le squadre e 81 minatori persero la vita.
Numerosi ruderi con pannelli esplicativi lungo i sentieri rendono omaggio alle vittime e testimoniano il loro impegno.
Accanto alla storia reale riposano favole e leggende, riscaldati dalle tisane di Elena e aiutati da un sorso di genepì, i ragazzi del rifugio si rilasseranno e se sarete fortunati vi racconteranno – una fra tutte – la Leggenda della bella Troncy, sciatrice dalla bianca pelliccia, dama protettrice del Rifugio Troncea..
Parco Naturale Val Troncea
Via della Pineta – Fraz Ruà –
10060 Pragelato (TO)
Tel/Fax 0122.78849
[email protected]
www.parconaturalevaltroncea.it
Rifugio Troncea
Frazione Troncea
10060 Pragelato (TO)
3201871591
www.rifugiotroncea.it
prenotazioni navetta del parco 34860553503
www.provincia.torino.it
www.montagnedoc.it
www.turismotorino.org
di Gabriella Grea