Il segreto tra di noi
Settembre 19, 2008 in Libri da Gabriella Grea
“Ven sì, gatin, tenme companìa”, accarezzando il micio si risvegliano i ricordi, si riassaporano i gusti ed i profumi di Langa e ci si commuove se si è nati “per quelle parti”; in ogni riga trovi una zolla della tua infanzia. Nei modi bruschi e austeri delle mame cogli la timidezza brusca delle donne piemontesi quando vogliono mascherare un’emozione, quelle donne “già mezze anziane come lo diventiamo presto noi donne di campagna”.
Nelle nuvole di Langa scorrono le memorie del passato, dove la Grande Storia si fonde con la saga familiare del Valèt, “piccolo e sparuto, una macchia grigio-rosa nel caldo del mezzogiorno”.
Così nell’aia del Valèt scorrazzano i pulcini ruspanti, le prime auto degli anni Quaranta che portano i bachi da seta comprati come ogni anno alla Festa di San Marco di Cortemilia, con i gemelli del Bambìn venuti ad aiutare, ché troppo poveri per allevare bachi in proprio.
Purtroppo anche in campagna arrivano il cinismo dell’industrializzazione e la sofferenza dell’inurbazione coatta per “andare a star meglio”, per poi trovare la morte in fabbrica o a causa della fabbrica; mentre ancora si sentono gli spari del fucile che protegge le contadine dalla violenza animalesca dei soldati.
Il segreto tra di noi è il segreto custodito dal Valèt, la complicità affettuosa di chi ne condivide indimenticabili tradizioni, ma anche il trait d’union tra il lettore ed i personaggi, che si presentano con l’amara poesia della vita quotidiana. La vita e la morte, la nascita ed il lutto, l’amore ed il matrimonio, dal microcosmo dell’ Alta Langa prendono il sentiero del mondo rivelandosi nella loro ineluttabile universalità. “Ti senti un’estranea, anche a te stessa; ti rendi conto che la prima cosa da fare è capire chi sei, e ti piglia una grande paura di scoprire che non sei quella che gli altri si aspettano tu sia”: da una donna di Langa del primo Novecento alle ragazze europee del XXI secolo che leggeranno il romanzo tradotto nella loro lingua madre.
Qualche termine dialettale resterà inviolato, forse oscuro, ma, sostiene ragionevolmente l’autore, come in ogni altra regione e latitudine, la gente ha la propria voce e bisogna rispettarla così com’è.
Se alla fine del romanzo non sarete soddisfatti Farinetti tenterà di rabbonirvi prendendovi per la gola con una ricetta scolpita nel DNA dei piemontesi, di quale pietanza si tratta? Resta Un segreto tra di noi… lettori!
Gianni Farinetti, nato a Bra nel 1953, è architetto, nonchè copywriter, sceneggiatore e regista (documentari e cortometraggi), ha esordito in narrativa nel 1996 con il romanzo Un delitto fatto in casa, premiato con il Grinzane Cavour. Tra i suoi libri L’isola che brucia (1997, Premio Selezione Bancarella 1998), Lampi nella nebbia (2001), In piena notte (2002), Prima di morire (2004).
di Gabriella Grea