ZIO VANJA di Anton Cechov
Febbraio 12, 2009 in Spettacoli da Gabriella Grea
Lo spettacolo, con l’adattamento originale dello stesso Vacis e di Federico Perrone, è interpretato da Eugenio Allegri (Zio Vanja), Laura Curino (Balia), Paolo Devecchi (Iljà Telèghin), Michele Di Mauro (Michaíl Àstrov), Lucilla Giagnoni (Elèna Andrèevna), Davide Gozzi (Efim), Alessandro Marchetti (Aleksàndr Serebrjakòv), Laura Panti (Maria Vasílievna), Francesca Porrini (Sonja Aleksàndrovna). Composizione scene, costumi, luci e scenofonia di Roberto Tarasco. Studi per la scenografia Lucio Diana. Registi assistenti Marco Ivaldi, Federico Perrone, assistente alle luci Alessandro Bigatti, assistente scene/costumi Lucia Giorgio, video Lorenzo Barello, suono Fabio Vignaroli.
Zio Vanja, coprodotto dalla Fondazione del Teatro Stabile di Torino e dalla Fondazione Teatro Regionale Alessandrino, è inserito nella Stagione in Abbonamento del Teatro Stabile di Torino e sarà replicato al Teatro Carignano fino a domenica 15 febbraio 2009.
Dopo il successo di R&J Links, spettacolo nato da intuizioni e suggestioni tratte dal Romeo e Giulietta di William Shakespeare, Gabriele Vacis sceglie di dedicarsi ad un altro grande drammaturgo, Anton Cechov, portando in scena Zio Vanja. Sviluppando i temi della delusione e della rassegnazione, il testo porta con sé i tratti distintivi dell’opera dell’autore: Vanja si occupa della proprietà agricola di Sonja, sua nipote, figlia della sorella defunta e di Serebrjakòv che ne percepisce i redditi. La serenità di Vanja è interrotta dalla volontà di Serebrjakòv di vendere la terra e tra i due uomini si manifesta una forte rivalità. Vanja tenta così di uccidere, senza successo, Serebrjakòv il quale lascia al cognato il compito di far prosperare le terre continuando, però, a garantirgli una rendita. Zio Vanja tocca le corde più profonde di ciascuno di noi: ogni personaggio, ad un certo punto, dice la “verità” su se stesso e quando non è lui a dirla, quella “verità” è pronunciata da un altro. Ma questi personaggi in realtà non riescono a procedere oltre la pura esternazione, trascinati nell’ovvietà della propria esistenza: la consuetudine del tè, la vodka, la musica, la convenzione del ricevimento, il tempo del riposo… E quando un barlume di azione si concretizza, sbagliano il bersaglio. Quella degli uomini e delle donne che popolano il piccolo mondo cechoviano è una coscienza apparentemente inutile, disillusa, inane ma non inconsapevole. Cechov registra la mutazione di un’epoca, senza dare ai propri personaggi la possibilità di parteciparvi.
«Per l’attesa riapertura del Carignano – afferma Mario Martone, Direttore del Teatro Stabile di Torino – ho istintivamente pensato a Gabriele Vacis. Gabriele ed io siamo della stessa generazione, stimo profondamente il suo lavoro da sempre, ricordo la portata innovativa del suo teatro “umano” in un panorama di sperimentazione che negli anni Ottanta rischiava delle formalizzazioni estetizzanti. È questo teatro umano che mi fa pensare che tra i registi italiani Vacis sia quello che con maggiore sensibilità possa avvicinarsi al mondo di Cechov. Tutti hanno nella memoria Novecento, e a tutti può apparire chiaro quanto sia affascinante oggi immaginare zio Vanja con il volto di Eugenio Allegri. La riapertura del Carignano con uno spettacolo realizzato dal nucleo storico della compagnia di Vacis vuole dunque essere un omaggio alla forza che questo gruppo di artisti torinesi, da cui tante esperienze di teatro di narrazione italiane sono scaturite, ha avuto nel nostro Paese».
«Quelli che parlano e quelli che fanno. Ci sono periodi – afferma Gabriele Vacis, Direttore Artistico della Fondazione Teatro Regionale Alessandrino – in cui comandano quelli che parlano e altri in cui comandano quelli che fanno. Mi ha sempre stupito come riescono a convivere queste due categorie umane. Forse grazie al fatto che esiste una terza categoria: quelli che ascoltano. Cechov mette sul palco le prime due categorie. Le fa muovere meravigliosamente, ne intreccia i destini fino a confonderli. L’obiettivo di questa danza è convincere il pubblico ad entrare nella terza categoria: quelli che ascoltano. Ci vogliono gli attori e lo spazio giusto. Gli attori sono i miei compagni di una vita. Lo spazio sarà il teatro in cui ci portavano da bambini a vedere il teatro. Chissà che non riusciamo a restituire la magia di Cechov. Ancora una cosa: grazie a Mario Martone per la sensibilità con cui ha voluto questo progetto e per l’amicizia con cui mi aiuta a metterlo insieme».
In un’intervista a Giulio Giorello G.Vacis sottolinea l’umorismo che scorre sagace nelle profondità del teatro cechoviano:”Il teatro italiano considera con sospetto il momento in cui si ride. Ho visto mettere in scena Goldoni tagliando le parti in cui proprio non si riesce a non far ridere. Certo non stiamo parlando di farse. Per capire il sentimento che passa in Cechov possiamo tornare al cinema, del resto l’autore russo è una sorta di nume tutelare del cinema contemporaneo, mi viene in mente Segreti e bugie di Mike Leigh, con quel suo finale in cui la madre e le figlie si ritrovano nel giardino di casa a guardare i nanetti di gesso… Ecco, quel sentimento lì corrisponde a Cechov, qualcosa che sta sempre in bilico tra il piangere e il ridere…
Elena: bel tempo oggi… non fa caldo…Vanja: con un tempo simile sarebbe bello impiccarsi… (Atto I)
Adattamento originale di Gabriele Vacis e Federico Perrone
con Eugenio Allegri, Laura Curino, Paolo Devecchi,
Michele Di Mauro, Lucilla Giagnoni, Davide Gozzi,
Alessandro Marchetti, Laura Panti, Francesca Porrini
regia Gabriele Vacis
composizione scene, costumi, luci e scenofonia Roberto Tarasco
Una produzione della Fondazione del Teatro Stabile di Torino
e della Fondazione Teatro Regionale Alessandrino
INFO BIGLIETTERIA:
Biglietti: Intero € 24,00
Recite: inaugurazione, lunedì 2 febbraio 2009, ore 20.00
Da martedì 3 a sabato 7 febbraio 2009, ore 20,45. Domenica 8 febbraio, ore 15,30.
Lunedì 9 febbraio riposo. Da martedì 10 a sabato 14 febbraio 2009, ore 20,45.
Domenica 15 febbraio, ore 15,30.
Biglietteria TST: Salone delle Guardie – Cavallerizza Reale (Via Verdi, 9 – Torino),
telefono 011 5176246, orario dal martedì al sabato 12.00/19.00
Nei giorni di recita è possibile acquistare i biglietti alla cassa del teatro
un’ora prima dell’inizio dello spettacolo (escluso il 2 febbraio)
Vendita telefonica tel. 011 5637079 (dal martedì al sabato, orario 12.00/18.00)
Numero Verde 800 235 333
www.teatrostabiletorino.it – [email protected]
di Gabriella Grea