La cinquina del Campiello XLVII
Luglio 8, 2009 in Libri da Stefano Mola
Il Premio Campiello, giunto alla sua XLVII edizione, ha scelto la sua cinquina di finalisti. La cerimonia si è tenuta sabato 23 maggio nella Sala dei Giganti dell’Università di Padova, di fronte al consueto parterre di imprenditori veneti, istituzioni culturali, giornalisti, rappresentanti delle case editrici.
La Giuria dei Letterati, presieduta dall’architetto Mario Botta doveva sfogliare una rosa di 29 candidati, oltreché proclamare l’opera vincitrice del riconoscimento Premio Campiello Opera Prima. Ricordiamo qui gli altri componenti della giuria: il linguista Gianluigi Beccaria, lo scrittore e storico Riccardo Calimani, il critico d’arte Philippe Daverio, il sociologo Domenico De Masi, i giornalisti Aldo Forbice e Giuseppe Sottile, la presidente dell’Accademia della Crusca Nicoletta Maraschio, il critico letterario Lorenzo Mondo, i linguisti Salvatore Silvano Nigro e Silvio Ramat, la Presidente della omonima fondazione d’arte Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
Sono state necessarie ben cinque votazioni. Alla prima tornata sono entrati: Conta le stelle, se puoi (Einaudi) di Elena Loewenthal, con l’unanime consenso di tutti i giurati aggiudicandosi 12 voti. A seguire, entrambi con 9 voti Almeno il cappello (Garzanti) di Andrea Vitali e Il superstizioso (Sellerio) di Francesco Recami. Al terzo scrutinio è entrato con 7 voti La croce e la sfinge, vita scellerata di Giovan Battista Piranesi (Bompiani) di Pierluigi Panza, e alla quinta votazione sempre con 7 voti Venuto al mondo (Mondadori) di Margaret Mazzantini.
Uno poi ci si aspetta all’opera prima un ggiovane. invece per esordire un’età non c’è. Nemmeno 73 anni sono troppi per il vincere il Campiello Opera Prima. Settantatre sono infatti gli anni di Cesarina Vighy, autrice L’ultima estate (Fazi editore). Ecco la motivazione dei giurati: un libro che, raccontando un’intera esistenza, approda a un ‘De senectute’ intriso di dolorosa saggezza. Con un linguaggio asciutto che sa essere commosso e nello stesso tempo autoironico. E’ la testimonianza di una donna che affida alla parola l’estrema resistenza contro la malattia e lo sfinimento della vita.
Ora come sempre ci sono trecento sconosciuti lettori, di tutta Italia, di tutte le classi sociali, sconosciuti e famosi. Avranno un’estate per leggere la cinquina dei finalisti e con i loro amori e disamori letterari decretare, il 5 Settembre prossimo, l’opera vincitrice. È il bello di questo premio, che, nelle parole del Presidente della Fondazione Il Campiello e di Confindustria Veneto Andrea Tomat mantiene ancora oggi intatta la sua idea e la sua formula: una competizione letteraria in grado di promuovere libri e scrittori senza nessuna ideologia. Il Campiello oltre al valore qualitativo delle opere vanta da sempre il valore dell’autonomia, della trasparenza e dell’indipendenza qualità che credo siano aspetti non secondari per un premio letterario
Sappiate inoltre due cose ancora. Che potrete incontrare gli autori finalisti in incontri aperti al pubblico promossi dalla Fondazione Il Campiello. In Luglio le date e i luoghi sono: mercoledì 15 luglio al Festival di Ravello, giovedì 23 luglio a Porto Cervo e giovedì 30 luglio a Jesolo.
L’ultima cosa è che troverete come sempre su queste pagine le recensioni dei libri finalisti. Auguri di buone letture estive a tutti, giurati e non.
di Stefano Mola