A ciascuno il suo 2 mila…

Giugno 30, 2003 in Medley da Redazione

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La crisi industriale delle città occidentali, che dagli anni Ottanta ha via via investito tutti i centri produttivi europei, non trascurando i centri minori, ha spinto gli amministratori verso la terziarizzazione delle proprie comunità urbane. Nel caso delle città più grandi, questo rilancio è spesso passato per un grande evento internazionale, in grado di dare una decisa spinta urbanistica e di attrarre le attenzioni turistiche dei visitatori.

Le ricadute dell’evento devono essere calcolate in prospettiva, e non limitandosi all’evento e ai suoi dintorni temporali. Se il gioco vale la candela, le, a volte, effimere architetture ed i piani estremamente costosi messi in cantiere possono essere un volano capace di proiettare la città nell’olimpo delle metropoli mondiali, per capacità attrattiva del turismo certamente, ma anche come polo fieristico, appetibilità congressuale, istituti di ricerca ed alta tecnologia. Così hanno fatto a loro tempo Siviglia, Barcellona, Genova (più volte…), Lione, Hannover; e questo è quello che spera di fare Torino organizzando i giochi olimpici invernali del 2006.

Oltre alle Esposizioni Universali ed ai Giochi Olimpici, siano essi estivi od invernali, c’è un’altra via per provare al mondo la dinamicità del proprio tessuto sociale e la bellezza del proprio patrimonio. È la strada della candidatura a Capitale Europea della Cultura, che ha scelto Lille. Collocata in un luogo di passaggio tra diversi Stati, impreziosita da alcune perle architetturali, ma schiava del suo passato industriale, in piena crisi di identità e d’occupazione, la città del nord della Francia ha deciso di sottoporsi al test dell’accoglienza turistica e culturale per rilanciare la sua immagine e creare posti di lavoro. Proprio come Torino. E come Torino ha coinvolto nel progetto l’intera regione, anzi, l’Euroregione: sia le Fiandre francesi (con Dankerque, Tourcoing, Roubaix, Boulogne sur Mer), sia quelle belghe (Tournai, Mons, Courtrai).

Per un anno intero, ed in contemporanea con Genova, anch’essa Capitale Europea della Cultura 2004, Lille sarà una continua fucina di avvenimenti artistici, spettacoli teatrali e di strada, mostre, dibattiti. I cantieri si moltiplicano in città, per migliorare la viabilità e soprattutto l’arredo urbano; vuoti industriali sono stati ripresi in mano per dar vita alle “Maisons Folie”; concorsi internazionali di idee sono stati lanciati e vinti da artisti che arrivano dai quattro angoli del mondo. Non è da trascurare poi la figura degli «ambasciatori»: come gli 006 di Torino, si tratta di volontari che prestano o presteranno il loro aiuto per la riuscita dell’avvenimento.

Mentre per goderci i giochi di Torino dovremo sorbirci ancora cantieri su cantieri e polemiche dopo polemiche, per Lille 2004 (che tra l’altro ha già la metropolitana) siamo a soli sette mesi dal goderci tutte, o parte, delle feste organizzate. Se tutto dovesse andare come sperato, nei prossimi anni sentiremo ancora parlare di un bel posto dove andare in vacanza che si chiama Lille; come è già successo a Siviglia e più recentemente a Brugge: l’anno scorso Capitale della Cultura, oggi continua ad attrarre frotte di turisti. Auguri a tutte, anche a Torino.

di Diego DID Cirio