A Torino il congresso mondiale degli architetti paesaggisti
Aprile 16, 2016 in Arte, Attualità, Net Journal, Primo Piano da Claris
Evento di rilevanza mondiale il congresso di questa settimana ospitato al Lingotto di Torino: si tratta infatti del 53° Congresso della IFLA, la Federazione Internazionale degli Architetti del Paesaggio (dal 20 al 22 aprile 2016). E, stando alle parole di uno dei più famosi architetti di sempre, Le Corbusier, che citando Torino scrisse “la città con la più bella posizione naturale al mondo”, quale città avrebbe più titoli per ospitare questo evento?
E di posizioni geografiche (anche di quelle non tutte straordinaria come Torino!), di aspetti di commistione tra parti urbane e suburbane, di cultura della bellezza e integrazione tra edifici e paesaggio, tra interventi ecologici e industriali, si parlerà per tre giorni in questo congresso organizzato da AIAPP – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, rappresentante di IFLA in Italia, che raggruppa i professionisti italiani attivi nell’ambito dell’architettura del paesaggio. E saranno ben 2.000 gli architetti del paesaggio, i tecnici e gli studiosi della disciplina provenienti da tutto il mondo. I lavori saranno strutturati in 4 sessioni principali e parallele, dedicate all’approfondimento dei temi del Congresso: Sharing Landscapes, Connected Landscapes, Layered Landscapes, Inspiring Landscapes. Tutti e quattro i filoni uniti dal cappello comune del titolo, ‘Tasting the Landscape’, un po’ in omaggio anche alla tipicità del gusto, tutta italiana e piemontese in particolare.
Il congresso invita a considerare il progetto di paesaggio come espressione di una maggiore consapevolezza dei processi di trasformazione e come opportunità di miglioramento degli spazi di vita delle popolazioni. L’espressione Tasting, nel suo significato di assaporare e gustare applicata al paesaggio implica un’attenzione alla dimensione sensibile dei luoghi, una considerazione sulla lentezza come valore: invita a non dimenticare gli aspetti emozionali e percettivi come agenti creativi per il progetto. Inoltre, rinvia all’esperienza della scoperta, a un’attitudine inventiva che porta a indagare in profondità, cercando di comprendere, valutare e rielaborare immagini, pratiche e segni che possono orientare secondo un senso comune e condiviso l’inevitabile cambiamento di territori e paesaggi.
Tasting the landscape intende dunque porre l’accento sul progetto di paesaggio come strumento di produzione di qualità, di benessere, di risorse, di beni comuni e sul ruolo centrale del paesaggista nei processi di rigenerazione e riconfigurazione di luoghi e territori. Per i partecipanti al Congresso costituirà campo privilegiato di confronto e di discussione la dimensione dei paesaggi periurbani, ambiti dove differenti pratiche, stili di vita e forme del cambiamento si incontrano e si scontrano. Qui si esprimono con maggiore intensità le tensioni di trasformazione degli insediamenti umani e lo spazio agricolo tende a perdere il suo ruolo produttivo tradizionale: il rapporto tra città e campagna è destinato a ricombinarsi in rinnovati assetti multifunzionali ed eterogenei. Questi territori instabili, ibridi, ambigui, proprio perché tendenzialmente irrisolti, costituiscono un fecondo terreno di ricerca e di applicazione per la pianificazione e la progettazione paesaggistica: negli spazi peri-urbani pare giocarsi buona parte della sfida della sostenibilità per le città del nuovo millennio. Una sfida alla quale sono chiamati a lavorare insieme amministratori, tecnici, società civile, agricoltori e che rende indispensabile il contributo dei professionisti del paesaggio.
Diamo infine un focus sui quattro principali filoni su cui si incentreranno i lavori
Sharing Landscapes
Considerando la città non tanto come luogo del consumo, ma soprattutto come campo di relazione tra cibo, società e territorio, questa sessione vuole indagare ogni aspetto della produzione di risorse alimentari in ambito urbano e peri-urbano. Concetto fondante è l’agricoltura nella sua potenzialità multifunzionale. Forme e progetti dei paesaggi post-agricoli possono aiutare a costruire una nuova dimensione degli spazi aperti come paesaggi della condivisione.
Connected Landscapes
Il concetto di sostenibilità implica la capacità di assicurare, nel corso di un determinato processo di trasformazione, la conservazione e la riproduzione di beni e risorse in un’ottica economica, ambientale, naturale e sociale. In questa sessione si intende dimostrare come, favorendo connessioni tra le diverse variabili in gioco e superando la rigida contrapposizione tra indirizzi di tutela e domanda di sviluppo, il progetto di paesaggio possa costituire un valido strumento per generare nuove economie attraverso il cambiamento di luoghi e territori.
Layered Landscapes
La sessione esplora l’azione del paesaggista nei luoghi stratificati, caratterizzati da profondità storica e dalla sovrapposizione di memorie o di usi, che assumono una dimensione contemporanea attraverso le contaminazioni culturali, il riconoscimento delle diversità biologiche e temporali, la riattivazione di relazioni spaziali e semantiche. In questi contesti, piano e progetto di paesaggio di vengono gli strumenti per sperimentare strategie e pratiche innovative di cura, conservazione inventiva e messa in valore di risorse
Inspiring Landscapes
La sessione intende evidenziare una particolare funzione sociale dell’architettura del paesaggio, quella connessa alla costruzione di immaginari collettivi e alla tutela attiva di patrimoni poetici condivisi. Così come i differenti linguaggi dell’arte hanno contribuito nel tempo a formare idee di paesaggio e di bello in natura, il lavoro del paesaggista può favorire la reinvenzione di un senso comune dei luoghi, anche attraverso inedite contaminazioni con pratiche artistiche.