Accademia Bizantina
Novembre 14, 2005 in Spettacoli da Marcella Trapani
Lunedì 14 novembre all’Auditorium del Lingotto il gruppo Accademia Bizantina suonerà musiche di Vivaldi sotto la direzione del maestro O. Dantone. Eseguirà il Concerto n. 8 per 2 violini, archi e continuo RV 522; il Concerto n. 6 per violino, archi e continuo RV 356; il Concerto n. 5 per 2 violini, archi e continuo RV 519 (dall’Estro Armonico op. 3) e Le stagioni, 4 concerti da Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione op. 8.
Il gruppo si è formato nel 1983 a Ravenna con alla testa il violinista C. Chiarappa; subito dà vita a un’attività concertistica molto vivace e alle prime incisioni, tra cui l’opera omnia di Corelli nel 1990. Dal 1996 la direzione è stata assunta da O. Dantone che avvia la fase attuale della compagnia. L’Accademia ha espresso in questi ultimi anni una grande vitalità e una eccezionale prontezza a promuovere la ricerca e la promozione della cultura musicale, collaborando con musicisti di clara fama sia italiani che internazionali. Citiamo tra i lavori in uscita, l’opera V di Corelli per Arts e il progetto di collaborazione con il controtenore A. Scholl per l’edizione del repertorio del Senesino, famoso castrato del XVIII secolo, con annessa tournée europea.
I concerti scritti da Corelli nel primo decennio del XVIII secolo usavano soltanto gli strumenti ad arco e un cembalo per realizzare il basso. A partire dall’Opus 3, L’estro armonico, Vivaldi compì enormi progressi rispetto ai modelli precedenti, specie nel trattamento del quartetto. La maggior parte dei concerti venne scritta per il servizio da lui svolto presso il Seminario musicale dell’Ospedale della Pietà dove Vivaldi entrò nel 1703 come professore di violino. La Pietà era un ospizio di carità nel quale venivano alloggiate e protette le fanciulle orfane, prive di paternità. Nell’ospizio si impartivano lezioni di varia cultura e di musica: vi si praticavano il canto, la musica strumentale e cenni di composizione. Vivaldi restò in carica per trentasette anni; alla Pietà fondò un complesso musicale formato da donne, del quale fu direttore d’orchestra e compositore titolato. Il prestigio della sua carica, unita alla bellezza delle sue composizioni, fece di lui una celebrità.
Non sappiamo in quali circostanze vennero scritti i Concerti che formano Le stagioni, ma con ogni probabilità furono composti intorno al 1720. La prima edizione a stampa del Cimento dell’Armonia e dell’Inventione uscì ad Amsterdam nel 1725 presso l’editore La Cène, uno dei massimi stampatori di musica del tempo. Come i rivali e concorrenti francesi e tedeschi, il “prete rosso” aveva una disposizione di tipo narrativo. Gran parte dei suoi concerti portano infatti un titolo narrativo. Il titolo di Cimento dell’Armonia e dell’Inventione cela l’intento di indicare l’intransigenza dell’ ”Armonia”, o musica pura, allorquando l’”Inventione”, o facoltà immaginitiva, cerca di imporle significati extra-musicali: è una lotta tra i due fattori che entravano in gioco al momento della composizione.
I concerti del Cimento sono dodici, dei quali sette portano un titolo e cinque ne sono privi. L’intera raccolta comprende otto concerti, oltre ai quattro de Le Stagioni, tutti per violino, tranne il Concerto in Re maggiore e quello in Do maggiore che sono per oboe. In termini di “Inventione” i quattro concerti de Le Stagioni risultano ancora più descrittivi dei restanti dell’ op. 8 in quanto ognuno di essi è accompagnato da un “Sonetto dimostrativo”. L’autore dei testi è ignoto, ma alcuni musicologi ritengono che si tratti dello stesso Vivaldi.
di Marcella Trapani