Ad Ammaniti il Campiello Germania
Febbraio 19, 2006 in Libri da Stefano Mola
Il Premio Campiello si è costruito una dépendance in Germania. Come funziona? Innanzi tutto, è rivolto a tutti i libri di scrittori italiani pubblicati in Italia a partire dal gennaio 2001 e tradotti in tedesco negli ultimi tre anni. C’è poi un comitato di italianisti tedeschi che seleziona i libri in concorso: Klaus Hempfer (Freie Universität Berlin), Dieter Kattenbusch (Humboldt Universiät Berlin) e Thomas Stehl (Universität Postdam). Infine, c’è una giuria, che all’interno della rosa di titoli selezionati, decide il vincitore. Della giuria fanno parte: l’architetto Hans Kollhoff, la direttrice del Kulturstiftung der Länder, Isabel Pfeiffer-Poensgen, il direttore generale del Goethe-Institut in Italia, Michael Kahn-Ackermann, il presidente di Villa Vigoni, Erich Kusch. A presiedere, Christina Weiss, già ministro della cultura.
Ebbene, dopo questa (doverosa) teoria di nomi, veniamo al più importante, senza peraltro resistere alla tentazione di nasconderlo ancora un po’. Che cosa vi dice infatti il titolo che ha vinto: Die Herren des Hügels? Se dal rigoroso germanico idioma torniamo indietro alla nostra mandolinica lingua, otteniamo: gli uomini della collina. Non state a scervellarvi troppo. Non vi siete persi uno scrittore emergente italiano sconosciuto. Semplicemente, questo è il titolo che l’editore Die Herren des Hügels ha scelto di dare al romanzo di Niccolò Ammaniti Io non ho paura, che da noi ha avuto (e continua ad avere) un grande successo, grazie anche al (bel) film che ne ha tratto Gabriele Salvatores. La traduzione in tedesco (importante ricordarsi di citare i traduttori, che hanno un ruolo culturale fondamentale) è di Ulrich Hartmann. La giuria ha scelto all’unanimità.
Direi che per Ammaniti è un’ennesima e importante conferma. Significa che è riuscito a scrivere una storia che lascia una traccia, che genera una eco anche in terre (apparentemente) lontane da un’ambientazione innegabilmente italiana, come la vicenda di Michele Amitrano che scopre nel pieno di una campagna afosa, un bambino nascosto in un buco nella terra, e non può raccontarlo a nessuno. Ne è una prova la motivazione della giuria: per il modo in cui l’autore descrive il processo di maturazione del giovane che avviene attraverso l’esperienza di sentimenti contrastanti quali la paura, il coraggio, l’amicizia e il tradimento all’interno di un mondo contadino apparentemente semplice.
Il Campiello Germania è promosso ed organizzato da Confindustria Veneto attraverso la Fondazione Il Campiello il Campiello Germania con la fondamentale collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino il cui direttore, Renato Cristin ha fortemente sostenuto l’iniziativa fornendo il supporto organizzativo in Germania.
La premiazione si terrà a Berlino il prossimo 23 febbraio nella Festsaal del Rotes Rathaus nel corso di una cerimonia alla quale interverranno, tra gli altri, Andrea Riello, Presidente di Confindustria Veneto e della Fondazione Il Campiello, Christina Weiss , Presidente della Giura dei Letterati, Elena Loewenthal, traduttrice e scrittrice, Antonio Martuscello, viceministro ai Beni e Attività culturali, Renato Cristin, Walter Fortuna , e Mauro Mazza direttore del TG2. Oltre al vincitore un riconoscimento verrà consegnato anche all’editore e al traduttore.
di Stefano Mola