Affari di cuore…
Febbraio 25, 2001 in il Traspiratore da Redazione
“E’ un mondo difficile…” canta Carotone, che poi conclude, a fine ritornello, “…me cago dell’amor”, e non è un’espressione scurrile, ma la traduzione spagnola per dire “me ne frego dell’amor…”!
Ah, se è un mondo difficile! Oltre alle comuni difficoltà della vita, stanno diventando sempre più complessi anche i rapporti sociali. Non mi riferisco a quelli che compaiono a fine TG, relativi ai dati raccolti dai vari “istituti di indagine”, bensì alla loro forma più semplice e quotidiana: i rapporti a due.
Ritengo ci sia una grande difficoltà di comunicazione, non tanto nella possibilità, quanto nei modi. Sicuramente oggi si hanno maggiori possibilità di scambi, sms, cellulari, e-mail, internet e i sui forum di discussione, chat-room…, ma quando ci si trova, come si suol dire, “a tu per tu”, qualcosa non va. Per i pochi timidi rimasti emerge la paura di mostrarsi e farsi avanti; in questi casi Internet forse è un valido aiuto. Per tutti gli altri, invece, è il contrario: non stanno più zitti un attimo, non ti fanno dire “beh”.
Troppo spesso capita di incontrare persone che ti soffocano spiegandoti le mille attività da loro svolte, tanto che ti chiedi dove trovino il tempo per lavorare o studiare. Buon per loro se riescono a conciliare tutti gli impegni; resta comunque aperta una questione importante: comunicare significa parlare, ma anche ascoltare.
Probabilmente la vita di oggi, così frenetica, ci abitua a concentrare la nostra attenzione solo su alcune informazioni superficiali: “di che cosa ti occupi nella vita? dove vai in palestra? sai sciare?”. Queste sono le domande, tipo test di ingresso. Se le risposte sono conformi ai nostri standard, allora si prova a continuare la conversazione, altrimenti il “passo e chiudo” sembra essere obbligatorio.
Ecco l’assurdità: si giudicano le persone dagli aspetti di contorno e non dai valori essenziali, convinti che se i primi non rispondono ai nostri requisiti non sia importante scoprire i secondi. Insomma, si sta impostando e facendo passare per logico un modo di essere completamente a-logico.
Siamo portati a parlare di aspetti secondari e poco di noi stessi, per poi entusiasmarci ed appassionarci alla vita vissuta (ma reale?!) ed alle storie di 10 ragazzi chiusi per tre mesi tra le quattro mura di una casa. Analizziamo meglio la situazione. Finché siamo adolescenti abbiamo una facilità innata nel fare tante conoscenze, poi, man mano che gli anni passano, diventiamo più esigenti, meno tolleranti, con la conseguenza che il cerchio di persone con cui siamo felici di condividere i nostri spazi personali diventa sempre più stretto. Se aggiungiamo che troppe volte i contesti in cui viviamo e lavoriamo non sono ideali per conoscere persone che superino la selezione di ingresso prima citata, è chiaramente comprensibile la sensazione di solitudine propria di parecchi individui nell’odierna società.
E’ per questo che hanno tanto successo le chat, le agenzie matrimoniali e le associazioni dove lo scopo primario è incontrsi per fare nuove amicizie. Forse, addirittura, si partecipa ai quiz televisivi, non tanto per vincere un cospicuo montepremi, quanto per poter dire di essere single e lanciare così, in maniera indiretta, ma violenta e verso un’ampia platea, un annuncio importante.
Ditemi voi, è possibile essere arrivati a questo punto? Scrivetemi le vostre opinioni ([email protected])!
di Vanessa Tornabene