Al Teatro Regio di Torino il Rigoletto di Giuseppe Verdi
Febbraio 12, 2019 in Attualità, Net Journal, Primo Piano, Spettacoli da Marcella Trapani
In quanto al titolo quando non si possa tenere Le roi s’amuse, che sarebbe bello… il titolo deve essere necessariamente La maledizione di Vallier, ossia per essere più corto
La maledizione. Tutto il soggetto è in quella maledizione che diventa anche morale.
Un infelice padre che piange l’onore tolto alla sua figlia, deriso da un buffone di corte
che il padre maledice, e questa maledizione coglie in una maniera spaventosa
il buffone, mi sembra morale e grande, al sommo grande.
Giuseppe Verdi, lettera a F.M. Piave, 3 giugno 1851
E’ stato presentato oggi al Teatro Regio di Torino il nuovo allestimento del Rigoletto di Giuseppe Verdi per la regia di John Turturro e la direzione musicale di Renato Palumbo. La prima andrà in scena il 6 febbraio alle ore 20 trasmessa in diretta su Rai Radio 3 a cura di Susanna Franchi. L’allestimento è una coproduzione del Teatro Regio con il Teatro Massimo di Palermo, la Shaanxi Opera House e l’Opéra Royal de Wallonie-Liège.
La nuova produzione del Rigoletto è realizzata con il contributo della Società Reale Mutua Assicurazioni, socio fondatore del Teatro Regio dal 2012.
Per l’attore italo-americano si tratta di un assoluto debutto nella regia operistica; è coadiuvato in questo da Cecilia Ligorio che, in occasione della conferenza stampa, ha fatto anche da interprete. Turturro è un grande appassionato dell’Italia e della musica italiana (come ha dimostrato, per esempio, con la regia del suo film Passione, interamente dedicato alla musica napoletana classica in chiave rivisitata). Era già stato a Torino per recitare al Teatro Stabile nel 2010 in Fiabe italiane (di cui aveva curato anche la regia), liberamente ispirato alle Fiabe italiane di Italo Calvino e alle favole di Giambattista Basile e Giuseppe Pitrè, ma, prima di allora era stato nel capoluogo piemontese in occasione delle riprese del film La tregua di Francesco Rosi, nel 1997, ove interpretava lo scrittore torinese Primo Levi.
In occasione dello spettacolo teatrale di Turturro nel 2010, la città di Torino aveva organizzato varie iniziative per celebrare l’artista newyorkese: il Museo Nazionale del Cinema aveva programmato una retrospettiva dei suoi film dal titolo Tra Palermo e Brooklyn. Omaggio a John Turturro, mentre il DAMS della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Torino gli aveva dedicato una giornata di studi.
Turturro ha dichiarato che la sua regia del Rigoletto vuole essere fortemente essenziale, evitando qualsiasi eccesso per porsi solo al servizio della storia e della musica di Verdi.
Il direttore Renato Palumbo ha iniziato precocemente la sua carriera di direttore, debuttando nel 1981 a soli 18 anni nella direzione con Il trovatore di Giuseppe Verdi. Ha diretto nei teatri d’opera e nelle sale da concerto d’Europa, Stati Uniti, Asia e Africa. È stato direttore principale del Teatro dell’Opera di Città del Capo e direttore musicale del festival di Macao per nove anni, nonché direttore principale della Deutsche Oper Berlin fino al 2007.
Rigoletto è il grande Carlos Àlvarez, Gilda è Ruth Iniesta e il duca di Mantova Stefan Pop.
Il baritono Carlos Àlvarez ha spesso calcato le scene del Regio nel Don Giovanni, La Traviata, Falstaff e Tosca. Ha iniziato la sua carriera come baritono mozartiano ed ha cantato nei maggiori teatri del mondo, dal Covent Garden di Londra al Metropolitan di New York fino alla Staatsoper di Vienna.
Il soprano Ruth Iniesta ha iniziato la sua carriera nel musical ma poi ha intrapreso lo studio da soprano e si è fatta notare per la pulizia nelle colorature e per l’espressività; ha già sostenuto lo stesso ruolo di Gilda al debutto dell’opera a Palermo ad ottobre dello scorso anno. Insignita, tra gli altri, del prestigioso “Premio Lírico Campoamor 2015” come cantante rivelazione e del “Premio Codalario” come migliore nuova artista del 2015, Ruth Iniesta ha debuttato nel 2012 al Teatro de la Zarzuela di Madrid. Da allora è invitata regolarmente in teatri e festival come il Teatro Real di Madrid, il Gran Teatro del Liceu di Barcellona, il Rossini Opera Festival di Pesaro, il Teatro Comunale di Bologna, la Staatskapelle di Berlino.
Nato in Romania, il tenote Stefan Pop ha studiato violino per 12 anni e poi ha intrapreso lo studio del canto lirico. Ha debuttato nel 2008 a 21 anni ne L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti al Teatro dell’Opera di Timisoara. Dopo aver ottenuto il primo premio al concorso Operalia, promosso dal Teatro alla Scala nel 2010, ha iniziato una carriera di grande impegno, esibendosi al Teatro Verdi di Trieste, alla Staatsoper di Amburgo, alla Staatsoper di Vienna e alla Royal Opera House di Londra.
Del cast fanno parte anche Gianluca Buratto (Sparafucile), Carmen Topciu (Maddalena), Carlotta Vichi (Giovanna). Nel corso delle 10 recite, nei ruoli dei protagonisti si alterneranno Amartuvishn Enkhbat (Rigoletto), Gilda Fiume (Gilda), Iván Ayón Rivas (il Duca) e Romano Dal Zovo (Sparafucile).
Ambientata alla fine del ‘700 (e non nel ‘500 come nel libretto originale di Francesco Maria Piave) alla corte del duca di Mantova, la storia di Rigoletto è tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse (“Il re si diverte”); con Il trovatore (1853) e La traviata (1853) forma la cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi.
Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca. La stessa sorte era toccata nel 1832 al dramma originario: nel lavoro di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Nell’opera si arrivò al compromesso di far svolgere l’azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova.
I bellissimi costumi di Marco Piemontese daranno vita a un monocromatismo che va dal nero al blu notte, con l’unica eccezione di Gilda, in bianco, il solo personaggio non toccato dal degrado morale che permea la corte. Turturro ha realizzato uno spettacolo elegante, essenziale, sottile, quasi un’opera gotica. Tutti i personaggi mentono, tutti tradiscono, regnano l’egoismo e la dissolutezza. Il regista statunitense – che viaggia con passaporto italiano e ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal sindaco di Aragona, in provincia di Agrigento, paese da dove provengono i suoi avi – lascia tutto lo spazio alla musica e al canto, convinto che solo così vengano fuori i veri caratteri dei personaggi.
Biglietteria:
Teatro Regio
Piazza Castello 215
Tel. 011-8815557
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