AMMMERICA – Atto decimosecondo
Giugno 22, 2011 in Viaggi e Turismo da Meno Pelnaso
Negli uffici non manca la macchinetta per fare il caffè, i thermos pieni (alti e grossi come frigoriferi), panini, dolci, merende, saccarina (… già ..- sapete … la linea …), …
Personale del catering continua ad entrare ed uscire dagli uffici.
Durante il lavoro, le riunioni informali, i meeting, la gente continua a prendere qualche cosa da sgranocchiare o bere, ma continua a lavorare, non si ferma, né con le mani né con le mascelle.
Quando esce, si arrampica faticosamente su auto delle dimensioni di un camion (per i nostri standard), sempre con il bicchiere o la merenda in mano, e si dirige verso uno dei tanti centri commerciali che incombono giganteschi a lato delle strade di collegamento tra la downtown e i quartieri/paesi-dormitorio.
Per curiosità ne seguiamo alcuni.
Per caso finiamo in un quartiere dove le casette sono tutte uguali, le macchine sono parcheggiate ordinatamente davanti ai vialetti, i garage sono lasciati aperti senza timore che qualcuno possa sottrarre biciclette, moto o kart tagliaerba.
La gente, seduta in veranda con una bottiglia in mano, ci osserva passare, noi osserviamo loro, i loro cani sul prato, le nonne che tagliano i fiori dalle siepi, i bambini che giocano a basket nei vialetti di fianco alle case, le mogli che aspettano marito e bambini sulla porta, …
… sembra di essere finiti in uno dei tanti film americani degli anni cinquanta-sessanta.
Decidiamo di andarcene prima che emuli di Audrey Hepburn e Fred Astaire s’insospettiscano e chiamino la polizia.
Usciamo dal quartiere e ci dirigiamo verso il primo centro commerciale che troviamo.
È enorme … un ponte collega i due complessi a destra e sinistra della strada larga come un’autostrada, il parcheggio è sterminato e … sembra pieno!!!
I centri commerciali sono monumentali non solo all’esterno, ma anche , soprattutto, all’interno.
Grandi come paesi di piccole dimensioni, possono contenere “quasi” tutto ciò che una persona può immaginare, e gli americani di fantasia ne possono avere tanta.
Fontane, finti canali, piante gigantesche, cristalli, marmi e strass, passeggiamo in uno di questi luccicanti ed enormi complessi.
Le vetrine di vestiti, gioielli, scarpe, accessori, giocattoli, si intervallano ai ristoranti, economici, di lusso, take away, pizzerie, cinesi, bar …
La musica di sottofondo ci accompagna in ogni piega dei corridoi, lungo le scale mobili, negli ascensori, sul bordo della centrale fontana, grande come una piscina, …
… la gente ci passa accanto guardandoci come extraterrestri … poco prima pioveva a dirotto e portiamo il giubbotto in mano, ho portato anche l’ombrello, mentre loro sono seminudi …
… ci sembra di essere considerati come giamaicani freddolosi al polo!
… mi guardo intorno e mi sembra manchi qualche cosa …
AH! … ecco cosa manca, non c’è un supermarket della grande distribuzione.
Guardiamo le vetrine e confrontiamo i prezzi con quelli italiani.
Dopo un po’ ci stufiamo.
Bah, andiamo in un altro a vedere cosa c’è.
Ci spostiamo dall’altra parte della città … praticamente è come partire da Torino per andare al supermercato a Milano …
Quando arriviamo una macchina della polizia ci segue nel parcheggio.
Posteggiamo l’auto, la poliziotta ci osserva.
Poi deve aver deciso che eravamo innocui e sfila a velocità ridotta mentre entriamo.
Una volta dentro ci sembra tutto molto strano …
… tanto per cominciare sembra vuoto.
In lontananza una coppia di colore guarda le vetrine.
Ci inoltriamo nei corridoi e ci rendiamo conto che siamo gli unici bianchi.
Evidentemente siamo finiti in un quartiere di colore.
Gli sguardi ci sfiorano indifferenti e noi ci mettiamo a guardare le vetrine.
Qui lo stile è completamente diverso …
… avete presente i film degli anni settanta?
Avete presente i vestiti coloratissimi, le scollature generose, i completi rigati dai colori improbabili, le scarpe bicolori?
Ecco …
Mi fermo estasiato di fronte alla vetrina di un negozio di scarpe da uomo.
Quello che ho davanti non è un semplice paio di scarpe … è un capolavoro kitch!
La forma è di un normale paio di scarpe stile inglese, ma la punta è a forma di trapezio e gli spigoli sono acuminati.
Il tacco è di almeno cinque centimetri, la pelle è di coccodrillo (per lo meno ricorda quella dei rettili di grossa taglia) ed il colore …
… beh …
… il colore è …
… verde fosforescente!!!
Ma, nonostante ciò che possiate immaginare, non è il colore il solo punto di forza di queste scarpe.
Dagli spigoli della punta si sollevano, corrono lungo la tomaia e finiscono nella linguetta …
… due file di SCAGLIE come quelle degli alligatori!!!
Sono rapito, non smetto di ridere, i miei compagni sono inorriditi.
Sollevo lo sguardo e vedo nel negozio una parete piena di queste scarpe.
Ogni colore dell’arcobaleno vi è rappresentato, purché in versione satura e fosforescente.
Anche le forme possono essere variabili, scarpe con i lacci, mocassini, stivaletti, stivali da cowboy, …
Non ho più parole.
Le voglio anche io … desidero ardentemente un paio di mocassini con la coda di caimano …
… LE VOGLIO!
… LE VOGLIOOO!
… LE VOGLIOOOOOOOO!
I miei compagni di viaggio mi portano via a forza mentre cerco di divincolarmi per entrare nel negozio …
… per favore lasciatemi fare almeno una fotografia …
… è un’occasione unica!
NIENTE!!!
Imperturbabili come poliziotti della dogana mi trascinano lontano mentre non riesco a staccare gli occhi dalla vetrina.
Ma non finisce qui!
La prossima volta che torno me le compro!
…
FUCSIA!!!
Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso
di Meno Pelnaso