Amore mio infinito
Giugno 24, 2002 in Libri da Sandra Origliasso
Aldo Nove “Amore mio infinito”, Einaudi Stile Libero, pp. 170, Euro 8,5
Fare del gesto dello scrivere qualcosa di personale, reinventando un modo nuovo di narrare che, libero da segni di punteggiatura, esprimi la mercificazione e la velocità del mondo moderno, in cui neanche la lettura si sottrae da questa situazione.
Lo scrittore in questione si chiama Aldo Nove ed è considerato un dei maggiori autori pulp italiani. Raggiunto dal successo nel 1995 con “Woobinda”, tenta ora di consolidare la propria fama con un romanzo di ispirazione del tutto diversa. Il libro, che vuol essere una riflessione sull’amore, è centrato sulla storia del protagonista Matteo che esordisce dicendo di lavorare in una ditta e di avere quattro cose da raccontare. Le sequenze in cui il romanzo è diviso, rappresentano quei momenti che portano con se il senso della propria vita, al di là dell’estenuante routine quotidiana.
Si parte dall’amore nell’infanzia della prima sequenza dal titolo “la bambina”, dove il tempo sembra non avere limiti essendo infinito, per poi trasformarsi in “I coccodrilli” nel tempo che scandisce amori ed inesorabilmente porta verso la tragedia famigliare. Nella terza sequenza “Il primo bacio” invece, il tempo è interamente concentrato sulla tensione amorosa crescente dell’adolescente, rappresentato in modo impeccabile dal conto alla rovescia, che segna la distanza dal proprio oggetto-desiderio, fino a raggiungere il momento di maggior coinvolgimento, il bacio. Nell’ultima e conclusiva sequenza “Piazza Cordusio”, ritroviamo Matteo ormai adulto, alle prese con un colloquio di lavoro, dopo il quale decide di abbandonare la ricerca di una vera identità per indossare, a seconda delle situazioni una maschera diversa. Infatti a questa presa di coscienza, si accompagna un tempo ben inserito in un contesto storico-spaziale, che è quello della grande città dove accanto al presente di Mac Donalds sussiste un glorioso passato.
Con questo libro Aldo Nove, quindi, riesce ad affermare la propria individualità artistica, distinguendosi dalla moltitudine di scrittori italiani che spesso, senza riuscirci, cercano di emergere.
di Sandra Origliasso