Andrea Lucchesini per l’Unione Musicale
Maggio 22, 2008 in Spettacoli da Stefano Mola
In musica, come dico sempre, le cose non migliorano né peggiorano: si evolvono e trasformano (Luciano Berio)
Non ti aspettare, che tu sia dilettante o professore, di trovare in queste composizioni un’intenzione profonda, ma piuttosto un’ingegnosa facezia dell’arte per esercitarti ad un gioco ardito sul clavicembalo (Domenico Scarlatti)
Si spera sempre di andare uno verso l’altro ma in realtà non ci si incontra mai (Franz Schubert)
Berio contro Scarlatti, e in mezzo Schubert. Ripercorrendo con le dita il cammino della musica (l’evoluzione, nelle parole di Berio). Dita che devono esercitare prima di tutto una disciplina (l’ingegnosa facezia dell’arte, by Scarlatti). Berio verso Scarlatti? Nel pessimismo cosmico di Schubert, non si incontreranno mai. Al Conservatorio (Piazza Bodoni, Torino), per la stagione dell’Unione Musicale, invece sì. Succederà grazie ad Andrea Lucchesini, per l’esattezza Mercoledì 28 Maggio, alle ore 21:00.
L’arte non è verticale come la scienza, che sembra una scala, dove conta salire scalino dopo scalino senza curarsi troppo dei precedenti (sapere che una volta eravamo geocentrici è folklore, adl un punto di vista meramente scientifico). L’arte è orizzontale. Scrivere una parola, suonare una nota, tracciare un segno: sono gesti che richiamano altri gesti, in una fitta rete di rimandi, richiami, accostamenti, opposizioni. Consapevolmente o inconsapevolmente, la fruizione dell’arte coinvolge la memoria.
Di qui l’interesse e la curiosità per il consapevole concerto che ci offrirà il pianista toscano. Ci piace e ci intriga molto la scelta del programma: infilare tra i Six Encores di Luciano Berio cinque sonate di Domenico Scarlatti (per la precisione, K. 491, K. 454, K. 239, K. 342, K. 146 ), per poi chiudere con i 4 Improvvisi op.90 D.899 di Franz Schubert.
I Six Encores sono brevi pezzi composti in un arco di tempo piuttosto lungo, tra il 1965 e il 1990. I primi quattro sono dedicati agli elementi: acqua, aria, terra, fuoco. Wasserklavier, legato ovviamente all’acqua, è il seme del ponte verso Schubert, visto che utilizza materiale armonico derivato dall’Impromptu op. 142 n. 1 di Schubert (oltreché dall’Intermezzo op. 117 n. 2 di Brahms). I due che completano la raccolta, ovvero Brin e Leaf, nella loro ricerca di sonorità magiche e impalpabili, esplorano delle possibilità timbriche del pianoforte.
In mezzo, come già detto, il pionierismo pianistico di Scarlatti. Arpeggi, note ribattute in agilità, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note: il tutto per una rapidissima mobilità espressiva, e una grande inventiva armonica.
Classe 1965 Andrea Lucchesini si è formato alla scuola di Maria Tipo. Nel 1983 vince il Concorso “Dino Ciani”, presso il Teatro alla Scala di Milano. Ha suonato con le più prestigiose orchestre, collaborando con direttori quali Claudio Abbado, Semyon Bychkov, Roberto Abbado, Riccardo Chailly, Dennis Russell Davies, Charles Dutoit, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, John Neshling, Gianandrea Noseda e Giuseppe Sinopoli. Nel 1994 gli è stato conferito il prestigioso Premio “Accademia Chigiana”, cui si è aggiunto, nel 1995, il Premio della Critica “F. Abbiati”
di Stefano Mola