Appiah boccia l’Inter
Ottobre 23, 2003 in Sport da Roberto Grossi
Per Stephan Appiah l’inizio della nuova avventura in bianconero è stato più che positivo. Titolare praticamente fisso (turn-over permettendo) dell’undici di Lippi e voti in pagella sempre positivi: impossibile chiedere di più al destino per questo ghanese dal sorriso facile e dalla simpatia immediata: “Quando arrivai a Torino ero un po’ emozionato -confessa Stephan- ma non avevo nessuna paura di giocare perché volevo dimostrare a Lippi tutto il mio valore. E la tournee precampionato disputata negli Stati Uniti mi ha portato fortuna. Il tecnico mi ha infatti subito provato dall’inizio ed è andato tutto bene, così si è convinto di quanto valevo: la mia carriera juventina ha subito quindi una svolta! Il ruolo? Il mio sarebbe in mezzo al campo, ma Lippi mi prova anche a destra e io non ho problemi. Certo, parte del merito delle mie prestazioni va anche al resto della squadra: un inizio cosi folgorante ha permesso anche a noi nuovi arrivati di ambientarci subito al meglio e tutto è stato più facile”.
Una Juve schiacciasassi in Italia e in Europa, capolista in entrambe le competizioni. Ma Appiah se l’aspettava proprio cosi la ‘Vecchia Signora’: “Sapevo che la Juve era molto competitiva, conoscevo bene la forza di questa squadra e di questa società. Quindi non mi sono affatto sorpreso di questo travolgente inizio di stagione: qui si fa sempre bene, la Juve è il massimo per un calciatore. Guardate cosa è successo in Champions League nell’ultimo turno: noi siamo la sola squadra italiana ad aver vinto e non è un caso. Il nostro calcio è basato sulla coralità, non solo sulle giocate dei singoli campioni che comunque qui non mancano. Insomma, qui c’è qualcosa in più a livello di gioco, siamo un grande gruppo dove tutti mirano ad un unico obiettivo e dove tutti i calciatori si sentono protagonisti e si divertono. E i risultati non mancano”.
Chi si diverte poco è invece l’Inter, travolta in Europa e sofferente in campionato: “Hanno chiamato il mio ex-allenatore Zaccheroni (erano insieme all’Udinese nel ’97-’98, prima stagione in Italia per Stephan n.d.r.), al quale faccio tanti auguri di cuore, per risollevarsi da questo momento infelice. Ma il compito del tecnico non sarà certo facile. Ci sono tanti problemi e c’è sicuramente qualcosa che non va nell’ambiente: gli stessi giocatori nerazzurri non riescono a capire perché non riescano mai a vincere qualcosa. E per Zaccheroni, nonostante la sua indubbia bravura, sarà un’avventura veramente ardua riuscire ad invertire la tendenza. Per lo scudetto quindi non li vedo in corsa, le mie favorite sono Juve, Milan e Roma”.
Un piccolo neo nel volto splendente di questa Juve sono però i tanti gol subiti: “Credo che sia normale un certo rilassamento quando vinci per 3 o 4 a zero come è avvenuto nelle ultime due partite contro Ancona e Real Sociedad. Capita quindi di subire qualche gol quando la tensione non è più al massimo ma l’importante è riuscire sempre a vincere. Comunque, staremo più attenti”.
Domenica al Delle Alpi arriva il Brescia, l’ex-squadra del ghanese dove conserva ancora tanti amici e memorie: “Sarà una giornata particolare per il sottoscritto -conclude Appiah. Ho un ottimo ricordo del tempo trascorso nella città lombarda e con alcuni giocatori come Baggio, Petruzzi e Dainelli ci sentiamo ancora oggi al telefono. Grande rispetto quindi per loro, sono una buona squadra che dopo un difficile avvio di campionato è stata capace di riprendersi e ci renderà la vita dura. I più pericolosi tra loro? Baggio, ovvio, ma anche Caracciolo, Bachini e Maturalem. Io sono un professionista e farò di tutto per vincere con la maglia della Juve ma se dovessi segnare una rete contro i miei ex-compagni di sicuro non esulterei”.
di Roberto Grossi