Appuntamenti Musicali
Settembre 7, 2004 in Spettacoli da Stefania Martini
Mercoledì 8 settembre 2004 alle ore 16 e alle ore 21, al Monastero di Bose, Chiesa Monastica Ecumenica a MAGNANO (Biella) l’Estonian Philharmonic Chamber Choir diretti da Tõnu Kaljuste esegue “Kanon Pokajanen” di Arvo Pärt per coro a cappella.
L’Estonian Philharmonic Chamber Choir è stato fondato nel 1981 proprio da Tõnu Kaljuste, che ne è stato direttore artistico e direttore principale per vent’anni. Il repertorio del coro spazia dal canto gregoriano al tardo barocco fino al XX secolo.
Opere di Johann Sebastian Bach e compositori contemporanei, come pure la musica corale estone, hanno sempre grande spazio nei suoi programmi, così come la musica di Arvo Pärt e Veljo Tormis. Il Coro ha lavorato con direttori quali Claudio Abbado, Helmuth Rilling, Sir David Willcocks, Eric Ericson, Ivan Fisher, Neeme Järvi, Paavo Järvi e Andrew Lawrence King e si è esibito con orchestre come Norwegian Chamber Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra, Prague Chamber Orchestra, Lithuanian Chamber Orchestra, Stuttgart Chamber Orchestra, Berlin Radio Orchestra, Concerto Copenhaghen e Concerto Palatino, effettuando tournée in tutto il mondo.
Alle ore 21 al Teatro Regio Viaggio nella canzone napoletana con Peppe Barra, voce, Lino Cannavacciuolo, violini, Paolo Del Vecchio, chitarre, buzuki, Sasà Pelosi, basso, Mario Conte, tastiere e Ivan La Cagnina, percussioni.
Più di trent’anni fa nasceva la Nuova Compagnia di Canto Popolare, quasi trent’anni fa (1976) vedeva la luce La gatta Cenerentola di Roberto De Simone. Protagonista di questa rivoluzionaria e travolgente ondata musicale partenopea, insieme a Eugenio Bennato e De Simone, voce – che sa essere aspra e dolcemente musicale – di tammurriate e ’cunti, di poesie e canzoni, è stato ed è Peppe Barra; musicista, attore e autore, cantante e cabarettista, ricercatore attento e sensibile interprete della tradizione popolare che veste con disinvoltura le tessiture modali napoletane come i panni di Jonathan Peachum di Weill-Brecht o quelli del Grillo parlante di Benigni. Il suo concerto è un viaggio musicale che intesse il filo di un’anima popolare e mediterranea della musica, in bilico tra Oriente e Occidente, tra gli echi del passato e le sonorità elettroniche, come può avvenire soltanto sulle banchine dell’antico porto di Napoli e tra le acque del Golfo. E la trama musicale e narrativa che ne deriva prende le mosse dai racconti fiabeschi dell’isola di Procida, omaggio alle origini di sua madre, l’indimenticabile Concetta Barra con cui ha calcato i palcoscenici di Napoli come di Gerusalemme e Pechino, e ne lega le barcarole con altri omaggi a poeti e musicisti di ieri e di oggi. Così una Bocca di Rosa che non parla propriamente il dialetto di De André incontra Le Zite ’n galera di Leonardo Vinci e un Pulcinella di Cimarosa, e Mozart con il suo Flauto magico potrebbe incrociare Peter Gabriel. Può succedere di tutto quando Barra è in scena: non aspettatevi una scaletta, perché naturalmente sarà lui a condurre le danze, in un continuo dialogo con un affiatato e complice gruppo di musicisti raccolti intorno al suo alter ego musicale, Lino Cannavacciuolo, e con il pubblico, componendo questo sentimentale e ironico arazzo di “napoletanità” e trascinando tutti nei virtuosismi di Cicerenella e in un turbinio di nacchere.
di Stefania Martini