Avorio
Marzo 24, 2007 in Libri da Tomas
Titolo: | Avorio |
Autore: | Matteo Gambaro |
Casa editrice: | Magnetica Edizioni |
Prezzo: | € 6,00 |
Pagine: | 70 |
Non è semplice scrivere racconti brevi. Non pensiate sia così facile trovare il bandolo della matassa, capire come iniziare il racconto,che strada far intraprendere al lettore ed ai propri personaggi, e come e dove terminare il proprio percorso letterario. No, affatto, il racconto breve è sempre stato un gioiello della letteratura fin dalle novelle del Boccaccio o dai racconti de Le Mille e una notte, ma mai èstato semplice per l’autore renderlo appetibile e interessante ai propri lettori.
Edgar Allan Poe soleva dire che “Non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell’intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell’intelletto in generale”, e allora forse può essere la follia a illuminare il cammino degli autori. Che non me ne voglia Matteo, ma un minimo di follia ci vuole per iniziare a scrivere una breve raccolta di racconti sui vampiri, come se nessun autore finora ci avesse già deliziato o propinato, ahimè, la propria idea sul principe del male per eccellenza. Tanto che anche Benedetto XIV, Prospero Lambertini, in un testo del Settecento, riprendeva la citazione di un vampirologo, Roland Villeneuve:
«Il vero vampiro è orribile a vedersi. Magro e peloso nello stato di veglia, diventa, quando giace ben nutrito nella sua bara, grasso e gonfio da scoppiare. Il sangue fresco gli cola dalla bocca, dal naso e dalle orecchie. La sua pelle è fosforescente e il suo alito fetido.».
Nonostante questo, io credo che l’autore riesca a dare una sua propria impronta personale all’opera, accendendo la nostra curiosità e facendoci gustare un piatto dal sapore particolare forse, ma più che gradevole. Avorio, la raccolta di Matteo Gambaro, è composto da 3 brevi racconti (Il Borgo, Aspettando il figlio e Avorio) legati appunto ai vampiri, ma è ambientata in Italia, in luoghi senza nome ma che sicuramente qualcuno riuscirà a indovinarne la locazione precisa. La storia di un diario ritrovato e del suo terribile contenuto di sangue e di morte (Il Borgo), l’insolito rapporto tra una madre ed un filgio (Aspettando il figlio) e il cruento inseguimento tra un cacciatore e le sue prede (Avorio). Questo in sintesi il contenuto del libro.
Tre novelle fantastiche, velatamente horror, con qualche piccola pennellata splatter qua e là, quasi a non volerci far mancare nulla delle tipiche storie vampiresche. Ma non bastava all’autore, che mirabilmente ricostruisce un mondo che tutti noi riusciamo a dimenticare facilmente, ma che è dietro l’angolo della nostra fantasia, una realtà che forse non ci appartiene ma che ci bussa alle spalle per ricordarci di non abbassare mai la guardia, una ragnatela di vicende delle quali nessuno vorrebbe mai esserne il protagonista per poi però sognare il colpo di genio o la gustosa trovata dell’eroe che sempre vince il male, e nulla gli è impossibile. E forse per questo l’autore sceglie una citazione di Archiloco di Paro, il fondatore della lirica greca nel VII sec a.C., per dirci proprio che “Nulla è più impossibile e nulla è ormai incredibile dopo che Zeusha cambiato in notte il Mezzogiorno.”. E allora non dubitate, non restate lì immobili a novellarvi in mille pensieri, sappiate solo che non sarà impossibile che questa raccoltavi porti in un’altro paese delle meraviglie di Alice, senza attraversare alcuno specchio, senza incontrare alcun bianconiglio, ma solo immergendovi per alcune ore in una piacevole lettura, e chissà che non vi venga a bussare alla finestra il corvo di Poe a sussurrarvi “Nevermore!”.
di Tomas