Barocco Boemo nel nord della Francia!
Dicembre 22, 2002 in Medley da Redazione
Le vacanze invernali, per chi ha la fortuna di averle, sono finalmente giunte. Dimenticare per un po’ la pesante aria di Torino, carica di presagi e fatti d’attualità decisamente seri, è il sogno di molti. Fiat allo sfascio, problemi di circolazione sempre più gravi per via delle decine e decine di cantieri; ed ora ci si mettono anche il gelo, la neve e qualsivoglia sorte di avversità atmosferica. Bello è quindi, prendere l’auto, il treno, l’aereo o il triciclo e partire, viaggiare, allontanarsi il più possibile per alcuni giorni, a rilassarsi. C’è chi lo farà sulle nevi di prossimità del Claviere o Bardonecchia, chi si spingerà fino alle Dolomiti, chi raggiungerà parenti nel Mezzogiorno.
Perché, altrimenti, non approfittare delle festività per fare una capatina all’estero, con uno sguardo al culturale? Ecco cosa vi proponiamo, modestamente, dalle pagine più rilassose dell’internet subalpino. Gonfiarsi il ventre di panettoni, salire fino a Parigi, per un bel capodanno al centro del mondo, tanto più quest’anno che è meta dell’incontro europeo di Taizé (per informazioni, www.taizé.fr), e poi continuare a rimontare il globo per un oretta, fino al confine belga. Qui, a Lille, fare il giro della città e approfittare per una capatina al Musée des Beaux-arts, dove è in corso la mostra “Luci e tenebre, arte e civiltà del Barocco in Boemia”.
Per tutto il 2002 si è svolta, in terra francofona, l’iniziativa “Bhoemia Magica”, tesa a far scoprire, tramite una moltitudine di iniziative, la Nazione ed il patrimonio della Repubblica Ceca, prossima candidata a ingrassare le fila del nutrito gruppo di stati dell’Unione Europea. Dalla Corsica al Nord, da Nantes a Strasburgo, tutto l’Esagono ha celebrato la Repubblica mitteleuropea governata da Vaclav Havel, simbolo della libertà dell’Europa dell’Est. Teatro, danza e cinema, nulla si è sottratto all’occhio dei francesi, e di tutti gli europei che attraversano le città turistiche di Francia.
Uno degli appuntamenti più importanti e d’alto contenuto artistico-culturale è la mostra attualmente in corso al Palais des Beaux-Arts del capoluogo del Nord-Pas-de-Calais. Un grande sforzo organizzativo ha permesso l’arrivo di pezzi unici e gloriosi dell’epoca barocca che ha riccamente intriso la vita della Boemia intera, fino ad esplodere nella Praga che oggi milioni di turisti visitano ogni anno.
Particolare il parallelo con gli ultimi anni vissuti dalla Repubblica Ceca. Il barocco arrivò in Boemia dopo un periodo di dominio straniero, oscuro e illiberale. All’epoca si trattava dei tedeschi. Si trattò di una liberazione, soprattutto dal punto di vista religioso: profondamente cattolici, i cechi dovettero sopportare la censura dei dominatori protestanti; con la liberazione sono i gesuiti che entrarono massivamente nei territori liberati, portando con loro l’arte già fiorente del Bel Pease, il barocco appunto. Le lezioni dei maestri, Bernini e gli altri romani, furono presto acquisite e fatte proprie dai boemi, che seppero interpretare il barocco legandolo alla loro tradizione: non più marmo e serpentine per le loro sculture, ma il legno delle foreste autoctone; non già l’iconografia italiana dei santi, ma i numerosi patroni della terra che fu di Kafka.
Mentre per lo più artisti italiani operarono in Polonia, in Boemia si assiste ad un cosmopolita insieme di artisti all’opera, già segno di una Europa degli europei. A marcare più profondamente il panorama ceco sono però artisti locali, tra i quali i maestri Braun, Brokof, Škréta, Brandl e Kupecky. È sull’opera di codesti artisti che si snoda la semplice, ma ricca esposizione lilloise. Esposizione che non distingue scultura e pittura, facendo coesistere le due arti, come è giusto che sia nella filosofia barocca. Non mancano modellini di costruzioni, fortemente improntate dal barocco francese, più rettilineo e pulito di quello italiano (si veda ad esempio, il progetto per la facciata ovest del Louvre proposta dal Bernini e quella poi fatta realizzare dal Colbert). Molti i riferimenti religiosi di questo periodo artistico, riportati anche all’interno della mostra: grandi pannelli, statue di Viae Crucis e santi a protezione di ponti sul Danubio (che tanto sarebbero serviti la scorsa estate) e quant’altro.
Non solo arte maggiore, ma anche oggetti di tutti i giorni (certo, solo nei salotti ricchi) e simboli della vita popolare. Bellissimi boccali cesellati ed istoriati sono presentati nella sala interrata del Palais, mentre al primo piano carte geografiche e illustrazioni ad inchiostri per ripoduzioni editoriali illustrano l’abilità degli artisti cechi. Soprattutto una carta di diversi metri quadrati suscita emozione per il suo splendore, a metà tra il lavoro scientifico e l’opera d’arte. Poi, culle, recipienti per liquori, insegne di negozi ed addirittura una porta di una farmacia illustrano l’arte e la vita popolare. Due pezzi rarissimi accompagnano questa sezione dell’esposizione: due quadretti raffiguranti scene di un funerale della comunità ebraica di Praga; artisticamente non ineccepibili ma storicamente importantissimi.
Allora, nel caso abbiate le vacanze, nel caso vogliate spendere qualche soldino, nel caso vogliate viaggiare all’estero, nel caso vogliate salire fin quasi al Belgio, nel caso vi interessi conoscere qualcosa della repubblica Ceca, nel caso vogliate fare qualcosa di culturale…… passate a visitare questa mostra: per importanza è da paragonare a poche altre organizzate negli ultimi anni in territorio francese.
E se passate dal Nord-Pas-de-Calais, sintonizzate la vostra autoradio sui 106,6 di Radio Campus: il mercoledì pomeriggio, dalle 15 alle 16 avrete una sorprendente sorpresa!
“Lumière et ténèbre, arts et civilisation du Baroque en Bohême”
Palais des Beaux-Arts, Lille, France
Fino al 5 gennaio 2003
di Diego DID Cirio