Bertagnolli in giallorosa
Marzo 13, 2006 in Sport da Federico Danesi
TORRICELLA SICURA – E’ tornato il sereno, sulla Tirreno-Adriatico. E con esso sono tornati a vincere gli italiani. Perché Leonardo Bertagnolli, anche se dalla scorsa stagione veste la maglia della francese Cofidis, è italianissimo. Trentino, terra di campioni, come è Gilberto Simoni del quale Bertagnolli è stato fidato scudiere alla Saeco per tra stagioni, sino al 2004, prima di passare alla Cofidis.
Il forte passista italiano quest’anno si era già imposto in una tappa del Tour du Haut Var, portando a sei il suo bottino di vittorie come professionista, ma quella alla Tirreno-Adriatico è decisamente la vittoria più importante della sua carriera. In un finale altamente spettacolare, lungo il circuito che portava alla rampa di Torricella, Bertagnolli ha atteso nelle prime venti posizioni del gruppo, guardandosi intorno. Il copione, già scritto, prevedeva il marcamento a uomo tra gli uomini della classifica, in particolare Thomas Dekker e il nostro Ballan.
Così è stato perché la Rabobank, in particolare con Boogerd, ha tenuto altissimo il ritmo per tutti gli ultimi chilometri dell’ascesa finale, non permettendo a nessuno di scattare. Così, a settecento metri dalla fine, quando davanti si guardavano senza scattare, Bertagnolli non ci ha pensato su. E’ partito senza voltarsi, accumulando secondi e metri preziosi che gli sono bastati per vincere a mani levate. Un piccolo brividi, ai 50 metri finali, quando ha cominciato ad esultare con il gruppetto dei migliori che stava rinvenendo, ma la beffa non c’è stata.
Secondo, sempre più convincente, Alessandro Petacchi, capace di reggere benissimo anche sugli strappi di Torricella sui quali ha mostrato una condizione entusiasmante in prospettiva Sanremo. Lo spezzino, che ha preceduto Riccò, avrà terreno fertile oggi, con l’ultima frazione che prevede la consueta passerella finale sul circuito di San Benedetto del Tronto, perfetto per gli sprinters. Chiudere con una vittoria a quattro giorni dalla ‘sua’ Sanremo sarebbe il miglior biglietto da visita.
di Federico Danesi