Biagio Antonacci al Palastampa
Gennaio 28, 2002 in Musica da Gino Steiner Strippoli
In totale i suoi otto dischi, prima di quest’ultimo “9/Non/2001”, hanno venduto oltre 3 milioni di copie, da quando, nel 1989, uscì con il suo primo album intitolato “Sono cose che capitano”, e fu subito successo…
Biagio Antonacci è ritornato da pochi mesi con un nuovo lavoro che riecheggia la sua data di nascita, “9/Nov/2001”, pubblicato da Universal. Un regalo di compleanno per se stesso, ma anche per tutti, in particolare tutte le sue ammiratrici. Già, perché il pubblico femminile se lo divora con gli occhi per il suo fascino, ma lo ammira moltissimo anche per le sue poesie in musica.
Intanto il suo ultimo disco ha già conquistato tre dischi di platino, e la sua verve concertistica non è da meno, infatti da gennaio è in giro per l’Italia, nei palasport delle principali città, per proporre la sua musica, le sue canzoni con la consueta grinta.
Tocca a Torino questa sera, 29 gennaio, inizio ore 21, e ci si riscalderà alle canzoni del romantico Biagio con un concerto al Palastampa, organizzato da Metropolis. Un’occasione importante per non perdere la possibilità di ascoltare “Antonacci – live”, con i brani tratti dal suo ultimo album, eccellenti canzoni d’amore che vivono però sull’impeto rock del cantautore milanese.
Ed allora la sua voce roca di “rabbia” d’amore si mescolerà alla dolcezza dei testi di undici canzoni, che in studio e nel disco sono arricchite dai suoni eleganti di un’orchestra d’archi di 40 elementi coordinata da Saverio Lanza. In concerto non ci saranno gli archi, ma ci sarà lui, con la sua presenza e la sua voce, ad emozionare il pubblico con brani anche del suo vasto repertorio, come “Liberatemi”, “Se io se lei”, “Ritorno ad amare”, “Angela”.
Con lui, in questo tour, saliranno sul palco Saverio Lanza alla chitarra, Lele Leonardi alla chitarra, Mattia Bigi al basso, Cristiano Dalla Pellegrina alla batteria e Alessandro Magri alle tastiere.
Antonacci è uno di quegli artisti tanto creativi quanto antidivi: proprio questa semplicità fa dell’artista una perla unica, più che rara della canzone italiana. Sin da piccolo si è sempre appassionato alla musica, suonando la batteria: “Quando ero giovane, prima di addormentarmi, pensavo sempre alla musica, perché sapevo di essere portato per fare quello”.
Poi il grande sogno si trasforma in realtà quando, scrivendo canzoni e frequentando l’ambiente discografico milanese, nel 1989 ottiene il suo primo contratto discografico da cui nasce “Sono cose che capitano”, che contiene un brano, “Fiore”, che lo porta subito all’attenzione della critica e anche del grande pubblico.
“Il primo album è il disco dell’ingenuità; per realizzarlo, non avendo le idee ancora chiare, mi sono fatto consigliare dagli altri. Se lo riguardo oggi, penso che era un album molto naif ma anche molto sofferto, perché di fatto stavo lottando per fare il musicista”. Ed infine l’oggi, rappresentato da “9/Nov/2001, un disco pieno d’amore, proprio in tutte le sue sfumature, dalle gioie per la passione alle tristezze per gli addii.
di Gino Steiner Strippoli