Biennale da non perdere
Ottobre 12, 2003 in Medley da Sonia Gallesio
E’ inevitabile, in occasione di ogni nuova edizione la Biennale di Venezia genera una corrente impetuosa di critiche e polemiche rivolte ora al curatore, ora all’organizzazione o ai singoli allestimenti. Per non entrare nel merito di tali diatribe, Traspi.net ha scelto di segnalarvi cosa, della kermesse di quest’anno, sarebbe bene non perdere.
Ai Giardini di Castello, nell’ambito della mostra Ritardi e Rivoluzioni ospitata nel Padiglione Italia, è di grande impatto visivo l’opera di Berlinde de Bruyckere (Hanne, 2003, crine di cavallo, metallo e legno): il volto e il corpo nudo di una donna sono coperti frontalmente da una lunga e folta massa di capelli; il lavoro riporta ad una condizione di fragilità, timore, allontanamento dalla realtà.
Da non mancare, poi, la sezione dedicata a Carol Rama (Torino, 1918), vincitrice proprio quest’anno del Leone d’oro alla carriera, Alluminium girl di Charles Ray (Chicago, 1953), precursore della fotografia e della scultura concettuale, l’installazione monumentale di Damien Hirst Standing alone on the precipice overlooking the Artic wastelands of pure terror (Soli sul precipizio che domina le desolate terre artiche del puro terrore, 1999-2000), caratterizzata da una vetrina riflettente l’immagine degli spettatori e contenente migliaia di pillole colorate.
Combinando fotografia, disegno, collage e pittura, la giovane Valérie Mannaerts (Bruxelles, 1974) dà vita ad opere forti e piuttosto inquietanti, ad “una produzione che ha per tema uno spazio indefinibile tra gli abiti e la pelle, il corpo velato-svelato in un gioco ambiguo di trasparenze che lascia intravedere le viscere” (Gloria Vallese, da 50esima Biennale di Venezia 2003 – La guida ragionata, allegata ad Arte di luglio ’03, Editoriale Giorgio Mondatori).
Vari gli interludes disposti qua e là lungo il percorso: tra i più significativi, quello di Urs Fischer (Zurigo, 1973) propone uno scheletro il cui fiato – paradossalmente – si condensa sulla superficie di uno specchio.
Tra le partecipazioni nazionali, di particolare interesse quella israeliana costituita dalle videoinstallazioni di Michal Rovner rievocanti la diaspora: come fossero microrganismi osservabili al microscopio, minuscole figure brulicanti si dispongono in file o gruppi, separandosi o avvicinandosi tra loro.
Una delle rivelazioni di questa biennale è senz’altro Patricia Piccinini, che nel Padiglione Australia presenta una comunità di creature del tutto particolare, tutta da scoprire…
Le Repubbliche Ceca e Slovacca sono degnamente rappresentate dal progetto Superstart, 2003-03 di Camera skura in collaborazione con Kunst-Fu: in un’ampia sala opportunamente illuminata, un atleta agli anelli assume l’aspetto di un Cristo sacrificatosi in nome della forma fisica.
E’ doveroso ricordare, inoltre, la presenza di Fred Wilson (Padiglione U.S.A.). Noto per i suoi innovativi e provocatori ‘interventi’ nelle istituzioni museali di tutto il mondo – basti pensare che alla Baltimora Historical Society, nel 1992, integrò le vetrine contenenti gioielli e servizi da tè con manette per gli schiavi e cappucci del Ku Klux Klan – , l’artista newyorkese documenta ed interpreta il ruolo e l’identità dei neri in relazione alla cultura veneziana: largo alle sue installazioni irriverenti, dunque, e agli oggetti più kitsch della tradizione artigiana della Serenissima.
Allestiti in modo caotico, dispersivo, faticosamente decifrabile, gli spazi dell’Arsenale ospitano ben 8 differenti mostre. Tra i video, presenti in misura decisamente minore rispetto alla passata edizione, da ricordare il suggestivo lavoro di Agnès Varda (Patatutopia, 2003), fondato su ansiogene variazioni aventi per oggetto le patate, e la proposta di Ghazel (Teheran, 1966), una videoinstallazione a 3 monitor che ironizza audacemente sulla vita quotidiana delle donne iraniane.
L’esposizione Pittura/Painting: da Rauschenberg a Murakami, 1964-2003 realizzata presso il Museo Correr, sebbene spesso non siano opportunamente rappresentati, vanta svariati ‘ospiti’ illustri, maestri sia moderni che contemporanei: da Francis Bacon a Jean-Michel Basquiat, passando per Francesco Clemente, Chuck Close, John Currin (Ramona, 1992).
Tra le presenze femminili di maggior rilevanza spiccano quella di Marlene Dumas, della quale sono presenti due ritratti, di Margherita Manzelli (Nottem, 2000, olio su tela), che presto vedrà realizzata una sua personale al MAXXI di Roma (da novembre ’03), ed infine di Jenny Saville (1970, Cambridge), una tra le giovani artiste più amate del panorama internazionale le cui opere sono quotate già più di mezzo milione di euro. Notata da Charles Saatchi quando ancora frequentava la scuola d’arte, la pittrice si distingue per le sue intense riproduzioni di donne sovrappeso o sottopostesi ad interventi di chirurgia plastica.
Da segnalare, inoltre, il bellissimo ritratto iperrealista di Patti Smith (acrilico su tessuto di cotone) di Franz Gertsch, Farmor di Jan Hafstrom (Stoccolma, 1937) e le affascinanti tele di Glenn Brown, realizzate con una tecnica pittorica sorprendente a partire da fotografie di celebri dipinti di altri autori.
Biennale di Venezia, 50esima Esposizione Internazionale d’Arte
Fino al 2 novembre 2003
Orari: dalle 10.00 alle 18.00
Ingresso: intero 3 sedi € 18; ridotto 3 sedi € 15; intero 1 sede € 10; ridotto 1 sede € 9; permanent pass € 50
Sito consigliato: www.labiennale.org
Sedi espositive principali:
Ritardi e Rivoluzioni, La Zona, partecipazioni nazionali
Giorno di chiusura: lunedì
Come arrivarci: linea Actv 3, ogni 20 min; linee Actv 1/41/42/51/52/82
Clandestini, Smottamenti, Sistemi individuali, Z.O.U. Zona d’Urgenza, La struttura della crisi, Rappresentazioni arabe; Il quotidiano alterato, Stazione utopia
Giorno di chiusura: martedì
Come arrivarci: linee Actv 1/41/42
Pittura/Painting: da Rauschenberg a Murakami, 1964-2003
Aperto tutti i giorni
Come arrivarci: linee Actv 1 e 82 (Piazza San Marco)
di Sonia Gallesio