Bob.. non fidarti di amori a tre
Maggio 28, 2011 in Racconti da Cinzia Modena
Non sono un cazzone. Non sono uno che si dimentica degli impegni presi. Non sono degno di tali trattamenti. Sono, ma non sono colui che puoi bistrattare come un cesto di pere lasciato ammuffire sotto un larice piangente.
Non sono colui che ti porta la bici a casa in una giornata di pioggia. Non sono lo scemo che si fa vestire come dici tu per il matrimonio degli amici. Non sono quello che si fa imporre i ristoranti che dici tu e solo quelli. Non sono quello che scende dal letto in piena notte per consolare le tue crisi ormonali. Non solo il cretino che ti chiama quando tu non mi cerchi con la solita insistenza per verificare se sei ancora viva.
Io sono un uomo. Di quelli fatti a mano come le fettuccine all’uovo. Con cura. Curato e stirato che ama stare nel mondo. Sono un uomo che vuol vivere la propria vita. E da protagonista.
IO SONO.
Bob.. è andata a puttane. Sì. Pensavo fosse amore e invece era un calesse.
Dovrei gioire. Andare nel mondo e liberare pulsioni e chissenefrega.. Già. Facile. Tu la fai sempre facile. Da bordo piscina in pieno mare delle Antille e… e dopo una nuotata!? Sei una volpe! Quasi quasi vengo a trovarti. NO!?!?! hahahaha se la tua donna è quell’esemplare dietro di te che sembra un barattolo di piselli anni ’70.. ti lascio tutto il campo libero che vuoi. Sono già sotto shock. Non ho bisogno di ulteriori scossoni. Il mio cuore potrebbe non reggere.
Il calesse secondo te è una bufala presa in prestito dal titolo di un film? Vorrei fosse così! Fammi bagnare l’ugola e dimenticare per un secondo con un po’ di alcol nelle vene.
Il calesse c’era eccome! Ed era carico di un bastimento di tante belle donne che vi scendevano anche a piccoli gruppi. La andavano a trovare. Amiche diceva lei. Le sentivi ridere. Rivivevano vecchi ricordi di gioventù. Si truccavano e uscivano, a volte. Altre restavano a casa ad ascoltare musica provare abiti guardare foto fino a tardi. A volte mi fermavo con loro poi le lasciavo ai loro discorsi in cui non centravo nulla.
Un giorno non è rientrata. No. E’ tornata la domenica sera. Non esistevo. Le parlavo e sembrava in trance. Poi mi ha guardato. “ah.. sei tu. Sono stravolta. Devo dormire. E’ stato faticoso”.
E poi.. dopo una doccia ci siam seduti al tavolo e mi ha raccontato. Un WE alla Thelma e Luise. La sua amica aveva bisogno di scaricare tensioni. Son tornate le ventenni di anni fa.
Dopo tutto è tornato come prima, ma si è inserita anche l’abitudine del sostegno da crocerossina. Spariva e tornava. E tutto era come prima.
Una sera varca la soglia. Sconvolta. Ha rivisto un suo ex. E con lui sono tornate le sue paure e insicurezze. Una notte di lacrime e poi un sms. Un drin alla porta. E una vichinga. Danese.
Hanno preso un caffè.. poi è andata al lavoro. E la vichinga è rimasta con me. Simpatica con il suo italiano stentato. La giornata è passata veloce. E così i giorni a venire. Un ospite gradito e riservato. Poi sono inziati i massaggi. E la scoperta delle sue montagne.
Di giorno la danimarca di notte la mia donna.
Sì, BOB è stato un bel periodo. Poi ogni tanto arrivavano altre amiche di passaggio..
E poi io son partito per la pesca con gli amici.
Al ritorno ogni contorno è confuso. Poi un giorno due valige. Erano per la tintoria, disse. Caffè, doccia.. e poi è stato un viaggio… lei e lei. Finchè sono andate via. Lei e lei. Insieme. Il calesse c’era… e mi era piaciuto. Ma era un ufo a tempo. Che si è volatilizzato. In due cuori e una capanna. In cui io ero di troppo.
di Cinzia Modena