Camere con vista ed un angelo in più
Marzo 11, 2005 in Musica da Gino Steiner Strippoli
E’ l’eleganza del pop italiano, uno stile interpretativo possente. Francesco Renga è da molti anni cantante solista impeccabile. Nulla di strano la sua vittoria a Sanremo. Chi ha seguito l’evoluzione e la maturità artistica di Renga sapeva da tempo che un successo del genere era nell’aria. Da quando nel 1998 uscì dai Timoria questo ragazzo, dalla folta chioma beat , ha costruito mattone su mattone la sua casa musicale, dando alla musica italiana la sua personalità forte ed espressiva. Con in più, e lo scrivo con un tocco di soddisfazione, visto che dal 1998 ho sempre creduto nell’artista Renga solista, una voce potente, capace di sfumature timbriche e di raffinatezze uniche. Ricordo sempre, nel 2001, quando si cimentò in un pezzo storico del rock italiano come “Impressioni di Settembre” della Premiata Forneria Marconi, dandone una versione a dir poco stupenda, “roba” per palati fini. Questo per dire che diventa dura, davvero dura, scoprire oggi Renga per la vittoria del festival dei fiori. “Angelo” già dalla prima sera era la vincitrice perché era la più bella canzone cantata dal più bravo cantante della manifestazione. Domenica sera, 13 marzo al teatro Colosseo di Torino organizzato da Metropolis, con inizio alle ore 21, Francesco Renga, salirà sul palco per cantare il suo ultimo album “Camere con vista” (Universal Music) ed una ciliegina chiamata “Angelo”. ne abbiamo parlato con Francesco.
Che ne pensi di “Angelo” tuo brano samremese?
Pensavo che il mio brano non avrebbe avuto vita facile al festival invece man mano che le ore passavano già dopo la prima sera mi rendevo conto che potevo anche vincere. Sentivo in sala che la gente sentiva positivamente in pezzo e ne era entusiasta.
Tu sei salito altre volte sul palco dell’Ariston, da cantante dei Timoria prima a solista poi (“Raccontami” vinse il premio della critica) ma come vedi personalmente Sanremo?
Ma sai lo vedo come un gioco che si fa guardare da oltre 16 milioni di persone qui in Italia, poi il bello la vera gara arriva dopo quando si chiudono i riflettori del palco e le canzoni devono essere vendute.
Una vittoria si dedica sempre…
Certo è una vittoria importante che dedico a Ambra e a Jolanda la nostra bimba. Loro due sono i miei angeli.
Parliamo di qualche canzone del tuo ultimo album “Camere con vista” ad esempio “Meravigliosa (la luna).
E’ una canzone ironica e amara nata da un giro di piano. La melodia l’ho incisa al volo su un registratorino scassato. Avevo paura di dimenticarla.
Che dire di un’ora in più?
E’ la prima cosa che mi manca quando finisce un amore è la fisicità. Io non ho mai avuto fiducia nella parola. E’ per questo che scrivo canzoni: con la musica so parlare. Le storie d’amore non smettono mai di darti emozioni da un ora all’altra. E’ un lento processo. Gli amori non finiscono, sono le strade che si separano. Io, a questo amore, chiedo soltanto un’altra ora, come quando c’era lei. La canzone ha un sapore vagamente anni ’70, potrebbe essere un Renato Zero doc. Forse pochi sanno che io sono stato un sorcino.
Figure di bellezza in Come piace a me
Come diceva Leonard Cohen, sono ossessionato dalle figure della bellezza. E’ il racconto dell’incontro con una sconosciuta, una notte qualunque. Un tempo ero attratto fisicamente, oggi mi limito alla testa. Quando accadeva, come nel caso della canzone, immediatamente prima o immediatamente dopo, avevo voglia di tornare da dov’ero venuto, portandomi dentro il dolore e il senso di colpa.
di Gino Steiner Strippoli