Che stress lo stress!

Giugno 25, 2003 in Medley da Redazione

La parola stress è fin troppo usata nel linguaggio comune, tanto da essere diventata protagonista di un intercalare: Che stress!

In realtà, tutto è cominciato nel 1936, quando Hans Seyle, medico e scienziato, descrisse una sindrome prodotta da diversi agenti nocivi, caratterizzata da una medesima reazione ed indipendente dal tipo di sostanze iniettate nelle cavie. Seyle segnalò che tale sindrome era caratterizzata da un’ipertrofia della corticosurrenale (iperproduzione di cortisolo) e da una riduzione atrofica del timo e delle ghiandole linfatiche.

Lo scienziato concluse che si era di fronte ad una risposta biologica fondamentale, non specifica perché indipendente dall’agente scatenante (lo stressor), consistente nell’attivazione di due ghiandole endocrine, ipofisi e surrene, e che condusse Seyle a definire Sindrome generale d’adattamento.

Pertanto, il concetto di stress in medicina coincide con l’adattamento dell’organismo ai mutamenti del suo equilibrio (omeostasi) indotti da stressor, ovvero, in modo ancora più suggestivo, con la somma di tutte le forze agenti contro una resistenza, la resistenza al cambiamento appunto, laddove il cambiamento può derivare da un microrganismo patogeno, da un’emozione intensa, da una fatica fisica o magari dal semplice cambiamento stagionale, col passaggio dal rigido inverno al risveglio della primavera…

Naturalmente, molti lavori, ricerche e studi sono seguiti alle conclusioni di Seyle; in particolare, si dovrà giungere ai primi anni ’80 per dimostrare che è l’ipotalamo a liberare la sostanza ormonale che fa rilasciare a monte la corticotropina.

Noi siamo abituati ad un’idea negativa dello stress, come un ospite indesiderato, seccatore e guastafeste; in realtà, come sosteneva Seyle, lo stress è un amico prezioso, poiché la vita è proprio un susseguirsi di adattamenti a situazioni mutevoli. L’importante è vivere in armonia con lo stress e non a caso si preferisce distinguere l’eustress dal distress, ossia la forma buona e costruttiva da quella nociva e degenerativa (un po’ come nel colesterolo si distingue l’HDL, buono, dall’LDL, pericoloso). Sfortunatamente quando lo stressor diventa significativo in termini di durata e di intensità, il provvidenziale eustress si trasforma in di stress e quando ci si trova a vivere, anzi a soffrire, in una situazione di distress, possono rivelarsi utili molti rimedi naturali: dalle forme meditative (non importa se di ispirazione orientale o di scuola occidentale), ad alcuni alimenti e fitocomplessi. Cominciamo dunque proprio da un alimento: la celeberrima “pappa reale”.

Prodotta dalle giovani api operaie per nutrire le larve dell’alveare nei primi tre giorni di vita e l’Ape Regina per tutta la sua esistenza, essa può essere consumata fresca o liofilizzata, ove il processo di liofilizzazione permette la conservazione del prodotto a temperatura ambiente anche per lunghi periodi. La composizione della Pappa Reale vede naturalmente un maggiore contenuto di acqua in quella “fresca” rispetto alla “liofilizzata” (60% contro il 5%), mentre il contenuto proteico, lipidico e glucidico è sostanzialmente identico per entrambe le varietà: rispettivamente, circa 35%, 15% e 45%. Le proteine della Pappa Reale sono caratterizzate da un’elevata concentrazione di amminoacidi essenziali: metionina, isoleucina, fenilananina, triptofano. Gli acidi grassi presenti sono sia di tipo lineare, saturi ed insaturi, sia ramificati. Tra gli acidi grassi spicca l’acido 10-HDA (10-idrossi-trans-decenoico).

La Pappa reale è un’ottima fonte di Vitamine del gruppo B, con particolare riferimento alla B5 (ossia, l’acido pantotenico), mentre sono pressoché assenti Vitamine liposolubili e Vitamina C. Altri componenti presenti sono oligoelementi, enzimi, ormoni ecc.: tutte sostanze che determinano le proprietà della Pappa Reale e che la “eleggono” fitocomplesso a tutti gli effetti.

Ebbene, la Pappa Reale costituisce a ragione il tonico-ricostituente più soft nell’ambito dei tonici naturali. Infatti, possiede proprietà, antiaasteniche, aumenta la vitalità e lo stato di benessere psicofisico, diminuisce l’emotività e regolarizza l’appetito (attività antianoressica).

L’attività tonica non sembra connessa alla quantità di principi nutritivi somministrati alle dosi consigliate, ma ai micronutrienti vitaminici, agli amminoacidi ed a tutti gli altri componenti minori.

La Pappa Reale è dotata inoltre di attività antibatterica, sia in vitro sia in vivo, verso molti microrganismi quali Staphilococcus Aureus, Escherichia Coli, Streptococcus Hemolyticus, Enterococcus ed altri. Il principio attivo responsabile dell’attività antibatterica sembra essere l’acido 10-HDA.

Infine, non sono noti in letteratura effetti collaterali, controindicazioni o precauzioni d’uso degne di rilievo e la Pappa Reale può essere tranquillamente assunta a tutte le età: neonati, bambini, donne in gravidanza ed in allattamento, nonché naturalmente anziani.

La pubblicazione di questo articolo rientra negli accordi di partnership tra il nostro magazine e Cidimu.it, sito specializzato nella diagnostica e medicina on line.

di Dott. P. Chirizzi