Cheap Enigma
Agosto 26, 2004 in Punti di Vista da Simona Margarino
but unlocking can be done only by the owner of the key”
[Simon Singh, The code book].
“Close, quickly”.
Anyone tries to lock something, sooner or later. In order to reject the high heels come to bore, to get rid of a wrong memory, to gather gleams of independence in a piece of luggage packed for years, to cage some affection in skirt or the least meritorious of all gentlemen, to encrypt a message behind a parakeet’s feathers.
It does not matter how to do it. You can find a way, the good manners auction is full of people willing to raise their hand not to fall, or to increase the price and corner the moment.
One must believe, in that instant. It will come one day, in August, for example. In a place at the south, where heat evaporates from the mouth. So one has to keep these words in store for the Occasion, blocked in a drawer of the throat’s. Repeat them amid the gargles, and learn them by hart, as a salvation, an Our-Father for a confessional and a granted absolution, for any occurrence, a tattoo to brand someone’s skin with, soon.
In fact, if all of a sudden an unforeseen event bursts out in the supermarket where everything goes like hot cakes, the owner can but shout it. And it’s necessary that he does it at the top of his voice, so that everybody hears well, and understands, under frustrating screams and useless cries, what it really means, syllable by syllable, disguised letters and code.
Aloud, like this: “Bar-the-doors,-don’t-let’em-steal-stuff”.
Merciless, right this way. Pushing, defending himself, yelling at the walls on the floor, shrieking without any more secrets. Over the smarting sheet metal, over the burning smoke, over the suffocating flames, over a cutting fire, over the bodies of three hundred thieves running everywhere, on all fours. Even if the only thing that folk is taking away is the last second in their life.
ma ad aprire può essere solo chi possiede la chiave”
[Simon Singh, The code book].
“Chiudete, in fretta”.
A mettere sotto chiave qualcosa ci prova chiunque, prima o poi. Per respingere i tacchi a spillo venuti a noia, per sbarazzarsi di un ricordo sbagliato, per raccogliere barlumi d’indipendenza in una valigia impacchettata da anni, per sistemare in gabbia un qualche affetto in gonna o il meno meritevole dei gentiluomini, per criptare un messaggio dietro le piume di una cocorita.
Non importa come farlo. I modi si trovano, l’asta delle buone maniere è piena di persone disposte ad alzare la mano per non cadere, a rialzare il prezzo pur di accaparrarsi l’istante.
C’è da crederci, in quel momento. Arriverà in un giorno, ad agosto, ad esempio. In un posto a sud, dove il caldo evapora di bocca. Allora bisogna tenersi in serbo le parole per l’Occasione, bloccate in un cassetto della gola. Ripetersele tra i gargarismi, e impararle a memoria, come una salvezza, un Padre-Nostro da confessionale e assoluzione garantita, per ogni evenienza, un tatuaggio da marchiare a fuoco sulla pelle di qualcuno, presto.
Infatti se all’improvviso scoppia un imprevisto nel supermercato dove ogni cosa va a ruba, il proprietario non può non urlarlo. Ed è necessario che lo faccia a squarciagola, perché tutti sentano bene, e capiscano, sotto grida frustranti e pianti inutili, quel che davvero significa, sillaba dopo sillaba, lettere e codice mascherati.
Forte, così: “Sbarrate le porte, ché non rubino roba”.
Senza pietà, proprio così. Spingendo, difendendosi, sbraitando ai muri a terra, strillando senza più segreti. Sulle lamiere che scottano, sul fumo che brucia, sulle fiamme che soffocano, sull’incendio che taglia, sui corpi di trecento ladri che scappano dappertutto, a quattro zampe. Anche se la sola cosa che si porta via quella gente è l’ultimo secondo della loro vita.
di Simona Margarino