Cioccolato… passione
Giugno 18, 2003 in Medley da Marinella Fugazza
In Italia ci saranno più scrittori o più amanti del cioccolato? Pur essendo, numeri alla mano, un dato di fatto che nel nostro Bel Paese molte persone si dedichino all’arte della scrittura saranno sicuramente molto di più coloro che non possono fare a meno di un piacevole ed unico morso di cioccolato. Tutto questo esercito di persone può “spremere le meningi” e , penna o tastiera alla mano, partecipare alla terza edizione del Concorso CIOCCOLATO…PASSIONE.
Scegliere!!! Si tratta proprio di una scelta quella dalla quale bisognerà partire per scrivere il proprio elaborato. Un’indecisione attanaglia la sposa protagonista del racconto di Dacia Maraini: nel giorno del suo matrimonio rimanda l’uscita di casa perché assorta e conquistata da un vassoio pieno di cioccolatini. In chiesa l’aspetta il suo uomo, ma la ragazza continua a mangiare, non solo con gli occhi, quella incredibile e voluttuosa prelibatezza. In questo modo inizia il racconto “La sposa Serena”, che Dacia Maraini (vincitrice del Premio Strega 1999, autrice di “Bagheria”, “La lunga vita di Marianna Ucria”, “La nave per Kobe”, “Buio”) ha scritto per il concorso letterario realizzato in collaborazione tra il Salone del Libro di Torino, l’azienda dolciaria Novi e il settimanale del Corriere della Sera “Io Donna”. La sfida è continuare la storia. “Ho scritto un brevissimo ritratto di una persona in un momento speciale della sua vita.”, spiega la Maraini “Resta lo spazio per presupporre tante cose: il passato della ragazza e del fidanzato, le loro famiglie, le nozze. La cioccolata diventa protagonista del rifiuto di Serena, persa tra i suoi pensieri”
Il racconto originale – inedito, di lunghezza non superiore alle 5 cartelle – dovrà essere inviato in busta chiusa, entro il 31 luglio 2003, a : Concorso Letterario Novi – Strada Serravalle, 73 – 15067 Novi Ligure (Alessandria). I racconti pervenuti saranno esaminati da una giuria composta da Ernesto Ferrero, Nico Orengo, Bruno Gambarotta e dalla stessa Dacia Maraini. La Cerimonia di Premiazione si svolgerà nel mese di ottobre a Torino città di secolare tradizione cioccolatiera.
Il testo dal quale continuare la storia di Serena è riportato subito sotto queste righe. Se, con questo incredibile caldo, la fantasia e l’immaginazione sono avvolte in una cappa afosa allontanatela gustando una variante fredda del meraviglioso “cibo degli Dei”. Buon lavoro.
Una mano bianca dalle dita lisce e rotondette è sospesa, incerta, sopra un vassoietto di cartone stipato di cioccolatini. Quale scegliere? la conchiglia bianca che sembra approdata dai mari del sud, o la rosa in boccio scolpita nel cacao o la stella scurissima dalle punte gonfie di crema, oppure il bauletto bronzeo su cui spicca un chicco di caffè? Infine la mano plana lentamente sul vassoietto come fosse una colomba e afferra delicatamente nel becco delle due dita strette ad artiglio, la stella corvina. Se la porta lentamente sulla lingua che è tutta tesa e sporgente come quella di una bimba pronta a ricevere l’ostia. La bocca si richiude beata, schiacciando la pasta profumata contro il palato.
In quel momento si sente una voce che chiama: “Serena! sei ancora qui? lo sposo ti aspetta davanti alla chiesa, tuo padre è giù che ti attende con la portiera della macchina aperta.”
Serena ascolta le parole che sembrano provenire dalla sua bocca piena di cioccolata: “Vengo subito, arrivo”! Ma non è la sua voce, si dice, c’è qualcosa in essa che non le appartiene.
Le dita, furtive, si abbassano ancora una volta su quei cioccolatini che splendono di una luce scura e promettente. Afferrano la conchiglia di cioccolato bianco e la posano con calma sulla lingua. Poi è la volta del bauletto scuro sormontato dal chicco bruno che scivola fra i denti e si squaglia liberando un delizioso aroma di caffè tostato.
“Serena”! gridano da fuori.
“Vengo”!
Le dita sporche di cioccolata si strofinano sull’ampia gonna di organza bianca lasciandovi due tracce scure. La giovane sposa fa un passo verso la porta. Ma poi si ferma, torna indietro e con dita tranquille continua a pescare nel vassoietto, tirando su ora una foglia di quercia color oro bruciato, ora una spiga di grano dal profumo squisito, ora un pesciolino dal colore tenebroso di una notte senza luna.
Dacia Maraini
di Marinella Fugazza