Cipollini contro il record di Binda
Maggio 9, 2003 in Sport da Federico Danesi
Tutti contro Cipollini, Cipollini contro il record di Binda. Si apre così a Lecce il Giro d’Italia numero 86, che si annuncia già come uno dei più incerti e spettacolari. Ventuno tappe, due giorni di riposo, due cronometro individuali (per un totale di 76 chilometri complessivi) e la consueta razione di grandi montagne.
Sarà un Giro molto nostrano, per la mancanza delle grandi squadre straniere. I favoriti? Su tutti Gilberto Simoni. Sulle strade del Trentino ha dimostrato di essere in gran forma e lo ha ribadito vincendo il Giro dell’Appennino non più tardi di una settimana fa. Un gradino più sotto Francesco Casagrande, che ormai vive il Giro come una maledizione, e il duo della Fassa-Bortolo, Frigo-Gonzalez. Il biellese di Milano sta guarendo dalla settimana terribile in Svizzera, lo spagnolo che in inverno è stato il caso di mercato, deve limitare i danni in salita e scatenarsi a cronometro, esercizio nel quale è maestro, come già alla Vuelta 2002.
Per motivi diversi i più attesi sono Marco Pantani e Stefano Garzelli. Il ‘Pirata’, dopo il brillante rientro tra Romagna e Spagna si è defilato, preferendo preparare il Giro con l’amico del cuore Clavero. La montagna lo attende e i suoi tifosi, che non lo hanno mai abbandonato, aspettano un numero dei suoi. Nessuno, comunque, crede che possa puntare alla classifica. Garzelli con il Giro ha un conto in sospeso. Lo scorso anno, ancora in rosa, fu cacciato per il caso del probenecid che lo ha costretto a 11 mesi di stop. Rientro ai limiti del miracolo con tanto di vittoria in Trentino, ma tre settimane di corsa nelle gambe si faranno sentire. Altri nomi da classifica sono il messicano Perez Cuapio, il colombiano Castelblanco, l’eterno Tonkov e Pietro Caucchioli, terzo un anno fa, ma reduce da un’operazione per un’ernia.
Potrebbe anche essere la corsa dei giovani, che in Italia non mancano. A cominciare da Michele Scarponi, scalatore marchigiano che ha stupito nelle corse del Nord. Con lui anche Damiano Cunego, il più giovane in gara, seconda scelta della Saeco, e Pellizotti.
Il primo parziale verdetto arriverà nella settima tappa, con arrivo al Terminillo, la montagna dei romani, ma il vero incubo si chiama Monte Zoncolan. Più temuta del Mortirolo, la montagna friulana della Carnia fa finalmente il suo debutto, anche se verrà scalata dal lato est, quello relativamente meno duro, che comunque presenta punte al 22%. E ancora l’arrivo in quota all’Alpe di Pampeago, il tappone dolomitico con i Passi Rolle, Valles e San Pellegrino, e quello di Chianale, nel cuneese ai piedi del Colle dell’Agnello, con il Colle di Esischie, Cima Coppi a quota 2366. Ultimo arrivo per scalatori venerdì 30 maggio, con l’inedita scalata alle Cascate del Toce.
di Federico Danesi