Cipputi sul palco di teatro
Ottobre 27, 2006 in Spettacoli da Roberto Canavesi
TORINO – Ne ha fatta di strada dal lontano 1976, anno della prima apparizione in una vignetta su “L’Uno”, il trinariciuto metalmeccanico Cipputi ideato della fantasia creativa di Francesco Tullio Altan: tuta blu, battute graffianti, ed una gran dose di autoironia, hanno decretato il successo di questa “macchietta umana” che ora rivive, fino a domenica 29 ottobre al Teatro Gobetti per la stagione dello Stabile, in un originale e divertente allestimento.
Saggio, disincantato, distaccato al posto giusto, ma anche profondamente caustico, il Cipputi che lo stesso Altan e Giorgio Gallione hanno concepito per la scena è un feroce censore dei propri tempi intento a delineare in una serie di piccole storie teatrali, ora divertenti e grottesche, ora tragiche ed amare, i contorni di una società in continua evoluzione e mutamento: un tableaux-vivant divertente ed ironico dove agli ingredienti fondanti il teatro di narrazione di matrice sociale, si mescolano frammenti musicali e pillole di quel teatro popolare ideale casa dell’eroe di Altan.
Si ride, si scherza e ci si diverte con il “Cippa”, ma si riflette anche amaramente nei settanta minuti filati di uno spettacolo che propone riflessioni sulle ininterrotte sequele di morti bianche o sulla strage dell’amianto di Monfalcone: un operaio rivoluzionario pronto a sfidare sindacati e sinistra per chieder conto delle contraddizioni che hanno caratterizzato il mondo del lavoro in decenni segnati da un crescente impegno della classe operaia italiana.
Racconti e canzoni, parole e musica, aneddoti e storie per uno squarcio “dal bel paese” che ha avuto in Giorgio Scaramuzzino, Eugenio Allegri, Simona Guarino, Orietta Notari, Aldo Ottobrino e Federico Vanni gli applauditi interpreti di una bella pagina di teatro.
“Cipputi. Cronache dal bel paese”,
uno spettacolo del Società Cooperativa Artquarium/Fondazione Teatro dell’Archivolto in collaborazione con Asti Teatro 28 con il sostegno del Sistema Teatro Torino.
Regia di Giorgio Gallione.
Torino, Teatro Gobetti,
fino a domenica 29 ottobre 2006
di Roberto Canavesi