Conte e la Juve insieme per sempre
Aprile 10, 2002 in Sport da Roberto Grossi
Il Capitano resta lui, almeno nel cuore dei tifosi. E Antonio Conte, finalmente, sa che la sua carriera, salvo sorprese, finirà con quella maglia bianconera che ha sposato a vita. Il centrocampista ha firmato un rinnovo per i prossimi due anni (che segue quello di un altro veterano come Ferrara) con opzione sul terzo, e sin da domenica si butterà anima e corpo in questa nuova volata scudetto.
Per uno come lui, che ha vinto tanto, ma soprattutto ne ha viste tante, non è certo un’esperienza da far tremare i polsi: “Quello che conterà di più in questo finale di campionato sarà l’aspetto psicologico. Nessuno di noi può permettersi il minimo sbaglio, perché ogni errore, ogni palla può valere lo scudetto o compromettere tutto”. Conte non cade, però, nel tranello di quanti vorrebbero già tutto scritto: “Quello che è successo domenica a Venezia non è scandaloso. Può capitare che un arbitro sbagli, ma è lontana da me l’idea di una congiura. Quello che però non credo è che in queste quattro partite che restano ci possa essere una compensazione a nostro favore. In 15 anni che gioco nella massima serie ne ho viste di tutti i colori: è vero che i campionati si vincono anche con episodi fortunati (vedi le pozzanghere citate da Giraudo, n.d.r.), ma non bastano”.
Domenica che partita sarà quella con il Milan? “Tanto difficile quanto fondamentale. Non possiamo permetterci passi falsi e dopo la vittoria di Perugia c’è un maggiore entusiasmo perché la vetta ormai è vicina”. Già, Perugia, la gara della resurrezione nata, come ha detto Buffon, da un ritrovato spirito di corpo: “A noi succede spesso di ritrovarci in settimana perché il gruppo è fondamentale e il nostro è molto unito”.
Conte non vede rivoluzioni future nella Juve: “In fondo stiamo lottando per lo scudetto e ci giocheremo la finale di Coppa Italia. Credo che con qualche piccolo ritocco il prossimo anno saremo ancora qui a giocarcela”. Infine due battute sulla nazionale: “E’ giusto che Trapattoni al Mondiale porti chi ritiene più opportuno e poi, in fondo, io gli devo solo dire grazie, visto che alla Juve sono arrivato con lui”.
di Roberto Grossi