Da Manini arte fra dramma ed ironia
Febbraio 21, 2001 in Medley da Redazione
La mostra che ha aperto i battenti lo scorso sabato 3 febbraio alla galleria Manini Arte in via Santa Teresa 15 vede come protagonisti i disegni e le sculture di un artista molto particolare, quale Federico Severino.
Scrive di lui Fausto Lorenzi: “Severino ha rivisitato gran parte delle figure dell’immaginario mitico della tradizione occidentale. Soprattutto là dove erano concentrato di tensioni irriducibili nello scontro tra classico ed anticlassico, dall’età ellenistica fino all’espressionismo deformato dalla nevrosi e dall’angoscia…”
Nato a Brescia nel 1953, Severino si laurea in filosofia a Venezia. Una materia, questa, che si intreccia con la sua vita (è figlio del filosofo Emanuele Severino) e con le sue idee. Contemporaneamente compie gli studi artistici con Domenico Lusetti.
È del 1974 la sua prima esposizione presso la Galleria AA.B. di Brescia. Questo primo passo apre la strada ad una serie di mostre personali e collettive. Inoltre, la carriera di Severino annovera lavori di una certa importanza che gli guadagnano il diritto di venire documentato con la propria opera nel “Dizionario degli artisti – Scultura del Novecento” a cura di Alberto Crespi, dell’Electa.
È la drammaticità del gesto con cui Severino compie i propri lavori che risalta immediatamente ad un primo esame. Le figure dinamiche, ricche di movimento, sono quasi “contraddette” dalla loro stessa superficie, nonché dall’attimo nel quale paiono “pietrificate”: questo contrasto spesso non dà scampo neanche all’ironia suggerita da alcuni spunti di questo autore.
La mostra è visitabile fino al 3 marzo con orario 10.00 –19.00, tutti i giorni tranne la domenica ed il lunedì.
Per informazioni telefonare allo 011.562.55.24.
di Andrea Savio