Da Sanremo, Francesco Facchinetti
Marzo 6, 2007 in Musica da Gino Steiner Strippoli
“L’ex DJ Francesco” prova a “Vivere normale” e ce ne parla in esclusiva”, spiegandoci il suo esempio di “amore universale”…
Un artista che ha fatto della sregolatezza il suo credo e che oggi dà alla vita un album intitolato “Vivere Normale” (FUCSIA MUSIC – Sony Bmg) può far sorgere riflessioni di ogni tipo: “Si sta facendo prete!”, oppure “Deve legarsi alle regole di un mercato”, oppure ancora “Sta semplicemente crescendo, maturando come uomo e come artista”. Giusta quest’ultima per quell’energico Francesco Facchinetti, meglio conosciuto ai più come DJ Francesco. Ma proprio l’addio al DJ e il via all’esordio come Francesco Facchinetti fa comprendere la fase storica e importante di Francesco con la realizzazione di quest’album.
Lo stesso Francesco lo spiega bene: Trovarmi a scrivere un brano dal titolo “Vivere Normale”… non par vero, proprio io, che ho sempre fatto degli eccessi la normalità, vivendo senza limiti, né confini, né costrizioni. Forse la vita è proprio così: una lunga e faticosa maratona che ci sorprende sempre.
Ma quindi come puoi definire questo tuo lavoro?
E’ un album in cui, per la prima volta, sono riuscito a sfogare le mie emozioni, esprimendo quel nodo che avevo in gola, da quando ero piccolo. Alcune canzoni, infatti, ho iniziato a scriverle tra i quattordici e i quindici anni, come “Amami” e “Amante e Regina”. Altre sono arrivate con più consapevolezza e maturità, come “Superman” e “Ancora Amore”.
Che puoi dirmi del tuo passato nei “Pectasy”?
Tanti anni fa ero parte di una band che si chiamava “Pectasy”. Il nome deriva da un elemento chimico, la pectina, in grado di produrre qualcosa di forte e stabile, come sto ancora imparando ad essere. Questa volta l’ho raccontato attraverso l’amore, che è ciò che lega le emozioni dell’album. Per le persone che ho amato, per mia madre, per gli amici, per la musica… Un amore universale.
Hai anche realizzato una cover dei B-nario…
Sì, ho sentito alla radio “Tra Me e te” dei B-nario, ho sentito raccontare la mia storia e non ho voluto farne un caso. Così ho incluso nel disco una cover speciale. Perché certe canzoni sono fatte per essere cantate, e ricantate, e hanno ancora tanto da dare.
Riparliamo del brano che dà il titolo all’album “Vivere lontano”, che hai appena cantato a Sanremo, sul palco dell’Ariston, con tuo padre Roby Facchinetti, tastiera magica, voce e compositore dei Pooh.
E’ nata un po’ per caso ascoltando una canzone fatta dal mio amico Simone Bertolotti. Avevamo sovrapposto un testo inglese, scaricato dal computer. Con l’aiuto di Diego Calvetti, poi, è diventato “Vivere Normale”. Forse è stato il destino, e con un numero che fa da filo conduttore: l’8, la somma dei miei 26 anni, e di quelli di mio padre, 62. Ed è anche il simbolo dell’infinità dell’universo e, per puro caso, la prima versione di Vivere Normale s’intitolava proprio Amore Universale. Così si dà vita ad un sogno, come quello di un padre e un figlio che si ritrovano nello stesso momento, nello stesso posto a fare ciò che amano: la musica!
Insieme a Sanremo i due Facchinetti…
E’ stato il brano a scegliere noi. Quando abbiamo provato a cantarlo insieme sembrava fatto su misura: è stata una grande emozione e per la prima volta ci siamo trovati sullo stesso palco, nello stesso momento.
di Gino Steiner Strippoli