Dal Cosmopolita a Lucarelli
Marzo 8, 2007 in Spettacoli da Redazione
Le luci si abbassano. È il buio in sala. L’oscurità avvolge ogni cosa, ed è quello il momento di assaporare l’ultima opera di Paolo Lucarelli. Il testo teatrale non è malinconico, ma lieve, giocondo, quasi dissacrante, come un saluto ironico senza impegni. L’ultimo lavoro di Lucarelli, scomparso nel luglio del 2005, è un palinsesto lepido e piacevole, che mostra un punto di vista inaspettato su suoi studi di una vita. Saper sorridere della conoscenza spesso ne nasconde un amore profondo.
Venerdì 9 marzo l’Anna Cuculo Group proporrà la prima messa in scena di un testo che Lucarelli aveva trovato nella versione latina del Cosmopolita commentato. Un raccontino da lui poi tradotto in cui si metteva alla berlina gli alchimisti, con i loro difetti più marcati.
Partendo da questi presupposti, Dal Cosmopolita a Lucarelli è una performance visuale e non solo narrativa, in cui i personaggi in fondo si assomigliano tutti, almeno nei costumi, e complicano il sistema di personificazione. Tutti i protagonisti indossano vesti su base nera, anche se ognuno di loro porta con sé oggetti differenti, ed è l’oggetto a veicolare l’identificazione del personaggio. Così in questo dialogo fra Mercurio, l’Alchimista e Madre Natura, la simbologia è comunque un ingresso interpretativo alla comprensione del testo. I simboli però si confondono, si complicano per realizzare almeno in parte un labirinto figurativo e letterario, e allora Mercurio è sia maschile sia femminile (Marianna Giuliano), è sdoppiato, sfuggente, impossibile da afferrare. È uno e tanti, in una sorta di nozze mistiche fra gli opposti. Duro compito per gli attori e per la regia, ma che l’esperienza dell’Anna Cuculo Group ha permesso di realizzare in piena sintonia con il testo e l’ipertesto di Lucarelli.
Tuttavia non bisogna dimenticare che questa è una mise en espace dal sottofondo ironico, in cui si mostra per alludere, è vero, alla tradizione ermetica da cui prende spunto, ma anche per sgonfiare con simpatia diversi stereotipi. L’Alchimista interpretato da Enrico Fasella ha certo l’occhio “fisso, lo sguardo stranamente acuto” dove tutto in lui “rivela un’estrema emozione”, ma non certo per sondare gli abissi della conoscenza. La sua è una prospettiva zero sul denaro, l’Opus Magnum un faticoso esercizio per far soldi, il suo atteggiamento quello dell’arraffone senza scampo. Se entrasse in possesso della Tavola di Smeraldo, probabilmente la venderebbe ad un orefice. Allo stesso modo, il sapere esoterico si riduce ad essere un bisbiglio, una conoscenza sussurrata all’orecchio, astrusa persino per chi la dice, un po’ come gli auriculares del Novum Organum di Francesco Bacone.
Eppure Lucarelli si interessò a questa materia per tutto il corso della sua vita, sin da giovane, appena dopo aver conseguito la laurea in Fisica. Bisogna dunque leggere in filigrana il senso di questa mise en espace. Non è, non deve essere una parodia dell’Alchimista in quanto tale (anche se la figurina intorno è ritagliata con sapiente birberia), ma una riflessione disincanta sull’uomo, sia esso alchimista o no, e ai veri peccati umani: la presunzione, l’arroganza, l’intolleranza, e quindi la prepotenza. Il gioco intellettuale sta proprio in questo, in piena armonia con lo spirito lucarelliano: sorridere con sufficiente distanza anche sulle cose che si amano, non eccedere mai nel “prendersi troppo sul serio”. Amare i propri studi non preclude la possibilità di avere uno sguardo distaccato su di essi.
Ma la sua fu anche una formazione scientifica, che lo portò a lavorare per l’IBM per tanti anni, quasi a dimostrazione che la biplanarità del segno esiste anche nell’animo umano. Fu studioso d’alchimia, filosofo operativo, profondo e accurato nelle sue ricerche filologiche e storiche, puntuale nei suoi commenti. Basta leggere i suoi saggi presenti sul sito della Loggia “Monte Sion” per rendersi conto di quanto fosse vasta e complessa la sua conoscenza in materia. Ha anche tradotto e commentato numerosi testi per le Mediterranee, nella quale ha curato la collana esoterica; ha conosciuto personalmente Eugène Canseliet e riproposto la traduzione con note aggiunte de Il Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli. Conobbe anche molto bene Zolla, intorno agli anni ’80. Lo scambio epistolare e poi il primo incontro è raccontato da lui stesso in un articolo presente sempre sul sito “Monte Sion”, intitolato “Zolla, Alchimista del Verbo”. Un brano affascinante, quasi commovente, dove il Maestro Lucarelli racconta di sé stesso come di un discepolo. E quindi i suoi dubbi, la difficoltà di districarsi fra simboli e segni, le continue domande e poi lo scacco di vederle risolte da Zolla con una breve battuta. Nel loro primo incontro, parlarono così tanto da non accorgersi dello scorrere del tempo, così impegnati nel flusso dialogico da non notare di parlare al buio. Che splendido incontro dev’essere stato. Il confronto fra un teorico e un pratico.
E poi anche Lucarelli divenne così, capace di decostruire certezze con una semplice frase, o peggio ancora, di smontare convinzioni con domande semplici e disarmanti. E chi l’ha conosciuto bene come Anna Cuculo non manca di riferire il fascino della sua presenza: “Era una grande personalità, divertente, spassoso. Ha vissuto la sua ricerca con un rispetto profondo, con un forte senso etico verso la natura e la società. Attraverso le parole, riusciva a trascinare in un mondo da favola antica. Una volta, durante un convegno, di fronte alle domande pressanti del pubblico, ha affermato che l’Alchimia è un sogno reale”. Come non collegare allora l’aforisma ad una della note al Mistero delle Cattedrali di Fulcanelli (n.3 a pag. 96), nell’edizione curata appunto da Lucarelli: “Per fare un esempio molto chiaro, Jâbir nel Gran libro della misericordia dice che questa scienza [l’alchimia] è per gli uomini che sono capaci di avere visioni, cioè esperienze dirette delle realtà soprasensibili”.
Lo spettacolo dell’Anna Cuculo Group vuole ricordare tutto questo, l’opera e l’uomo, con un omaggio sincero e un ricordo affettuoso.
“L’autore di questo libro non è più da tempo tra noi. L’uomo è scomparso. Resta solo il ricordo”.
Dal Cosmopolita a Lucarelli – Dialogo tra mercurio, alchimista e natura
In appendice a L’opera del Cosmopolita commentata
Traduzione dal latino e adattamento a cura di Paolo Lucarelli.
Con: Anna Cuculo, Enrico Fasella, Marianna Giugliano e Pippo Portigliotti
Interviene: Giorgio Losano Past Sommo Sacerdote del Rito di York,
TORINO – 9 MARZO ORE 21:00
Unione Culturale – Sala Antonicelli
Via Cesare Battisti, 4b. Torino
Info: Anna Cuculo Group tel. 011 561.91.29 – 347. 25. 47.687
di Davide Greco