Dalla terra ai cieli
Febbraio 15, 2001 in il Traspiratore da Simona Margarino
Avete mai visto qualcuno fuggire in piena notte da un albergo senza pagare il conto, con tutta l’indifferenza e la paura di questo mondo? Non al cinema, intendo, ma nella realtà, quella proprio vera, quella dei lunedì, martedì, eccetera. Io fino a qualche settimana addietro pensavo accadesse nei films o tutt’al più nei motel distanti di un’America povera e delinquente. Invece mi sono dovuta ricredere.
È successo solo un mese fa in modo estremamente furtivo. Immaginatevelo così: centro di una città industriale del Nord Europa, l’una di mattina circa, fuori è buio, le strade sono semideserte. Dentro, tra i corridoi, si muovono di nascosto tre uomini e quattro donne, mischiati alle valigie fatte in fretta e al silenzio di una sera rovinata. Da una telefonata e molto di più.
Abbandonate le stanze, le scale le scendono composti, guardandosi ai lati e alle spalle, attraversano la hall, salutano il portiere come se dovessero uscire per l’ultimo pub o un amante segreto, trafugano i bagagli Dio sa come e sul taxi di un complice accondiscendente se ne vanno. Spariscono nella prima nebbia di stagione, tra un addio nemmeno mormorato e qualche ricordo, di alloggianti sospetti, di fantasmi mai più visti, di un settembre che è meglio non trattenere. Un aereo si porta via i loro sogni e un presente ormai da cancellare.
So che andata esattamente così perché mi è stato raccontato, e talmente bene che era come fossi loro, in quello sgombero diverso a tal punto da non potersi non ripetere. E la cosa strana di questa normale storia di una partenza da spie, di denaro mai dato e debiti lasciati è che ogni responsabilità era della società per cui i fuggiaschi lavoravano. Verbo al passato, dato che da quella notte non esiste più, volatilizzata in una nube di soldi misteriosamente svaniti.
Chi l’avrebbe supposto?
di Simona Margarino