Davids, era proprio doping
Maggio 17, 2001 in Sport da Roberto Grossi
Il giorno del giudizio per Edgar Davids è giunto ieri, mettendo la parola fine alle speranze dell’olandese di continuare l’attività agonistica, almeno per molti mesi. Le controanalisi, effettuate presso il laboratorio dell’Acqua Acetosa di Roma, hanno infatti confermato la positività al nandrolone per il calciatore della Juventus, il quale era già risultato positivo ai controlli dopo la partita Udinese-Juventus del 4 marzo scorso. L’indiscrezione sulla sua “non negatività” si era diffusa il 21 aprile, alla vigilia di Parma-Juventus.
Le controanalisi erano state in un primo tempo sospese, per il ricorso rivolto dall’olandese al Tribunale civile di Roma, e poi di nuovo sbloccate. Il laboratorio capitolino ieri ha spazzato ogni dubbio, e il coordinamento antidoping del Coni ha inviato tutta la documentazione alla commissione disciplinare della Lega, che probabilmente già oggi potrebbe decidere la sospensione cautelare del treccioluto centrocampista bianconero. Successivamente arriverà la squalifica.
Il presidente onorario della Juventus, Umberto Agnelli, giunto ieri al Comunale per rincuorare l’olandese, si è intrattenuto brevemente con i giornalisti replicando in maniera decisa alla notizia del giorno: “Quello del nandrolone è un problema da rivedere nei suoi fondamenti. Il regolamento non è chiaro, sia per quanto riguarda i valori sia per ciò che significa dopaggio. Una cosa è certa: c’è la netta esigenza di andare scientificamente a fondo del problema”.
La condanna però sembra a questo punto inappellabile: 16 mesi di lontananza dai campi dovrebbe essere il prezzo da pagare per Davids. Ma Agnelli non si da per vinto: “Se gli elementi scientifici verranno rivisti – ha concluso il fratello dell’Avvocato – anche l’intera questione si rivaluterà in termini corretti. Questa almeno è la mia speranza, mi è dispiaciuto vedere un professionista come Edgar così giù di morale, poveretto”. Anche Ancelotti, angosciato di dover fare a meno di una pedina importantissima del suo organico, si dimostra alquanto corrucciato: “Mi spiace molto ciò che è successo. Sarà un problema avvicendare Edgar, lui è una pedina insostituibile”.
Zidane categorico: “Edgar è innocente, il francese difende a spada tratta il compagno
La Juve si stringe attorno a Davids. Nel giorno della confermata positività del campione olandese, i compagni di squadra, l’allenatore, i dirigenti e la Famiglia Agnelli (l’Avvocato e il fratello Umberto erano ieri al Comunale) fanno quadrato intorno a Edgar. Il presidente Chiusano ha inoltre indetto per oggi una conferenza stampa nel suo studio legale, tanto per chiarire a tutti che la questione non è affatto chiusa e in Corso Galileo Ferraris non sono per niente disposti ad arrendersi.
Attorno alle 14.30 è Zidane il primo a prendere le difese del compagno di squadra. Dall’angusta sala stampa del vecchio stadio torinese il francese chiarisce subito il suo pensiero: “Non ho ancora parlato con Edgar, ma posso assicurarvi che tutta la squadra è con lui sino alla fine. Di sicuro Edgar non ha preso nulla di illecito, è un grande professionista e non ha bisogno di queste cose. Sono rimasto molto male quando ho appreso la notizia della sua positività al nandrolone, ed è strano che da due anni a questa parte sia venuto fuori questa sostanza proibita. Cosa significa? Forse prima eravamo tutti puliti e adesso invece siamo tutti dopati? C’é qualcosa da approfondire, da parte degli addetti ai lavori. Noi, come calciatori dobbiamo parlarne, discuterne, lottare tutti insieme”.
Prima delle 15 arrivano i due fratelli Agnelli. L’Avvocato si intrattiene solo per pochi minuti. Prima si reca negli spogliatoi ad ascoltare l’olandese, poi in mezzo al campo, per ‘confessare’ altri due che non se la passano troppo bene, Inzaghi e Van der Sar. Per loro però il nandrolone non c’entra. Il fratello Umberto invece decide di rimanere di più con la squadra: non ha fretta il presidente onorario, e prima di abbandonare lo stadio trova anche il tempo per rilasciare ai giornalisti le dichiarazioni sopra riportate, tutte improntate ad un regolamento anti-doping che andrebbe cambiato e a un problema da approfondire seriamente prima di emettere giudizi.
di Roberto Grossi