Del Piero crede nella rimonta
Aprile 19, 2001 in Sport da Roberto Grossi
Seduta di allenamento pomeridiano ieri per la Juve, impegnata in palestra con esercizi vari cui ha fatto seguito la partitella finale (a ranghi rigorosamente misti) sul terreno del Comunale. In campo anche il “Primavera” Maietta, autore di un fallo involontario ai danni di Inzaghi che ha costretto il piacentino a ricorrere alle cure del massaggiatore. Dopo qualche minuto comunque Superpippo ha ripreso regolarmente a giocare ed anche le preoccupazioni di Ancelotti sono svanite. Due gli assenti nella truppa bianconera: l’uruguaiano Carini, convocato con la propria nazionale, e Paolo Montero, alle prese con la consueta pubalgia che gli impedisce di lavorare regolarmente tutti i giorni della settimana e con cui ormai ha imparato a convivere.
Solo oggi poi si saprà se il ct olandese Van Gaal convocherà i bianconeri Davids e Van der Sar: in questo caso la Juve giocherebbe la gara contro il Parma, in programma domenica sera al ‘Tardini’, con nonno-Rampulla tra i pali. Un’eventualità che nell’ambiente bianconero tutti si augurano non avvenga, anche perché l’estremo difensore siciliano, pur continuando ad allenarsi quotidianamente insieme ai compagni, è fermo ai box da parecchi mesi, avendo disputato l’ultima gara ufficiale in Champions League nella sfortunata notte di Atene.
E della delicata trasferta in terra emiliana ha parlato ieri in sala stampa Alex Del Piero, ricordando soprattutto la beffa patita dalla Juve la passata stagione: “L’anno scorso disputammo un grande match in casa loro: dominammo il campo per tutti i novanta minuti, ma fummo poi puniti nei minuti di recupero da Crespo. Per noi fu una grande delusione pareggiare un incontro che pareva già vinto, ma questa è l’essenza del calcio, una regola non scritta ma reale: se sbagli le occasioni per raddoppiare è facile che vieni punito dagli avversari”.
Il talento veneto ha poi elargito ai presenti il suo ottimismo sul finale di campionato, ricorrendo anche in questo caso ad un tuffo nel recente passato: “Nello scudetto ci credo eccome, oggi più che mai. Vedo anche molte analogie con ciò che successe la scorsa stagione, possiamo cioè ripercorrere la stessa rimonta operata dalla Lazio ai nostri danni. I segnali ci sono: cinque punti recuperati in due giornate alla Roma, quando tutti ci davano per morti, sono un fatto importante, senza dimenticare che lo scontro-diretto è in programma al Delle Alpi proprio una settimana dopo che i giallorossi sosterranno la dura prova del derby. Inoltre il nostro spogliatoio è entusiasta e carico a dovere per rendere al meglio, e la condizione fisica generale mi sembra buona. Sarà un finale a tre emozionante, con la Lazio niente affatto tagliata fuori dal giro-scudetto”.
La supersfida tra Juve e Roma in programma domenica 6 maggio alle ore 20.30 allo stadio “Delle Alpi” rischia seriamente di trasformarsi in un grave problema per l’ordine pubblico. Da Roma infatti, a sentire il tam-tam delle radio private capitoline che trasmettono fedelmente gli umori dei tifosi giallorossi, sarebbero circa ventimila i supporters romanisti in procinto di marciare su Torino il giorno del big-match. Questo a fronte di poche migliaia di biglietti che la Juve molto presumibilmente potrà spedire nella capitale, un’offerta che colmerà sì e no poco più di un quarto delle richieste, con conseguenze facilmente immaginabili. Il tutto aggravato dal fatto che la gara si giocherà in notturna, quindi in situazione molto più difficile da controllare, in caso di disordini, per gli uomini della forza pubblica. A questo punto comincia a prendere decisamente corpo l’ipotesi di spostare la partita al lunedi pomeriggio, come d’altronde già successo, per gli stessi motivi, per la gara Fiorentina-Roma giocata lo scorso lunedi 9 aprile (alle ore 15). In un primo momento la sfida in questione era stata programmata come anticipo serale, ma le richieste dei tifosi romanisti superarono di gran lunga i posti disponibili ed il prefetto fiorentino Achille Serra, preoccupatissimo per i possibili disordini, decise di rinviare la gara in un giorno feriale con la speranza (solo parzialmente verificatasi) di una sensibile diminuzione di tifosi capitolini al seguito o comunque, giocando di pomeriggio, con la certezza che fossero più facilmente controllabili.
di Roberto Grossi