Diceria dell’untore
Febbraio 11, 2012 in Net Journal, Spettacoli da Gabriella Grea
Al Teatro Carignano dal 07/02/2012 al 12/02/2012, dal romanzo di Gesualdo Bufalino, regia di Vincenzo Pirrotta, con Luigi Lo Cascio.
Diceria dell’untore è la trasposizione scenica dell’omonimo romanzo di Gesualdo Bufalino, dato allo stampe solo per l’insistenza della lungimirante Elvira Sellerio nel 1981. Riscosse un enorme successo editoriale suggellato lo stesso anno dal Premio Campiello. Il soggetto del romanzo deriva dall’esperienza personale dell’autore, ricoverato dal maggio del 1946 al febbraio del 947 in un sanatorio della Conca d’Oro, “La Rocca”, teatro della Diceria. In una famosa intervista a Leonardo Sciascia lo stesso Bufalino ricorda che “nell’immediato dopoguerra la tubercolosi uccideva e segnava ancora come nell’Ottocento. Il romanzo pertanto e permeato dal sentimento della morte, dalla svalutazione della vita e della storia, dalla guarigione sentita come colpa e diserzione, ed il sanatorio diviene luogo di salvaguardia e d’incantesimo». Il protagonista, Colui che dice Io, Luigi Lo Cascio, mentre condivide con i malati la fatalistica attesa della fine, entra nelle simpatie dell’inquietante “Gran Magro”, l’anziano primario, nobile e alcolizzato. Tra i pazienti c’è anche la delicata Marta, segnata dal male e dalla violenza della guerra, e tra i due giovani si accende un sentimento che non ha futuro. Mentre la morte falcia la ragazza e altri degenti senza speranza, la guarigione è vissuta dal protagonista con dolorosi sensi di colpa, come una diserzione dal “noviziato della morte” intrapreso insieme ai compagni di malattia: un inganno involontario che richiede almeno il riscatto del racconto, la testimonianza della “diceria”. La creazione lirica e barocca di Bufalino rivive nell’originale rilettura di Pirrotta che innesta e imprime, nella trama scenica, le orme di forti tensioni drammatiche, scaturite dal suo personale universo poetico. La pièce racchiude come uno scrigno prezioso la storia del teatro italiano, dalla Commedia dell’Arte ai Pupi, dal Circo alla Tragedia Greca, gli attori si prestano al gioco delle parti, al teatro nel teatro, perfetti. Si realizza un crescendo commuovente, dove la tensione drammatica, che i costumi preziosi rendono d’impatto cinematografico, riporta all’ancestrale dionisiaco che si ritrova negli autori siciliani di ogni tempo. A conferma di questo la conclusione dello spettacolo, dove Lo Cascio in impermeabile grigio resta in piedi, sorgendo da una Marta morente avvolta in un vaporoso abito rosso: prosaica, grigia, la vita emerge dal rosso del sangue malato dell’innamorata.
DICERIA DELL’UNTORE, dal romanzo di Gesualdo Bufalino (pubblicato da Bompiani), con l’ adattamento teatrale e la regia di Vincenzo Pirrotta, le scene e i costumi di Giuseppina Maurizi, le musiche e i paesaggi sonori di Luca Mauceri, i movimenti coreografici di Alessandra Luberti e le luci di Franco Buzzanca.Protagonista dello spettacolo Luigi Lo Cascio (Colui che dice io), affiancato in scena daVitalba Andrea (La puttana della Kalsa, Adelina), Giovanni Argante (Sebastiano), Lucia Cammalleri (Marta), Andrea Gambadoro (Luigi due, secondo villano, puparo), Nancy Lombardo (Voce di Latomia, la ragazza della città), Luca Mauceri (Fiato corto, maniante), Plinio Milazzo (Luigi l’allegro, maniante), Marcello Montalto (Campiere), Vincenzo Pirrotta (Gran Magro),
Salvatore Ragusa (Luigi uno, primo villano, maniante), Alessandro Romano (Padre Vittorio).Musicisti Mario Gatto (fisarmonica, clarinetto, sassofono, basso, tastiere), Salvatore Lupo (violino, violoncello, basso), Michele Marsella (chitarra classica, basso, tastiere), Giovanni Parrinello (percussioni, basso, elettronica).
Orario spettacoli:
martedì / giovedì ore 19.30
mercoledì / venerdì / sabato ore 20.45
domenica e festivi ore 15.30
Teatro Carignano
Piazza Carignano – Torino