Drimmy il coccodrillo
Febbraio 25, 2001 in il Traspiratore da Redazione
Drimmy il coccodrillo piangeva spesso a calde lacrime dopo aver sbranato una qualsiasi vittima. Lo faceva in modo del tutto “naturale”, non dipendente dalla sua volontà, come se fosse una prassi inscindibile dal suo essere coccodrillo. Una regola studiata da Qualcuno di importante e superiore che aveva deciso di deridere la “povera categoria” degli alligatori. Correvano voci del genere nelle foreste africane, infatti; pettegolezzi che diedero origine a un detto, qualcosa tipo: “Vigliacco è chi versa lacrime di coccodrillo.”
Drimmy pativa non poco per quel problema e per lo stato di considerazioni che generava, così un giorno decise di recarsi dal Re Leone ed esporgli il problema.
“Vedi Simba, esordì il drillococco, il fatto è che io piango dopo aver mangiato un animale qualsiasi, anche il primo che passa, sono di gusti facili io, non faccio mica lo schizzinoso, e…”
“Ho inteso, vai avanti”, vociò tuonante il più grande felino della foresta.
“Dicevo che, se mi lacrimano gli occhi, non è perché mi sia pentito di quel che ho fatto: dovrò pur vivere anch’io, mica ho deciso io le regole della vita, e se uno mi capita davanti quando ho appetito, non è colpa mia se…”
“Finiscila di lagnarti e finisci quel che hai da dirmi”, ordinò il Re, che cominciava a spazientirsi per tutte le scuse che il suddito gli propugnava.
“Ebbene, per concludere, continuò il coccodrillo senza troppo affanno, se mi lacrimano gli occhi è per via della digestione, questioni di ghiandole e storie del genere…”
“Ma non farmi ridere, gli sghignazzò in faccia Simba, lo sanno tutti che sei solo un codardo, come tutti quelli della tua razza del resto, capaci solo ad uccidere bestie indifese e di misura inferiore alla vostra…”
Ma Simba non riuscì a concludere lo sbeffeggio, ché già Drimmy aveva spalancato le fauci ed iniziato ad assaporare la gustosa carne del leone, morto al primo attacco. Trascorse sei ore, il tempo necessario al coccodrillo per finire di ingoiare il più grande felino della foresta, Drimmy tornò al suo lago, senza versare una lacrima.
di Gianluca Ventura