Duke, è la volta buona
Marzo 30, 2001 in Sport da Federico Danesi
Tutta l’America si ferma per tre giorni: è questo il potere del torneo Ncaa che tiene incollati ai video e alle sedie milioni di spettatori, tutti quelli che non possono materialmente esser a Minneapolis, sede delle Final Four di quest’anno.
Arizona, Duke, Maryland, Michigan State: queste, in rigoroso odine alfabetico, le reginette e una di loro lunedì sera taglierà la retina per celebrare la vittoria. Due rappresentanti dell’Acc (Duke e Maryland,), una della Big Ten (Michigan State), una della Pac 10 (Arizona); come a dire che, gira e rigira, le conference vincenti sono sempre le stesse.
Michigan State potrebbe entrare nella storia bissando il successo dello scorso anno con una squadra diversa: in estate, infatti, sono partiti giocatori cardine come Mo Peterson (a Toronto) e A.J. Granger (in questi giorni all’Adecco Milano), ma sono rimasti alcuni grandi protagonisti. Su tutti Andre Hutson e Charlie Bell, la vera spina dorsale della squadra che ha in coach Tom Izzo, al suo sesto anno sulla panchina degli Spartans, un condottiero invincibile. Michigan State è squadra fisica e sotto le plance parte favorita rispetto ad Arizona sia in attacco che in difesa, diventata il marchio di Izzo; la variabile per testare la serata degli Spartans sarà la percentuale al tiro, non sempre altissima; da guardare con attenzione la batteria degli esterni, con Richardson, Thomas e Taylor oltre a Bell.
Sull’altro fronte Arizona; quattro anno fa la squadra di Lute Olson stupì il mondo battendo in finale la favoritissima Kentucky. C’erano Mike Bibby, che ora tenta di risollevare le sorti dei Grizzlies, e Miles Simon, stella della Mabo Livorno di A2. La squadra è totalmente cambiata, ma il tecnico e il sistema di gioco sono gli stessi. Squadra creativa in attacco che dovrà cercare conclusioni facili, perché difficilmente ci saranno seconde chance. La stella è Gilbert Arenas, giocatore con molti punti nelle mani, ma attenzione anche a Jason Gardner e Richard Jefferson. Pronostico? Arizona vincente di 5 punti.
Duke-Maryland è invece una storia infinita. Le due squadre, della stessa conference, si sono incontrate già tre volte quest’anno. Nella prima occasione, il 27 gennaio, Maryland con una grande prova in difesa andò a vincere (91-80) a Durham; rivincita per Duke il 27 febbraio, ma solo ai supplementari (98-96); nella bella, in semifinale del torneo Acc, ancora Duke, ancora per soli due punti con un canestro a meno di due secondi dalla fine. Insomma, guardando solo i precedenti, sembrerebbe una partita equilibrata. Duke ha un’occasione unica e non può tradire ancora Mike Krzyzewski che da troppo tempo aspetta un titolo, anche se Maryland è tra le prime quattro per la prima volta nella sua storia. Da una parte Jason Williams e Shane Battier sembrano incontenibili, ma sull’altro fronte coach Williams, alla prima Final Four centrata a 56 anni, ha un Lonny Baxter in forma Nba. Il pronostico va ai ‘Blue Devils’, almeno per 11 punti.
Tulsa vince il Nit
E’ dal 1970 il torneo di consolazione per i college che non entrano nelle 64 del Torneo Ncaa. Al Madison di New York la regina quest’anno è stata Tulsa, che in finale ha battuto Alabama 79-60 con 24 punti di Marcus Hill. Nella finale di consolazione Memphis ha sconfitto Detroit 86-71.
Amaker a Michigan
Michigan cambia ancora; dopo i fasti dei ‘Fab Five’, squadra con Chris Webber, Jalen Rose, Juwan Howard, capace di perdere un’incredibile finale per il titolo, i ‘Wolverines’ hanno vissuto una lunga crisi di risultati. E così nuovo cambio sulla panchina, con l’arrivo di Tommy Amaker al posto di Brian Ellerbee. Amaker, scuola Duke, negli ultimi quattro anni è stato a Seton Hall (68-55) e sembrava poter lottare quest’anno almeno per le ‘Sweet Sisteen’, ma è rimasto fuori. Per lui ci sarà da lavorare molto, ma ne è capace. Auguri.
di Federico Danesi