Ebook Reader: la fine dell’editoria?

Luglio 15, 2011 in Technology da Redazione

e -bookNon starò a indorare la pillola: c’è un missile in arrivo sull’editoria, un missile in grado di radere al suolo l’intero continente LIBRO e decimare la popolazione di editori, tipografi, agenti, librai, commessi e magazzinieri.

Quel missile si chiama Ebook Reader: è già partito, sta volando sopra le nostre teste e a breve si schianterà al suolo.

Gli ebook non sono una novità: libri digitali, “files” da aprire con doppio click del mouse e da leggere a video. Il mio “primo”, di Carmen Covito, messo gentilmente a disposizione gratuita sul suo sito ufficiale, credo di averlo scaricato quattro anni fa.

Ciò che è cambiato è il supporto: da Computer a Ebook Reader.

Ma può davvero un cambio di “guscio” fare tanto? Si. Perché non si tratta di avere più o meno memoria, e neanche della geniale tecnologia a inchiostro elettronico, che riproduce fedelmente la pagina di un libro. La differenza sta nella leggibilità. Nel godimento.

In questi anni gli ebook non sono mai decollati, perché leggere al computer è indiscutibilmente scomodo. Il supporto computer non può sostituire il libro, perché non ne la comodità: poter leggere in poltrona, a letto, in macchina, su una panchina, in sala d’aspetto dal dottore, in piedi in coda alla posta, sul pullman durante il tragitto all’università, e naturalmente in seduta strategica sul gabinetto.

Sottile come un Bignami, leggero e maneggevole da poter essere utilizzato con una sola mano, l’Ebook Reader ha lo stesso ingombro di un libro vero. Con una differenza: è un libro vuoto. Un libro che si può riempire e vuotare all’infinito con altri libri.

Tecnicamente è un gioiello a 360°: tecnologia a inchiostro elettronico che non affatica la vista, segnalibri automatici (si spegne l’e-reader e alla riaccensione si posiziona automaticamente sull’ultima pagina letta), grandezza dei caratteri personalizzabile, capacità di memoria di oltre mille libri, e con batteria dura 3 settimane leggendo 200 pagine al giorno (chi vi scrive queste righe ha comprato il Kindle della Amazon un mese fa, è al terzo libro, e non l’ha ancora ricaricato una sola volta).

Il tutto al prezzo di un paio di lattughe da cento.

Un libro vuoto, quindi, uno schermo da riempire attingendo alla uber-dimensionata memoria. Se fossi un pubblicitario adotterei lo slogan “Un libro che contiene una biblioteca” oppure “Tutta la tua libreria di casa comodamente nella tua tasca”.

Ma come può un oggetto così geniale minacciare il mondo dell’editoria?

La spada di Damocle ha doppio filo: pirateria e costo degli ebook troppo elevato.

Sul costo degli e-book, che appare ingiustificato a qualsiasi acquirente, sarebbe interessante che qualcuno facesse chiarezza: per anni abbiamo ascoltato fior di editori che giustificavano i prezzi elevati dei libri snocciolando tutti i passaggi della filiera: i costi della carta, della tipografia, dei tir che attraversavano l’Italia, dei magazzini, della distribuzione alle librerie…

Adesso gli stessi portali online che vendono un best-seller a 16 euro, vendono l’ebook a 15.

C’è qualcosa che non torna nei conti della serva. O ci marciavano prima o ci marciano adesso che la filiera è sforbiciata alla radice.

Dal lato pirateria la rete è già armata e attrezzatissima.

Con un malus ulteriore: la pirateria si abbatte sull’editoria con tutti i mezzi informatici adeguati per distruggerla definitivamente.

Un breve salto indietro.

Quando Napster comparve all’orizzonte, poco meno di 12 anni fa, il file sharing era appena stato inventato. Le persone avevano scarse conoscenze informatiche e disponevano nella migliore delle ipotesi di un modem analogico 56k per scaricare canzoni del “peso” di 3mb l’una.

Fu uno stillicidio graduale ma inesorabile.

Pochi anni dopo, con la moltiplicazione dei computer nelle case e la nascita delle adsl flat (ossia non “a consumo” ma 24h/24h), la pirateria colpì anche il settore cinematografico.

L’eco della sberla risuona ancora oggi: le vendite dei dvd sono crollate, i blu-ray affollano le rastrelliere delle edicole e il cinema sopravvive grazie al 3D.

(interessante notare come si siano però moltiplicate le vendite degli Store&Play da numerosi Terabyte).

L’editoria si trova quindi ad affrontare il problema pirateria in un contesto che ha dell’ apocalittico: milioni di computer nelle case degli italiani, adsl super veloci, una certa esperienza degli utenti in fatto di files sharing, e dimensioni degli ebook davvero microbiche (1mb a libro circa).

Le strade percorribili sono solo due: investire per cercare di rendere più complicato la copia dei files, o abbracciare il metodo Itunes della Apple.

La prima strada porta a morte certa. Lo dice la storia, lo dicono gli illustri predecessori e tutte quelle etichette discografiche che hanno dovuto tirar giù la serranda. Formati proprietari, protezioni digitali e lotta al files sharing a suon di siti oscurati sono risultati inefficaci sulla lunga distanza. Chi ha investito su questa strada, ha perso soldi e tempo.

Apple ha investito in una scelta coraggiosa ed oggi è l’unica a guadagnare in un panorama mondiale in cui tutti gli altri perdono.

Store super fornito di tutto, di semplicissimo utilizzo, e a prezzi stracciati.

Questa è la ricetta Apple.

Questo il segreto del suo successo.

Un click e un dollaro per avere in pochi secondi, nella miglior qualità possibile, la canzone scelta sul proprio Ipod, senza muoversi da casa.

L’editoria italiana, che non ha mai avuto vita facile perché in Italia si leggono solo i best-best sellers e i libri dei comici di Zelig, non può stare a guardare a chiappe strette, sperando che i Readers non attecchiscano “perché il libro di carta conserva comunque tutto un altro fascino”.

Deve fare qualcosa.

Deve rispondere a questa nuova tecnologia, a questi nuovi tecno-lettori.

L’unica strada possibile sono portali super attrezzati, in cui l’utente possa collegarsi con la sicurezza di trovare sempre l’ultimo best sellers del suo autore preferito appena pubblicato, e al costo di un paio di caffè. Così come i grandi classici, gli storici, i gialli, gli Urania, fino all’ultimo sconosciuto libro sfigato di un autore di Haiku giapponesi morto di pertosse.

L’editoria è chiamata a una scelta.

Oggi.

Fra 2 anni tireremo le somme su questa scelta.

di NoHope4U