Ecospirituality Foundation all’ONU
Luglio 10, 2011 in Attualità da Gino Steiner Strippoli
Ecospirituality Foundation all’ONU di Ginevra per i popoli naturali. Sono 370 milioni gli indigeni sparsi in 90 paesi di tutti i continenti.
Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro rappresenteranno la Ecospirituality Foundation ai lavori dell’ “Expert Mechanism on the Rights of Indigenous Peoples” che si terrà all’ONU di Ginevra dall’11 al 15 luglio 2011. La Ecospirituality Foundation, organizzazione non governativa in stato consultativo con l’ONU, da molti anni lavora in favore dei Popoli naturali, soprattutto per quanto riguarda la difesa delle loro tradizioni e dei loro luoghi sacri, partecipando attivamente al dibattito che si è svolto nell’ultimo decennio all’ONU di New York e Ginevra e che ha portato all’adozione della UN Declaration on the Rights of Indigenous Peoples. Rosalba Nattero e Giancarlo Barbadoro saranno presenti ai lavori di Ginevra anche per portare avanti le istanze delle Comunità che rappresentano: Apache Survival Coalition, Arizona; Wiran Aboriginal Corporation, Australia; Bassa People, Camerun; Menhir Libres, Bretagna; Ensemble Allons dans la Paix, Bénin. Comunità di diversi continenti che hanno in comune il problema dei luoghi sacri profanati. Ad oggi sono più di 370 milioni di persone indigene, sparse in 90 Paesi di tutti i continenti, costituiscono oggi quelle culture che non si riconoscono nella società maggioritaria. Culture che mantengono le loro tradizioni e le loro conoscenze ancestrali, nonostante l’opera di colonizzazione che ha teso a polverizzarle. La società maggioritaria, disegnata dalle grandi religioni, ha costruito una storia in cui non c’è apparentemente spazio per le culture autoctone, le quali sono confinate in riserve e sacche storiche con l’unica prospettiva di una estinzione totale.
Eppure queste culture, non solo non si sono estinte, ma sono progredite portando avanti il loro lavoro di conservazione delle antiche tradizioni, e oggi costituiscono una realtà storica che non può più passare inosservata. I Popoli indigeni, che si autodefiniscono “Popoli Naturali” per via del loro rapporto primario con la Natura, mantengono caratteristiche sociali, culturali, economiche e politiche che li caratterizzano e li differenziano dalle società dominanti. In tutto il mondo esistono Popoli autoctoni le cui tradizioni, le loro terre, le loro risorse e i loro luoghi sacri sono stati violati e profanati.
Nonostante le loro differenze culturali, le Nazioni indigene manifestano una unicità culturale, basata sul comune rapporto con Madre Terra, intesa come la depositaria di un grande mistero. La loro spiritualità non passa da profeti e religioni, ma da un rapporto diretto e prioritario con la Natura, rapporto che crea la loro specificità. Un altro forte elemento in comune è la condivisione di problemi riferiti alla protezione dei loro diritti.
Negli ultimi decenni, le Nazioni Unite hanno costituito uno strumento basilare per la sopravvivenza di queste culture. All’interno dell’ONU sono stati fatti dei passi significativi che hanno portato ad una presa di coscienza del problema indigeno, fino ad arrivare alla Carta dei Diritti dei Popoli Indigeni approvata dall’ONU nel settembre 2007.
La Ecospirituality Foundation ha partecipato attivamente al lavoro decennale della stesura della Carta dei Diritti, che si è svolto nei Working Groups di Ginevra e nei Forum di New York, soprattutto per quanto riguarda il tema della difesa delle tradizioni e dei luoghi sacri. Un dibattito costruttivo che ha portato ad inserire nella Carta i principi relativi ai diritti ad una identità nativa:
“I popoli indigeni hanno il diritto di praticare e di rivitalizzare i propri costumi e tradizioni culturali.
di Gino Steiner Strippoli