EDISON E’ MORTO

Novembre 8, 2010 in Racconti da Meno Pelnaso

Lampadina - EdisonMi muovo cauto nell’oscurità.

Nel silenzio mi sento quasi come Diabolik, mi distraggo e penso ad Eva Kant.

Inciampo e cado contro la credenza, così la prossima volta non penso alle bionde dei fumetti!

Trattengo un ululato di dolore, spero di non essermi rotto l’alluce.

Un’esplosione e un fragoroso rumore di cocci alla mia sinistra mi fa intuire che forse il vaso di mia suocera finalmente non sarà più argomento di discussione con mia moglie. Dovrò solo sopportare qualche minuto di intenso nervosismo e un muso imbronciato e silenzioso per qualche giorno e tutto sarà nuovamente a posto.

Mi risollevo palpando la parete sperando di non rompere altro.

Trovo l’interruttore e lo premo.

Niente da fare, la lampadina è proprio fulminata.

Sempre palpando le pareti vado fino all’interruttore salvavita, è tutto in ordine.

Accendo la luce del corridoio, si accende dapprima fioca e poi più intensamente, è una lampadina a risparmio energetico. Qualcuno deve spiegarmi se sono a risparmio energetico solo perché per il 50% del tempo sono fioche come candele, ma consumano poco, e quando finalmente arrivate a vederci qualche cosa non servono più e le dovete spegnere, così smettono di consumare!

Bah!

Le nuove lampadine saranno anche risparmiose ma francamente la luce calda dei vecchi bulbi ad incandescenza, … la luce intensa delle vecchie 100W, …, ehhhh (sospiro) … che nostalgia.

Edison è morto!

Da quando le lampadine ad incandescenza sono state dichiarate fuorilegge sembra di essere nella Chicago del proibizionismo.

I negozianti, che inizialmente facevano sconti per liberarsi i magazzini, ora le spacciano a prezzi da collezionismo.

Quando è stata annunciata la loro messa al bando si era assistito a scene da “Day after”, famiglie intere hanno preso d’assalto i negozi ed i supermarket con i carrelli per fare incetta di lampadine come se fossero stati beni di prima necessità in previsione di una calamità naturale.

Sembra che qualche lungimirante negoziante abbia persino pensato di nascondere le scorte in attesa di poterle poi vendere a prezzi maggiorati.

Fiorisce un mercato di contrabbando in cui loschi figuri in pastrano scuro e cappello a tesa larga nella penombra di vicoli bui (solo perché illuminati male da lampadine a risparmio energetico!),incontrano emaciati acquirenti in crisi d’astinenza da “incandescenza”. Il denaro passa di mano in modo furtivo. Tanta fatica per scoprire poi spesso che, una volta montate, non funzionano perché già fulminate! Dannazione!

Chi le ha le mette in vendita su internet elencandone i dati tecnici ed estetici come se parlassero di bottiglie di prezioso vino invecchiato.

I collezionisti hanno sostituito con vecchie lampadine le collezioni di vasi etruschi nelle vetrine dei salotti: “Questa la tramandiamo ormai di padre in figlio.”, oppure “… era ancora di mia bisnonna … sai epoca romana, forse egizia o qualche cosa di simile …”, complimenti alla bisnonna!

I nottambuli prediligono i locali con l’antica luminosità giallognola delle vecchie lampadine trovate chissà dove, comperate in chissà quale mercato nero, lampadine dalle marche impronunciabili, durano poco ma, per quel poco, danno ancora la sensazione che il tempo si sia fermato. Qualche furbacchione copre invece le lampade ad incandescenza con la carta da pacchi, ma l’effetto non è lo stesso ed appena prende fuoco il locale si scopre subito il trucco meschino.

Le lampadine ad incandescenza, brevettate da Edison nel 1880 con filamento in carbonio, sono state messe al bando in Europa perché poco efficienti e con l’obbiettivo di arrivare ad un consistente risparmio di CO2.

Così è stato decretato che venissero sostituite dalle più costose lampadine a fluorescenza (dette “a risparmio energetico”) contenenti solo un po’ di mercurio ed un po’ di materiale fluorescente.

Sono state diffuse infatti anche procedure particolari in caso di rottura per evitare i pericoli ai cittadini.

Ad esempio se si rompono devono essere manipolate con i guanti, sono smaltibili solo tramite particolari e costose procedure e solo da aziende specializzate, non si possono quindi buttare nella comune spazzatura indifferenziata.

Quale soddisfazione quindi in cambio di pochi sacrifici: le pagate di più, ci vedete di meno a parità di potenza, dovete comportarvi come se ci fosse un’emergenza radiazioni tutte le volte che ne rompete una e se vi baciate con la fidanzata sotto il lampadario ricordatevi che avete sulla testa un’ampolla di mercurio (spogliatevi da un’altra parte!), ma avrete risparmiato in po’ di CO2! … (che però volendo, si può recuperare in fretta bruciando qualche copertone davanti alle discariche abusive dove sono state gettate le lampadine a risparmio energetico rotte!!!).

Affettuosamente Vostro

Meno Pelnaso

di Meno Pelnaso